TURISMO, ISTITUZIONI, SITUAZIONE E PROGETTI

(Sergio Efosi Valtolla, fotoamatore, escursionista e narratore)

È IN CORSO A CASTELL’ARQUATO… un convegno, grande per partecipazione e per istituzioni presenti, dove si parla di turismo e come svilupparlo… concretamente.

Il “come fare”, la costante di tutti i convegni di questa natura, è tutt’altro che facile.

Di “ricette” ne abbiamo sentite parecchie in ogni convegno precedente, ma mi par di ricordare si sia concretizzato poco. Posso avere la memoria corta e vorrei essere smentito.

Poco importa ora parlar del passato perché c’è una realtà istituzionale nuova rappresentata dall’UNIONE DEI CONUNI ALTA VAL D’ARDA con Castell’Arquato, Vernasca, Morfasso e Lugagnano Val d’Arda. Rammentare il passato, in questo caso, non serve a nulla.

Quello dell’UNIONE è un territorio abbastanza vasto (peccato che questa UNIONE non comprenda anche Fiorenzuola e Alseno che con l’alta valle hanno tanto a che fare), dove il turismo è tutt’altro che poca cosa. Un territorio ricco di storia artistica, medievale, naturale e pure enogastronomica, con eccellenze uniche.

L’UNIONE si caratterizza anche per introitare una rete estesa di “viabilità lenta” di prim’ordine, per tutti i “gusti” : dalla pianura al crinale appenninico, attraversando borghi storici, luoghi naturali e tante cime appenniniche davvero speciali.

MA…

Senza nulla togliere agli eccellenti organizzatori, ai professionisti che hanno presentato idee molto valide con strumentazione ottima e “dialogante”.

Ho notato che quasi tutti gli interventi della “tavola rotonda” hanno parlato di sentieri e cose affini, quasi fosse questa la panacea di tutti i gap da recuperare, per aumentare la presenza turistica locale.

Si è parlato di sentieri per rendere maggiormente fruibile l’area “Piacenziana”; di una ciclovia che, sviluppandosi al fianco del corso dell’Arda, colleghi Fiorenzuola con la diga di Mignano ecc. propositi validi purché non restino lettera morta.

Idee ottime ma resta il fatto che, per quanto riguarda il Piacenziano, a parte due aree segnalate e rese fruibili in massima parte per la disponibilità del volontariato (Stramonte e Buca della Balena) tutto giace da anni nel degrado più totale. Speriamo sia la volta buona.

LA BUCA DELLA BALENA. La Buca della Balena due anni fa circa la segnalammo, dopo un faticosissimo tentativo di raggiungerla, agli Enti preposti e questi ripristinarono una parte del sentiero per raggiungere la voragine (luogo molto suggestivo). Nel frattempo noi volontari predisponemmo la segnaletica e ora tutto rientra in una guida (distribuita dal quotidiano Libertà) con un anello escursionistico che comprende un passaggio alla Torre di Montezago pagg.109/122. Mi risulta che parecchie guide turistiche abbiano ripreso a far visitare il sito, ma si potrebbe migliorare ancora, mettendo in sicurezza la voragine e la seconda zona panoramica che si trova a pochi metri da quella ora fruibile. Un inciso: l’area escursionistica si trova a cavallo dei comuni di Lugagnano e Carpaneto.

Per la ciclovia: sono stato uno dei primi con altri escursionisti a riprendere le idee progettuali del compianto ing. Zermani che ne parlò nel corso di un convegno a Mignano. La sua idea era una Via lenta dal Po a Mignano, con una digressione per Chiaravalle. Il volontariato fiorenzuolano ha fatto un eccellente lavoro di ripristino del tratto fino alla Biraga, ma ora la questione per proseguire si fa complessa e serve un coordinamento istituzionale forte “che ci metta la faccia” e le risorse che servono.

Vogliamo si o no fare il Sentiero del Tido… pardon dell’Arda? Vogliamo che il turista possa scendere dal treno, con bici al seguito, per raggiungere lentamente l’Appennino e la Val d’Arda?

