Bobbio, al convegno individuate soluzioni miracolistiche…

2016-06-03-menegosa S-2865_FotorNel “gran consulto” (convegno) svoltosi a Bobbio lo scorso 1 giugno per lanciare nuove proposte per salvare la montagna si sono sentite proposizioni avanzate almeno in altri 10 convegno precedenti negli ultimi 20 anni…e sempre al capezzale di una montagna in agonia. Come sempre proposte buone ma mai realizzate e quindi l’ennesima presa in giro. Vien proprio da dire: “Qui si fan gran consulti ma il malato non si cura mai”.

Il “carrozzone” della propaganda politica si è messo in moto anche in questa occasione (con i nostri soldi) mettendo in luce l’Italico vizio di politicanti ed amministratori vari di mettersi il vestito bello per carpire la nostra fiducia ma tenendosi ben lontano dalle zone “calde” del nostro Appennino: alta val Nure disastrata dal recente alluvione e alta Valdarda in attesa di vedere cosa deciderà la Regione per il carbonext e l’ospedale di Vallata (con questo non sottovaluto i problemi della Valtrebbia…)
Così abbiamo assistito all’arrivo di assessori e consiglieri regionali che sono venuti a spiegarci quali sono le prospettive di sviluppo economico per l’Appennino piacentino…
E libertà del 2 giugno titolava “Internet e gran coraggio: così si salva la montagna” e dal resoconto si capisce che ancora per molto non succederà nulla di rilevante…e buonanotte suonatori.

Le soluzioni a gran parte dei problemi che da decenni tutti conoscono ci sono, basterebbe solo un pizzico di intelligenza, coraggio e di volontà politica ma non mi pare di vederne in giro né dell’una né dell’altra.
L’esempio? Sono più di 10 anni che promettono internet veloce, connessione reale per i telefoni, servizi per restare in montagna e altre amenità simili. Risultato:  nella sola alta Valdarda ci sono quasi due comuni su quattro dove le connessioni per il web e i telefoni cellulari sono ridicole, con ampie zone “buie” o, se va bene, con connessioni che a mala pena arrivano a mezzo “mega”… Ora ci dicono che il nuovo traguardo è il 2020 quando tutto sarà a posto con connessioni velocissime;  spostano ancora, in tal modo, in avanti l’asticella che era posta in precedenza al 2010, poi al 2011 e cosi via… Ancora una vera presa per i fondelli, come per servizi sanitari in montagna, le attività commerciali che abbisognano di internet veloce, le strade che sono dei veri colabrodo (quando non sono franate…), la burocrazia che soffoca tutto, ecc…
E quello che è peggio è che noi cittadini crediamo ancora alle “balle”, ci caschiamo ancora, ci lasciamo incantare come delle oche. Quindi la soluzione di Bobbio è: pazienza e coraggio…avete capito bene? Pazienza, ancora pazienza e coraggio nell’attesa che le istituzioni decidano di fare qualcosa…prima che tutto sia definitivamente franato a valle. 

La conclusione dopo aver assistito a questo ennesimo “spettacolo” di cui si è fatto cenno la riprendo dal web : questa politica è come una cassa di frutta, il primo strato é bello e sotto fa schifo.

Editoriale di Sergio E.Valtolla

2 commenti

  1. Tutto il mondo è paese… potrei sottoscrivere parola per parola tutto quanto da voi detto oggi e nei giorni precedenti: sotto elezioni succedono veri miracoli! Ormai sono troppi anni che vedo e sento aria fritta. Così nella mia montagna di residenza (Piemonte, valli di Lanzo: un tempo zona di villeggiatura per i ricchi torinesi, ora gli unici villeggianti sono cinghiali e caprioli che devastano e le famose seconde case sono tutte in vendita, se non fatiscenti), dove ora c’è un brulicare di cantieri per marciapiedi e cordoli dalla dubbia utilità.
    Stessa trama in alta Toscana ( Valle del Verde a monte di Pontremoli) terra d’origine di mio marito, che frequento assiduamente da più di trent’anni. Qui l’emigrazione, le guerre, il miraggio del “far fortuna” all’estero hanno desertificato dei borghi di una bellezza straordinaria, Non c’è più un bambino in età scolare, quasi solo anziani e francesi schiamazzanti ( seconde e terze generazioni) solo il mese di agosto. Qui le alluvioni ( il territorio è molto simile al vostro: fragile, delicato, bisognoso di cure umane) hanno danneggiato seriamente un ponte sul Verde. La gente del posto, abituata a vigilare, ha segnalato a chi di dovere più di una volta i danni, consigliando anche degli interventi di consolidamento non costosi. Inutile dire che i loro appelli sono rimasti inascoltati, così l’ultima alluvione ha dato il colpo di grazia. Ponte inagilbile, è stato demolito con dispendio di mezzi e denari (ciò dimostra che chi l’ha costruito l’ha fatto con saggezza), costruito un muraglione di massi e cemento( che è un invito alle acque a prendere velocità e impeto) e poi Nulla. I fondi stanziati sono spariti… E’ ben vero che nella sperduta frazione denominata Cervara ( che ancora negli anni 80 contava qualche centinaio di abitanti, aveva botteghe, osterie… ) sono rimasti circa 80 abitanti, di cui molti anziani. Ma ora la si raggiunge SOLO per una stradina ripida e pericolosa. La gente dei paesi vicini, furibonda, ha mandato a quel paese i candidati di una lista, invitandoli a ringraziare Giove Pluvio o san Giorgio, patrono di Cervara, che l’inverno passato è stato mite. Un’ambulanza o qualunque mezzo di trasporto non sarebbe riuscito a raggiungere il paese.
    Ma tanto: cittadini per pagare tasse, inutili zavorre per quanto riguarda i diritti.
    Non mi rassegnerò mai!!!!
    Sono molto contenta di poter nuovamente leggere questo blog.
    Cordiali empatici saluti montanari.
    marica barbaro

    • Marica, la situazione la descrivi bene. Conosco in parte le zone toscane che citi e so che sono, in talune parti, devastate dall’abbandono e dal mancato intervento di manutenzione che solo la presenza dell’uomo sa attivare. Grazie del commento.

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