Valtolla: quale futuro per la montagna e l’alta collina?

falciatrice dal webSOMMARIO DEL POST

Premessa; 1-Agricoltura ko e voti utili;  2- I Comuni potrebbero farcela se…;  3- Esempi positivi e meno: i prodotti e i club;  4- Economia agricola, comuni montani e alto collinari; 5- Non si fa turismo con un paesaggio rovinato; 6- La criticità latente e i rompicoglioni

Premessa

Se ci poniamo la domanda che appare nel titolo del post c’è da star tranquilli?

La riposta è semplice: NO!

Dal 1980 ad oggi hanno cessato l’attività oltre la metà delle già poche aziende  che allora erano ancora presenti.

In Italia si è continuato per 50 anni  a dire e predicare che le maglie poderali agricole medie italiane erano troppo piccole, che in collina e montagna l’agricoltura era da pura soppravivenza senza mai proporre ” realistiche” ricette con il risultato che abbiamo, come Paese, “buttato tanto l’acqua sporca quanto il bambino”.

case in montagna, edilizia in sasso (clicca per ingrandire)

 

frana a lugagnano dal web (clicca per ingrandire)

 

Oggi in pratica, in collina e montagna, non c’è quasi più agricoltura ma semplicemente un po’ di mantenimento dello status quo.

Si sfalciano i campi, si raccoglie il fieno, si ara meno possibile, si semina meno possibile e solo frumento, le stalle sono tutte rigorosamente vuote, i pascoli pure e il bosco incolto. Molti vigneti iniziano ad essere abbandonati e in alta collina non ve ne sono, praticamente, più.

In montagna  e collina l’ allevamento zootecnico è per gli “eroi”.

La popolazione in generale e quella giovane in particolare[delle aree citate] di è ridotta al minino vitale .

Facciamo qualche breve analisi….

1- Agricoltura Ko e voti utili

Già difficile fare l’agricoltore in pianura, figuriamoci in collina e montagna dove tutto “pende” !

Evitiamo di parlare delle politiche attuate dal ministrero dell’agricoltura e dalla  CEE,  con l’avallo dei sindacati degli agricoltori, che hanno quasi esclusivamente prodotto clientelismi, assistenzialismi e rendite industriali rendendo  l’agricoltura“comatosa”.

Ma forse qualcuno pensa ancora che tutto ciò che un tempo ruotava attorno all’agricoltura vada bene?

Qualcuno pensa che i prezzi al consumo siano migliorati e che i pochi agricoltori rimasti percepiscano prezzi all’origine normali…ribadiamo normali ? Ma neanche per sogno!

In questo momento, oltretutto, non ci sono più  risorse pubbliche per “riparare”  al danno e pertanto……..buona notte!

Ma le risorse non scarseggiano per tutti.

Sicuramente [scarseggiano]  per la montagna, la collina,  l’agricoltura e la  forestazione .

Quel poco di risorse che restano dal disastro di 60 anni di spesa pubblica “folle e delinquenziale” vengono impiegate……..sapete dove??

 Nelle aree ad alta concentrazione di voti (avremmo  voluto scrivere “alta concentrazione di popolazione e clientele”  ma …la penna ha scritto “di voti”) che non sono in collina e montagna.

2- I Comuni potrebbero farcela se…

Allora i nostri piccoli comuni collinari e montani, della valtolla e non solo,  sono  destinati a soccombere o a ridimensionare tutto quanto?….Dobbiamo solamente attendere l’ora X?

Per nulla!

Inizino i nostri quattro comuni [5500 famiglie, circa 12.000 abitanti] ad unire le loro forze,  associando “politiche” economiche che dipendono solo dalla loro volontà: contrattare con le grandi “utilities” tariffe e condizioni di fornitura [luce, gas e telefono] più favorevoli; contrattare con diversi gestori  postali e telefonici  i servizi di comunicazione per il territorio; far partecipare le imprese agricole disponibili alla vigilanza e alla manutenzione del territorio; favorire la possibilità di accorciare la “filiera” alimentare; favorire l’associazionismo forestale tra proprietari di boschi per riprendere un minimo di manutenzione e coltivazione forestale [qui occorre veramente fare parecchio e presto per evitare danni irreversibili alla tenuta del territorio ]….

 3- Esempi positivi e meno: i prodotti e i club.

A Piacenza abbiamo fatto alcune cose eccellenti ma non basta.

