Alta Valdarda, antica valtolla abbandonata…

valtolla nostra
valtolla nostra

Sono appena giunto oggi, adulto, nella parte più alta della vallata e guardo il grande sasso dove sedeva la mia grande compagnia : è desolato, e i rovi l’hanno attorniato, ma le macchie rosse di bonarda lasciate dai bicchieri sono resistenti a tutte le intemperie, sono la firma del nostro passaggio.

L’intera vallata alta dell’Arda, s’è pian piano svuotata. In inverno è semiabbandonata e in estate non è più l’alta valdarda di una volta. Le nostre piccole chiese, in luglio e agosto, non si riempiono nemmeno, una volta  erano gremite. Ma gli anni ’70 sono finiti da un pezzo…
Purtroppo indietro non si può tornare, ma si può lavorare affinché il paese non muoia di desolazione.

Allora che a Casali un gruppo di giovani, con una ragazza in testa, continuino a far vivere la loro bella Proloco è un miracolo. Un bel miracolo. Un bel gesto di tutto il paese  e dei suoi amici sparsi per mezzo mondo.

Tanti borghi del comprensorio della parte alta dell’Arda (quella tra la Rocca e il Pelizzone, tra il Menegosa e il Lama) sono in questa condizione e noi  dovremmo impegnarci un po’ di più affinché non accada mai l’irreparabile preservando le nostre origini, le radici del nostro cuore come hanno fatto gli amici citati ma anche tanti altri della valtolla. Fare gruppo per aggiustare, nei nostri tempi di vacanza,  una cappelletta, un sentiero, la canonica è salvaguardare la memoria… per i nostri figli e nipoti.

(scritto da G.A.)

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