Parlar male della montagna?

Parlare della montagna e (quasi) sempre bene rischia di diventare un esercizio che stanca.

Allora facciamo un po’ di critiche! Critiche, per carità, non personali quanto piuttosto sui comportamenti delle amministrazioni dell’ ultimo trentennio, sui modi di pensare e agire spesso “autolesionistici” degli stessi amministratori e dei loro amici….

Miliardi nel nulla– Niente scuse, niente piagnistei dal 1970 al 2000 in montagna sono arrivati, rispetto alla popolazione e alla capacità produttiva, tanti miliardi di lire per caseifici, stalle sociali, opere forestali, pascoli, miglioramenti agrari, strade rurali, ecc…ecc… ma di tracce di tutto ciò ne sono rimaste ben poche! Nessun caseificio, nessuna vera stalla sociale, pochissima zootecnia, nessuna traccia di miglioramenti forestali e pochissimo di tutto il resto.

Non ci sono più (quasi del tutto) cooperative forestali e i pascoli migliorati si contano sulle dita di una mano… eppure di finanziamenti per forestazione e pascoli ne sono arrivati tanti. Soldi spesso buttati perché assegnati a imprese inventate, fatte apposta per spendere i finanziamenti CEE e poi lasciate morire…sparite nel nulla.

Ci sono state, tra il 1975 e il 1995,  anche oltre 15 cooperative forestali attive quando, forse, ne sarebbero bastate un paio di vere con al massimo  30/40 operai per 180/200 giornate di lavoro per ogni forestale ogni anno (30 operai veri ribaltano il mondo…). Invece ad ogni campanile una cooperativa…spesso piccolissime e con età media dei componenti oltre i 50 anni !

Assistenzialismo e niente più– Pochi oppositori, nessuna autocritica. Il sistema legalmente creato portava giornate di lavoro un po’ vere e un po’ no….ma andava bene così, era la sopravvivenza (la critica non è per gli operai ma per i politici che hanno inventato il “mostro” invece di proporre soluzioni lungimiranti). Anche oggi che ci sono meno disponibilità di finanziamenti CEE  i “furbetti” sono ancora in azione e applicano i sistemi (purtroppo legali) di sempre: interventi di lavoro fini a se stessi che non lasceranno tracce di progresso e non porteranno lavoro stabile e neppure ciclico…

Assistenzialismo allo stato puro sostenuto da Piacenza a Ravenna e ora in montagna non ci sono neppure i soldi per sgomberare la neve o per tenere aperte le scuole e…non parliamo di strade e frane.

Abbiamo perso 40 anni di opportunità per sviluppare e sostenere iniziative produttive vere e ora siamo alla frutta, chi nel 1970 aveva 40 anni ora ne ha 80 e non ha visto nulla di buono! Se nel 1970 c’erano 50 stalle da latte per ogni comune montano ora ve ne sono zero.

Ancora tanti euro ma…- Recentemente in alta valdarda sono arrivati oltre 800mila €, un miliardo e mezzo di vecchie lire,  di finanziamenti pubblici (di soldi nostri!) a favore di una cooperativa per “disboscare” circa 90 ettari di boschi in massima parte ubicati nel parco provinciale*

Noi pensiamo che con 800mila € spesi per i parchi della valdarda, per la sentieristica, per creare o sostenere micro imprese di giovani, per sostenere le imprese turistiche, il recupero edilizio ecc… avremmo fatto la “rivoluzione”…e invece…

Speriamo che i nuovi amministratori siano più lungimiranti, che si impegnino veramente per la rinascita delle nostre terre.

Analisi parziale? Sicuramente perchè occorrerebbe scrivere, a tal proposito, un libro …

* Si tratta di un piano di sviluppo regolarmente deliberato e approvato dagli Enti preposti (Regione e Provincia) a favore di una cooperativa agricola locale (ci sembra di ricordare si tratti di piccola cooperativa) per il risanamento di alberi malati  e per il taglio colturale di una porzione di boschi privati a ridosso del monte Moria. L’intervento ha suscitato parecchie proteste ma anche parecchie prese di posizioni favorevoli e tutti sono in attesa del pronunciamento della magistratura che ha aperto un ‘inchiesta basata sulle denunce che ha ricevuto da alcuni proprietari dei boschi interessati ai lavori.

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