
di Brigante della Valtolla
Cari amici, ho recuperato sul blogfidentino qualcosa che vi propongo….ma a modo mio.
“Non è facile avere un bel giardino: è difficile come governare un regno” scriveva Hermann Hesse. Ed è proprio questo, citando l’autore tedesco, il fascino racchiuso nell’antico giardino pensile all’interno del Castello di Vigoleno, del “regno favoloso” e autentico di Vigoleno.
Ma pare che, purtroppo, il giardino pensile, che per cinque livelli si sviluppa lungo la fortificazione del Castello-palazzo verso la valle dello Stirone, sia ormai quasi un ricordo…nel senso che l’originale era altra cosa.
“Cosa mai potrebbe essere il castello-palazzo di Vigoleno senza il suo giardino pensile” ci si potrebbe chiedere. Ma andiamo con ordine…
Luogo incantato, Vigoleno mantiene un fascino particolare come la magia del cinghiale con la polenta, dei pisarei e fasö, della buona coppa piacentina e tante altre bontà che si gustano alla “Taverna al Castello”. Ma raccontiamola questa storia del giardino della Principessa Maria Ruspoli Duchessa di Gramont che arrivata a Vigoleno vi abitò, dal 1921 fino al 1935.

LA TESTIMONE DEL TEMPO…
«Sarà stato il 1920 o il 21, avevo quattro anni e ho visto arrivare lo splendore», è la testimonianza della borghigiana Angela Villa, quando vide arrivare nel piccolo borgo di Vigoleno una bellissima carrozza trainata da sei cavalli, da cui uscì Lei, la bella principessa che tutti i “rospetti” del borgo aspettavano.
«Furono anni stupendi», ricorda Angela: «la Duchessa aveva sempre regali per tutti i bambini e organizzava tante feste anche per noi borghigiani e tutto cambiò in meglio: lei a Vigoleno portò il benessere, ma soprattutto portò la bellezza. Tante cose belle non si erano mai viste da noi prima e non si videro più dopo di lei… la grande carrozza coi cavalli romeni che il fratello le aveva lasciato, le feste, il bellissimo teatrino. Anzi, posso dire che la decadenza di Vigoleno cominciò nel 1935, quando lei fu costretta a vendere il castello e ad andarsene ad Aix-en-Provence … »(…).
Lei era Maria Ruspoli de Gramont, nata a Roma nel 1888 come principessa Maria Ruspoli figlia di don Luigi e Clelia dei conti Balboni, maritata a Parigi nel 1907 col Duca Agenor di Gramont (che morì nel 1925 lasciandole una notevole fortuna che però si esaurì nel giro di un decennio), rimaritata qualche anno più tardi con Jean Hugo (discendente del grande romanziere Victor, quello che forse, anzi senza forse, è stato il più grande scrittore francese moderno…), nota a tutti i vigolenesi come “la Duchessa” (perché, modestamente, era solita lasciare da parte il suo titolo natale di principessa in favore di quello del primo marito). (…)

QUANDO IL CASTELLO ERA IN ROVINA…
A quel tempo, il borgo, con il suo castello-palazzo, era quasi in rovina; la Duchessa lo fece rinascere avviando un robusto restauro del castello-palazzo, giardino compreso, intervenendo sul costruito e arredando il castello-palazzo di mobili e arredi preziosi con la consulenza di Pippo Naldi (singolarissima figura di giornalista e avventuriero), facendo realizzare il teatrino dall’allora celebre pittore russo Alexandre Iacovleff, creando nel borgo una specie di corte rinascimentale, in pieno XX Secolo, frequentata dal bel mondo dell’arte e della cultura di quel tempo. Trasformò il castello nella sede di un salotto culturale e mondano internazionale, fitto di nomi che hanno fatto la storia dell’arte e dello spettacolo: dal poeta Gabriele d’Annunzio al sommo pianista Arthur Rubinstein, dai divi di Hollywood al grande pittore surrealista Max Ernst, etc…(…).
MA QUEL GIARDINO CAPOLAVORO…
Purtroppo il giardino pensile, come ho ricordato, che per cinque livelli si sviluppa (si sviluppava?) lungo la fortificazione del Castello-palazzo verso la valle dello Stirone, pare sia stato parecchio modificato e sarebbe importante capire se qualcuno ha verificato? Vi chiederete perché tanto interesse per un semplice giardino e allora è giusto che sappiate che quel giardino, disegnato e realizzato nel 1921 da un architetto della scuola di Gaudì (il geniale architetto spagnolo-catalano realizzatore della Sagrada Família, patrimonio dell’umanità), era un vero gioiello, un’opera artistica a cielo aperto. Per questo ci domandiamo se sarà sopravvissuto alla cementificazione-ristrutturazione di questi ultimi anni. Per intanto guardate le foto del prima e del dopo…e giudicate.

* riferimenti bibliografici e estratti
1) Quotidiano “Libertà” del 17/06/2002
2) http://www.blogfidentino.com (post del 18-04-2013 e del 29-01-2011)