Cementeria in Valdarda: ora se ne riparla, non è mai troppo tardi ma…

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QUALCHE PREMESSA…

La vicenda della cementeria collocata sulla strada provinciale tra Lugagnano e Morfasso, in comune di Vernasca, ha sempre fatto molto discutere tanto che in molti ricordano quando vennero “rinnovati” e ampliati  gli impianti negli ultimi decenni del secolo scorso. Si trattò, in quel caso, di momenti che scatenarono aspre contrapposizioni che, ora lo possiamo dire, non portarono ai risultati dai più sperati. Gran parte delle istituzioni pubbliche del tempo (…gran parte ma non tutte) si schierò, di fatto, in difesa di quella manciata di posti di lavoro che furono uno dei “cavalli di troia” utilizzato per far digerire il megaimpianto. Per il resto, rispetto al grande inevitabile impatto ambientale che tale megaimpianto avrebbe comportato, si produsse (in termini di risultati concreti) ben poco.

Le parti favorevoli e quelle contrarie al megaimpianto si concentrarono sulla questione delle emissioni e cose del genere, sui relativi controlli da effettuare ma alla fine…Quell’industria non si fece cogliere impreparata sulla vicenda delle emissioni che, per inciso,  erano e sono regolate dalla legge che, piaccia o non piaccia, detta regole e parametri tecnici da rispettare.

Pochi, pochissimi, a nostro modesto parere, compresero che il vero problema non erano tanto le emissioni quanto la presenza di un simile megaimpianto in una valle angusta, stretta, che avrebbe comportato uno stravolgimento paesistico, un impatto sulla naturalezza della vallata micidiale, un forte aumento delle emissioni di polveri finissime ( …che al tempo erano anche pochissimo monitorate) e incrementato il traffico di mezzi pesanti in maniera assurda.

Quell’industria venne ampliata e “modernizzata”, vennero utilizzate “moderne” tecniche emissive per non “inquinare l’aria e il resto” e iniziarono a circolare camion su camion…con buona pace di tutti…

Ai comitati del tempo, alcuni molto validi e molto combattivi, non rimase che la possibilità di protestare e poco più. Ma certamente non protestarono, o lo fecero in maniera molto soft (molto educatamente!!) tanti enti locali e i partiti locali; e non ricordiamo le posizioni del sindacato.

Tutto questo spiegato molto in breve…

E  ADESSO CHE SUCCEDE?

Per molti anni quasi non se né parlò più. Poi, qualche anno fa, da parte della consigliera provinciale di maggioranza Danila Pedretti di Lugagnano, si chiese l’istituzione di un registro tumori. Nel corso di quella riunione scoprimmo che in quel luogo, come aveva permesso la legge…la legge…si erano bruciate farine animali che secondo i medici (lo confermò in quell’occasione il dott. Miserotti durante il suo splendido intervento) provocavano emissioni pericolosissime per la nostra salute.

Poi tutto continuò come prima e nella “sordina” più assoluta.

Noi, per quel poco che abbiamo potuto,  abbiamo dato notizia di quel convegno e anche del successivo, sullo stesso tema, che si svolse a Castell’Arquato. Abbiamo inserito, ripetutamente nel blog, anche riferimenti relativi, per esempio, alla qualità dell’aria locale. Non siamo mai entrati nel tecnico perché non è il nostro “mestiere” ma abbiamo notato molto…molto… disinteresse reale. Abbiamo registrato un po’ di dibattito sul passaggio di troppi camion e poco più. In sostanza iniziative isolate, a spot, parecchia “timidezza” da parte degli enti locali e dei partiti maggiormente rappresentativi.

Ora un gruppo, abbastanza numeroso, si è raccolto attorno ad una pagina Facebook “Approfondimenti sul Cementificio di Mignano” e stanno raccogliendo tanti consensi. Già il fatto di suscitare tanta “curiosità” gli ha meritato un articolo su “Libertà” e la cosa cresce. Conosciamo uno dei principali promotori del gruppo e lo riteniamo preparato e molto in gamba…

Ora gli animatori di questo gruppo  si stanno concentrando sulla questione del combustibile (CarboNext) che la cementeria intenderebbe bruciare nel suo altoforno della valdarda se venisse autorizzata dalla Regione Emilia R.

Premesso che per noi neppure si sarebbe dovuto permettere la produzione del cosiddetto CarboNext…e porcherie simili, ci auguriamo che la Regione ci pensi sopra bene e poi vieti questi usi perché, in caso contrario, ci ritroveremmo con due impianti industriali: una cementeria e un bel forno inceneritore per rifiuti…una gran bella prospettiva!

Ci ritroveremmo con un altro inceneritore per rifiuti solidi di vario tipo che sono ritenuti dai medici “inquinanti” e pericolosi per la salute della popolazione, impianti da chiudere anche dove già esistono.

Gran parte dei cittadini, tuttavia, sono ancora timidi, forse rassegnati a questo stato di cose ma la forte adesione al gruppo Facebook fa ben sperare.

Anche Italia Nostra della Valdarda (pare lo abbia fatto anche legambiente) chiede di vederci chiaro, chiedendo attente verifiche sull’uso del combustibile solido secondario, il “CarboNeXT” che la cementeria di Vernasca ha chiesto di utilizzare. Italia Nostra, nei giorni scorsi, ha dichiarato a Libertà: «…è motivo di preoccupazione non solo per i centri di Vernasca e Lugagnano, quelli prossimi all’impianto, ma per tutta la fascia della Valdarda che va da Fiorenzuola a Morfasso».

COSA RESTA DA FARE? SEGUIRE QUELLA PAGINA FACEBOOK CITATA, PARTECIPATE AGLI INCONTRI PUBBLICI PROMOSSI.

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