Cementi Rossi brucia gomme esauste e la nostra?

«L’industria Cementi Rossi chiede di poter aumentare da 33mila a 75mila tonnellate la quantità di rifiuti da bruciare nel suo cementificio. Si tratta di pneumatici fuori uso triturati, gomma, ritagli di gomma e plastica in sostituzione di combustibile tradizionale, li si vuol utilizzare per alimentare il forno di cottura del clinker...

La decisione di Cementi Rossi è di quelle destinate a far discutere in città, il cementificio infatti, insieme alla Centrale elettrica e all’impianto di Tecnoborgo, dà vita a un polo di enorme delicatezza ambientale alle porte di Piacenza e come spesso si dice, a qualche centinaio di metri in linea d’aria da Piazza Cavalli. Si tratta di industrie inquinanti alle quali le direttive delle autorizzazioni ambientali impongono di mitigare al massimo gli impatti applicando i migliori filtri e misure contenitive degli inquinanti. »…ci sono già segnali di contrarietà da parte del consigliere provinciale Gazzola dell’IDV «Piacenza arriverebbe ad avere un altro inceneritore di rifiuti – attacca – E in una situazione di grave inquinamento dell’aria nella nostra città la Provincia dovrà riflettere seriamente due volte prima di prendersi tale responsabilità».

La domanda sorge spontanea: cosa brucia nei camini della nostra cementeria? Non dimentichiamo infatti che la centralina di Lugagnano v.a. come quelle prossime alla cementi Rossi di Piacenza (zona cimitero) registrano parecchi sforamenti all’anno in materia di rilevamento delle micidiali polveri sottili ( le PM10). Sforamenti che in taluni casi sono oltre ogni senso! Il dato Arpa di Lugagnano, putroppo, non segnala la super micidiale polvere sottilissima PM2,5…per nostra tranquillità. Il solo problema PM10 in valdarda non è un problema solo per Lugagnano ma anche per Vernasca, Castell’arquato e Fiorenzuola…Che c’entrino o non la cementeria e il grande movimento di camion non è dato sapere ma verificare non sarebbe meglio?

vecchia cementeria all’epoca della costruzzione della diga…(foto di F.F.)

2 commenti

  1. Purtroppo è vero, a Lugagnano non si controllano altri parametri che potrebbero sicuramente mostrare qualche sorpresa sgradita.. Cosa si bruci di preciso non so, ma passando davanti al segnale a led dove entrano i camion con la “materia prima” capita di leggere voci un po’ strane.. provare per credere, o chiedere ai trasportatori locali.
    Per verificare… butto li un sasso nello stagno. Perché non provare a interessare chi questi strumenti li ha? Oltre ad ARPA intendo, esistono realtà diverse più o meno indipendenti che possono gestire campionamenti di polveri sottili in autonomia. Mi riferisco a LEAP (http://www.leap.polimi.it/leap/it/leap-polveri-fini-piacenza.html) che a Piacenza città ha in corso uno studio che potrebbe essere riproposto per la valdarda! Non conosco i termini (economici e/o di formalizzazione) di una possibile ripetizione a Lugagnano o dintorni, ma perché non provare a muoversi in una direzione simile?

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