Sarà possibile decidere che questa via lenta possa anche raggiungere Morfasso e il crinale appenninico, con il Menegosa, il Lama e Santa Franca?

UN’ESPERIENZA. Con l’aiuto concreto della sottosezione del CAI di Fidenza (alla quale appartiene il gruppo della Val d’Arda) in quest’ultimo anno è stato ripristinato tutto il sentiero escursionistico del crinale Alto Valdardese, dal Pelizzone al Parco del Monte Moria, compreso il tratto fino Linguadà (mancano solo 3 cartelli segnaletici e poi è terminato). Un lavoro assolutamente volontario, senza alcun contributo pubblico, guidato da Furio Ovali, esperto escursionista valdardese, con l’aiuto dello scrivente, Pinuccio, Barbara, Silvano, Enore e Sergio (mio omonimo). Un lavoro concreto. Nel corso dell’attività abbiamo sempre tenuto informato Sindaco e Amministrazione Comunale di Morfasso.

OSSERVAZIONI BELLEZZA, SOLO OSSERVAZIONI (cit.). Queste sono solo osservazioni che nulla tolgono al lavoro delle istituzioni che oggi erano al convegno dove con i Sindaci e il presidente dell’ UNIONE, dott Sidoli, c’era l’Assessore regionale al turismo; e c’erano, tra i tanti, il Sindaco di Fiorenzuola e la presidente della provincia di Piacenza.

Con piacere ho notato anche la presenza di tanti operatori del vino e del turismo locale.

MA … E IL CAI?

Si è parlato di sentieri e non c’era il CAI, quella grande organizzazione nazionale del volontariato che ha, in maniera pionieristica, tracciato l’80 % della rete sentieristica piacentina?

Il CAI in Val d’Arda, con OTP/GEA, ha tracciato i sentieri più belli, più performanti, e ci si chiede come mai non fosse presente, anche solo per portare la sua grande esperienza ai convenuti.

Quando si parla di turismo escursionistico non sarebbe utile invitare anche il CAI?

Erano invitati e non hanno potuto presenziare?

Tra qualche giorno , a convegno chiuso, riprenderemo questo post per andare avanti…

Nuova cartellonista CAI posizionata (e geolocalizzata) dalla sottosezione di Fidenza e dal gruppo Val d’Arda

3 commenti

  1. Sinceramente io sono arcistufo di convegni e dibattiti sul turismo e soprattutto di convegni sulla montagna e sulle “prospettive di sviluppo” ed aria fritta similare.
    Vedo sempre le stesse facce, le stesse istituzioni gli stessi carrozzoni che se la suonano e se la cantano ma in concreto non vedo passi avanti. Le uniche azioni degne di nota e di merito sono quelle del volontariato, sia il cai o gli altri sodalizzi che con il sudore e l’impegno dei volontari tengono aperta la rete sentieristica (puntualmente distrutta dagli enduristi anonimi in servizio permanente effettivo…)
    Mi domando perchè manteniamo una pletora di sindaci, presidenti, direttori generali ecc ecc che in 40 anni hanno collezionato sostanzialmente fallimenti?
    Perchè queste figure non hanno mai partorito un vero ente unitario per la gestione del territorio, che si faccia carico della ordinaria e straordinaria manutenzione della sentieristica e soprattutto della sua gestione? (e di tutte le altre importanti voci che ricadono sotto la “gestione dell’ambiente RURALE”)
    Come si puoò pensare alla attrattiva turistica di un territorio rurale montano se non vi è l’esenza di questo territorio che è l’agricoltura insieme alla zootecnia ed alla selvicoltura ( la cosi detta economia agro silvo pastorale che un tempo si insegnava nelle scuole forestali …ma ora non ci sono piu neppure quelle…)
    Non ho la ricetta in tasca per risolvere questo problema, magari posso suggerire qualche ingrediente, però una cosa è certa, i cuochi vanno tutti licenziati!

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