Carpaneto piacentino, fascia pedecollinare, in questi lunghi anni di attento lavoro fatto dal basso [La festa della coppa, la fiera agricola di primavera, il festival del gutturnio…ecc…] , si è candidato come “capitale” della valorizzazione dei prodotti della terra per la nostra preovincia.

Nel frattempo la coppa è divenuta DOP, è stato rinosciuto l’ eccellente Ortrugo, valorizzato il Gutturnio  e prodotta la nuova interessante denominazione” terre di Veleia” e…….con la prossima creazione dell’enoteca provinciale [a Carpaneto P.no] si chiude il cerchio creando un connubio tra territorio, prodotti dello stesso territorio, cultura e turismo che potrebbe dare ottimi risultati [li daranno ancor più se gli “eventi” di Carpaneto avranno valenza almeno regionale..].

Questi si chiamano “circuiti virtuosi” che uniscono le istituzioni locali, comuni in testa, con i produttori associati e che danno i migliori risultati di sempre.

Lo stesso occorrerebbe farlo per altri prodotti ma…….non siamo affatto convinti che tutti “i club di prodotto esistenti”, così come sono,  possano perseguire tali obiettivi.

A noi certi  club di prodotto non ricordano nulla se non la burocrazia “stupida” della UE e poco più.

Molto difficile costruire solo sulla carta, senza tradizione, senza vera partecipazione…vera partecipazione dei protagonisti, delle proloco…e senza tener conto delle “vere e consoldidate” tradizioni locali.

DIFFICILE COSTRUIRE UN “PRODOTTO ” CON DELLE INVENZIONI POLITICHE.

Speculare al nostro ragionamento qualche provocazione……ribadiamo provocazione a fin di bene, per discutere.

  • È un “prodotto” Castell’Arquato in quanto tale o Castell’Arquato nel club “castelli del ducato” ?
  • È un “prodotto” l’Appennino in quanto tale oppure l’Appennino dei colori e dei sapori?

Quando ci sono pochi soldi contano le scelte e non gli abbracci alla “volemose bene” ……per dare un po’ di caramelle a tutti….

4- Economia agricola, comuni montani e alto collinari

Puntare sull’economia verde tout court è la nostra quasi unica salvezza.

L’uso intelligente e non distruttivo delle risorse disponibili senza imbarcarci in pericolose avventure falsamente ecologiche, che in realtà nascondono solamente “disegni industriali”,  è gioco forza per intraprendere un percorso virtuoso di sviluppo.

Non servono parchi eolici industriali che depauperano il territorio [che è di tutti ], producono utile solo per qualcuno…e qui lasciano solo briciole effimere.

Servono piccoli impianti energetici per i risparmi locali e posizionati in maniera intelligente; servono superfici minime di pannelli solari favorendo soprattutto l’installazione in  “tetti pubblici” e in terreni molto marginali e non impattanti sul paesaggio.

Serve sviluppare il volano turistico,  per cui occorre  preservare  le bellezze e le naturalità locali vero elemento di attrazione…..

5- Non si fa turismo con un paesaggio rovinato, con le strade franate e  con comunicazioni da terzo mondo…

La vera scelta  strategica  per la crescita della montagna e alta collina  è, pertanto, fondata sulle sue potenzialità agrarie e paesistiche inscindibili l’una dall’altra [ chi sostiene il contrario ha altro per la testa e  non sicuramente a favore della montagna!].

Produzioni naturali e tradizionali, riduzione della chimica,  turismo territoriale, forestazione produttiva, energia rinnovabile, innovazione tecnologica per il risparmio energetico e il monitoraggio del territorio, servizi per la comunità residente, recupero delle tradizioni edilizie e dell’architettura rurale….eliminazione del brutto e deturpante.

La gestione associata dei fattori di criticità per i comuni, se perseguita anche con gradualità,  significherà  anche poter praticare concretamente la prevenzione , in connubio con l’agricoltura, del grave fenomeno del dissesto e del conseguente abbandono.

6- La criticità latente e i rompicoglioni

Attenzione perché la sola critica “gli agricoltori hanno avuto troppi contributi” ….”i comuni hanno speso male i finanziamenti” …ecc…rischiano, ci ripetiamo,  di far buttare l’acqua sporca ma anche il bambino  che è quello che vogliono i falsi amici della montagna [che la vorrebbero spopolata da quei “rompicoglioni” dei montanari].

E’ quello che vogliono coloro che, vivendo tra noi, vedrebbero di buon occhio una cinquantina di torri “ eiffel”  sui crinali partecipando ad una  “speculazione privata” a favore delle loro tasche e a scapito di tutti noi.

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