LA DOMENICA DELLA VALTOLLA: MA COS’È QUESTA CRISI (10)

(Sergio Efosi Valtolla, fotoamatore, escursionista e narratore)

DUE PAROLE DI PREMESSA SULLA CRISI IN GENERALE

Abili mani per una ricetta piacentina semplice e super

Nel secolo scorso una celebre canzone “ironica” e iconica recitativa…

Ma cos’è questa crisi… ma cos’è questa crisi…

Metta in scena un buon autore

Faccia agire un grande attore e vedrà…

Che la crisi passerà!

Il problema è che un buon autore non l’abbiamo, i grandi (?)attori si, ma l’autore no. E allora?

Allora si pensa, per l’ennesima volta, alla ricetta classica di un Paese senza idee e ormai anche senza fiducia: si fa debito pubblico per pagare bollette e aiutare chi dichiara di non farcela più.

Ma prima o poi quel debito, sempre più grande per il nostro Paese, lo si pagherà.

A chi toccherà?

Temo che saranno i nostri figli e nipoti; un bel fardello in eredità per le nostre incapacità recenti, tutto sulle spalle delle future generazioni.

Proprio come toccò si nostri padri e nonni dopo la guerra, ma con la differenza che noi la guerra non l’abbiamo fatta, loro si.

I nostri figli e nipoti pagheranno per anni e anni di ruberie, privilegi accordati per motivi elettorali, poca attenzione all’ambiente, scarsa manutenzione delle infrastrutture che ora presentano il conto, scelte amministrative e politiche economiche errate che ora ci costano in tasse a carico di ognuno di noi (esclusi gli evasori).

Un sacco di soldi che potremmo usare per far altro, aumentando il benessere per tutti e invece…

LA CRISI È QUI TRA NOI

Nei giorni scorsi la notizia, l’ennesima, riportata dal nostro quotidiano era

“Troppe spese si arrendono due ristoranti”, riferendo di due ristoranti della Val d’Arda che hanno deciso di chiudere per evitare il peggio, per troppe spese rispetto agli incassi.

Si tratta, in questo caso, di due noti e rinomati ristoranti nel territorio di Lugagnano Val d’Arda, uno nel capoluogo e uno a Costa di Rustigazzo.

Due storici pubblici esercizi, molto conosciuti, con una storia gestionale alle spalle di gran valore.

Spiace molto per gli attuali gestori che evidentemente non se la sono sentita di proseguire in un’attività che, non solo per loro, diventa sempre più difficile da svolgere, per gli elevati costi che deve sopportare.

Questi locali sono, putroppo, in buona compagnia con altri, con piccoli supermercati, laboratori artigianali e piccoli commerci.

Nel giro di poco tempo, forse (forse!) per causa della “crisi energetica” sono aumentati i prezzi del caffè all’ingrosso, delle bevande in vetro (il vino in primis), della carne, della pasta, della verdura e così di seguito fino alle bollette per l’energia… e non è ancora iniziato l’inverno.

In pratica i fornitori di bar e ristoranti, per far fronte alle loro maggiori spese per produrre e commercializzare la merce, hanno applicato rincari ai loro listini di vendita.

Questo dei rincari, sui generi di prima necessità, è stato praticato anche dalla grande distribuzione e la paghiamo noi sulla spesa quotidiana.

Tutto, ci è stato detto, per colpa della crisi energetica mondiale causata, in massima parte, dal conflitto russo ucraino.

Sarà davvero così? Personalmente ci credo poco.

Nel senso che gli aumenti erano già annunciati (e in parte praticati) prima dello scoppio del conflitto citato. Di sicuro qualche anello della catena si è grandemente arricchito, altri ulteriormente indeboliti (noi!).

QUINDI PER ORA?

Ora con questa storia tutti i listini (leggi prezzi di vendita) sono umentati e, di conseguenza, a qualcosa dovremo rinunciare, praticando scelte sulle nostre abitudini.

Sarà un caffè e una pizza in meno? Una moderazione nei consumi alimentari? La rinuncia alle spese per l’abbigliamento? Viaggi e vacanze più brevi?

Ognuno farà quello che riterrà utile, vale anche per questi commerci citati.

Di sicuro l’inverno non è ancora iniziato e auguriamoci non produca altri effetti negativi, in attesa che entri in scena un buon autore e faccia agire al meglio i nostri attori.

Comunque la pensiate vi auguro una buona domenica.

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