Vernasca e Gragnano: tolleranza e balle…

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“Violenta rissa tra profughi in un centro di accoglienza straordinaria della provincia di Piacenza: il bilancio è di sette persone denunciate per rissa aggravata e porto di oggetti atti ad offendere e di tre feriti, medicati al pronto soccorso di Fiorenzuola…Il fatto è accaduto nel pomeriggio di lunedì 23 maggio, intorno alle 16, in località Burgazzi, nel comune di Vernasca…Gli ospiti, in tutto circa 25 persone, generalmente dislocate in due diverse sedi dello stesso centro, si trovavano in due aule per seguire la lezione d’italiano, tenute dalle educatrici. Ad un tratto, forse per problemi legati alla convivenza tra i diversi gruppi di stranieri (tutti pakistani, ma provenienti da regioni differenti) è nata una lite tra due ospiti, presto degenerata. In cinque hanno iniziato a colpire lo stesso soggetto e nelle mani degli aggressori sarebbero spuntati anche una forca, una roncola e dei cocci di vetro, utilizzate come armi…” (da Piacenza sera del 24 maggio).

Solo qualche settimana fa ha fatto parecchio rumore la denuncia del sindaco di area PD di Gragnano Trebbiense a proposito del “lavoro socialmente utile” rifiutato dai rifugiati nel suo comune…lavoro non pesante per un paio d’ore al giorno e non certamente per l’intera giornata. “Come sindaco e cristiano accolgo- ha detto la sindaca-ma al tempo stesso denuncio un sistema che non va…”
Ma ha fatto ancor più clamore la denuncia che tre di tali rifugiati spacciavano droga ai ragazzini della zona.
Così come non è stato “digerito” dai piacentini il fatto che 5 albanesi accolti e seguiti dai servizi sociali piacentini siano stati arrestati perché accusati di spaccio di droga.
E ora Vernasca: botte e violenza inaudita tra di loro, tra connazionali pakistani.
Episodi che indignano e “allontanano” le coscienze piacentine dalla comprensione dell’accoglienza.
Episodi  che denunciano il fatto che in Italia si improvvisa assistenza per falso buonismo a danno dell’intera comunità.
Ma non vorrei generalizzare. Le persone che scappano dalle guerre, le donne e i bambini,  hanno diritto di essere accolti …ma veramente e non per finta come facciamo noi europei, italiani compresi.
Ma chi non scappa dalle guerre ha gli stessi diritti dei rifugiati di guerra? Forse non sarebbe meglio garantire diritti e assistenza vera a chi fugge dalla guerra e basta?

Venire in Italia clandestinamente, facendosi passare per profughi, e dopo pochi mesi spacciare droga e comportarsi in maniera violenta significa solo due cose: si tratta di finti rifugiati che già erano soggetti poco “simpatici” o che  “spacciavano” nel loro paese e le loro polizie li han “cacciati”, spinti fuori dai loro confini, li hanno spinti a casa nostra…
Allora iniziamo a dire le cose con il loro nome: se entrano spacciatori di droga o potenziali tali, o furfantelli e violenti, perché dovremmo negare che possono anche entrare terroristi e pericolosi criminali?…No così proprio non va!

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