
Brigante della valtolla
Poche carte geografiche riportano il paesino di Rigollo.
Giungervi non è così facile, anche se dista solo una decina di km da Pellegrino P. se.
In questa piccola, sconosciuta, valle dello Stirone-Rivarolo, la pace regna sovrana e la natura, tornata da tempo ad essere rigogliosa, è davvero incontaminata.
Questa valle se l’andate a cercare su Google Maps non la troverete.
Ancora più difficile sarà scoprire il corso del Rivarolo, che è un piccolo affluente del più importante e famoso Stirone (quello del Parco fluviale delle province di Parma e Piacenza che nasce sul fianco del Monte S. Cristina, sulla cui cima si possono ancora osservare i ruderi di un misterioso eremo; misterioso ma non per me che ne conosco bene la storia templare, ma questa è un’altra storia …).
Oggi Rigollo, come Piandolo, gli Azzali e altri sperduti paesini della valle, è ormai quasi disabitato.
Un tempo da questo piccolo gruppo di case sparse a picco sulla valle di un ramo del torrente Rivarolo (che scende da Pozzolo), ogni settimana partivano camion carichi di ogni tipo di frutta destinata alle città e alle industrie del settore del nord Italia. Dagli Azzali fino a agli anni ’60 partivano contadini che a piedi, con il cesto carico di frutta, andavano a piedi di venerdì al mercato di Lugagnano.
Ora al rincorrersi delle stagioni si sovrappone il solo fruscio delle fronde degli alberi e lo scorrere pigro delle acque del torrente.
Ma voi vi chiederete: cos’ha di così speciale Rigollo?
Nell’antichità questo paesino, fondato dai Romani, si chiamava Aurigulum.
Avete capito bene, è chiaro? ORO, si ORO signori miei!
Sissignori, in questo sperduto angolo del mondo che, come ho detto prima, è difficile ancora oggi da trovare, gli antichi Romani avevano trovato l’oro e lo estraevano nelle miniere attorno a Piandolo e precisamente in località Casa del Gobbo.
Quando i Romani se ne andarono, la miniera venne abbandonata e chiusa dalle frane e dalla vegetazione. Per secoli, la popolazione del luogo cercò la miniera perduta finchè nei primi anni del Novecento, grazie all’intraprendenza dell’allora parroco Don Eugenio Nicoli di Vezzolacca, la miniera riprese vita ricominciò così la corsa all’oro. Numerosi contadini arrivarono per cercare fortuna. Piano piano la miniera prese forma e si attrezzò come quelle che tante volte si vedono nei film, con due gallerie che entravano nel fianco della collina per circa sessanta metri, con rotaie e carrelli per il trasporto del materiale scavato. Si legge che dalle fatiche di Nicoli una base minerale fu trovata: 200 grammi d’argento, 12 d’oro in ogni tonnellata di terra, non certo tali da rendere giustificabile l’impresa dal punto di vista economico. Poco alla volta l’interesse e le speranze del povero prete di campagna si esaurirono, come le sue risorse. La miniera venne abbandonata e andò in rovina, tanto che oggi, la miniera, occultata da fitta vegetazione come dopo l’abbandono dei Romani 2000 anni fa, è difficilmente visibile.
©coordinamento editoriale F.F.&S.E.
Grazie per un’altro articolo interessantissimo ancora di piu’ perche’ mia mamma e’ di origine di Rigollo. Ora, a 91 anni, abita con noi a Londra dove precedentemente aveva vissuto per 39 anni prima di tornare in Italia nel ’87.
Era una storia che gia’ ne avevo letto nella rivista ‘Cara Val Stirone’,
e Don Eugenio, mia mamma lo conosceva. Le ha fatto molto piacere di vedere l’articolo e anche la bella foto di Rigollo nella quale si puo’ individuare la sua casa native che si vede fra la chiesa
e le case a sinistra.
Grazie mille,
Nando
Grazie a te per questa testimonianza. Ci fa molto piacere quello che scrivi. Ti auguriamo tanta serenità con la tua famiglia.
P.la redazione del blog
sergio
caro nando
ho letto casualmente il tuo commento ma con immenso piacere.
sono nato a luneto,sulla via per bore e confermo che negli anni 50 persone di rigollo venivano a bore per il mercato col cesto di frutta (ciliege)
una cugina di mia madre (dolores conti) viveva a rigollo e haveva ferretti come cognome.
Forse tua madre se la ricorda?
tante buone cose a voi tutti
mario escarini
grazie Mario per la tua testimonianza.
p.la redazione del blog
sergio
mi chiamo angelo della famiglia moruzzi sono nato a pozzolo e conosco bene rigollo i ronchetti sono miei cugini io arigollo ci venivo per cilige e alla eta di 5 anni ci sono venuto a prendere labacedario e tante altre storie se volete contattarmi ciao
grazie angelo, se hai storie da raccontare le raccoglieremo volentieri, puoi inviare foto e storie a mezzo della nostra mail e le pubblicheremo: blog.valtolla@yahoo.it
nelle pozze del torrente rivarolo io ci andavo a pescare i gamberi e anche a fare il bagno
Mia mamma era di rigollo. ed esattamente dei Chierici si chiamava Maria mazzaschi ed erano jn 5 sorelle ed 1 fratello io sono suo figlio Roberto Borella ,e in località Chierici ho ancora la casa di mia mamma .Rigollo è un paese incantevole.
mio nonno era Giovanni Sartori di Piandolo belli ricordi ora non ce piu nessuno solo Gianfranco Sartori