Lugagnano: sal insicium o vicus Lucanianus?

lugagnano primavera IMG_3555Mentre di buon’ora percorriamo lentamente la via che costeggia il mercato, che già si riempie di voci e di odori, ci sovvengono le piccole botteghe alimentari e le macellerie del paese colme di sapori antichi che non si sono mai perduti , a partire dai salumi eccellenti e dalla luganega, quella che secondo qualche buontempone avrebbe ispirato il toponimo Lugagnano. Non la pensava così Marco Terenzio Varrone, scrittore e militare romano, che visse nel periodo in cui la Valdarda era “romana”, che scrisse: “… Lucanicam dicunt quod milites a Lucanis didicerint… ”, – Si chiama Lucanica perché i soldati l’hanno conosciuta dai lucani -…

Prima dell’arrivo dei romani, però, anche queste montagne e le colline, come le stesse pianure locali, quelle non densamente malsane, erano occupate da popolazioni “aborigine” che avevano rapporti con i Celti giunti dal nord-ovest dell’Italia e dell’Europa e con gli Etruschi che avevano colonie nella pianura del Po. Fu da loro, probabilmente, che la popolazione locale apprese e migliorò, a sua volta, la tecnica di conservare la carne di maiale dentro il budello stesso. Una norcineria che si perde nella notte  dei tempi e tuttora validissima come lo dimostrano ben tre salumi DOP piacentini. Ma Lugagnano non c’entra nulla con l’ottima luganega dei Lucani!
Più interessante la tesi secondo la quale nella zona a ridosso dal monte Giogo si trovasse un bosco sacro degli Anani o Anari, popolazione celtica  proveniente dal centro dell’attuale Francia che, in un determinato periodo, si stabilizzò nella vicina valle dello Strone pedecollinare, nei dintorni di Fidenza. Il luogo fu forse definito Lucus Adneanus, bosco degli Anani, dove Lucus, in latino, è il bosco sacro (lucus est arborum mul tudo cum religione). Ma, lo ripetiamo, si tratta di semplici e non provate supposizioni. Al punto che per altri studiosi lucus sarebbe un termine mutuato dal greco antico, forse storpiato: lykos ovvero lupo oppure leukòs, luminoso, o chissà cos’altro.
A noi piace invece credere che il toponimo vada fatto risalire a un condottiero antico, pre-romano, che qui si sarebbe stabilito con la sua tribù. Un ligure antico, un vero progenitore e fondatore del primo insediamento locale ai piedi delle montagne appenniniche.
Tuttavia alcune delle definizioni, tra quelle citate, sono riduttive per chi come noi, ritiene che qui esistesse un insediamento umano ben prima che i romani e gli stessi Anani o Anari giungessero da queste parti. Ci piace pensare che l’etimologia più congetturale che assegna l’onore della creazione del toponimo Lugagnano si perda nella notte dei tempi. Risalente alla presenza accertata dei Liguri Eleati o Veleiati nel piacentino dove fondarono, a pochi km da Lugagnano, l’importante centro di Veleia.

Forse si trattò, nel caso di Lugagnano, di un piccolo villaggio rurale in riva all’Arda, alle prime pendici del monte Giogo, il cui capostipite dovette essere Lucanius o Lucanus che i successivi colonizzatori romani ripresero per coniare il toponimo “Vicus Lucanianus”…

Chiunque abbia tenuto a battesimo il suo nome, chiunque sia il fondatore antico di Lugagnano, questo grazie alla sua posizione geografica, fu comunque il luogo nel quale i montanari delle valli dell’Arda e del Chiavenna poterono scendere per portare i frutti della loro caccia, delle loro terre, dei loro boschi e scambiarli con coloro che risalivano dalla vicina Castell’Arquato o dalle pianure della Valdarda. E da queste parti, in epoche successive, passavano anche coloro che per affari o incarichi vari itineravano tra l’oppidum di Fiorenzuola, Castell’Arquato, il municipium di Veleia Augusta e oltre.

E forse basta questo per comprendere l’origine del successo mercatale di Lugagnano, erede con Castell’Arquato, delle a vità commerciali e civili a ribuite alla Veleia prima decadente e poi scomparsa…

Ma quest’aroma di luganega fresca, di salsiccia, sal insicium, di carne di maiale aromatizzata, che percorre in quest’ora del mattino i vicoli della Lugagnano attuale, in attesa del mercato del venerdì, accende la nostra memoria al punto che la pregustiamo virtualmente, impazienti di poterlo fare realmente, insieme a un buon bicchiere di Gutturnio DOC vivace …

Estratto da “ECCELLENZE ENO-GASTRONOMICHE IN VALDARDA E DINTORNI” di Sergio Efosi e Fausto Ferrari (200 pagine a colori, 43 tra aziende vitivinicole, ristoranti, trattorie …  censite nella media e alta valdarda e dintorni).

 

 

4 commenti

  1. L’etimologia di Lugagnano è “bosco sacro degli Anani”, in latino “Lucus Adneanus o Aneani”. Il Lucus (che indicava le radure del bosco, con i coni di luce) è il bosco sacro delle culture “italiche”, mentre il bosco “normale” è detto Silva. Nell’area ligure ne esistono
    diversi tra cui Lucus Bormani (dedicato alla dea Borman, Diana dei Romani, a Diano Marina.
    Il trapasso dal latino all’italiano ha mutato “ana” (e simili) in “agna” trasformando Lucus Aniani in Lugagnano, Lanus (canale) in Lagno, Savinianus in Savignano, et ita porro.
    Saluti, Bafurno

    • Ciao Salvatore, quello che scrivi è interessante e lo condivido ma, come sai, ci sono anche altre interpretazioni. Del resto le fonti disponibili non sono moltissime e siamo, nella zona, parecchio carenti di ricerche archeologiche…anche per quanto riguarda la stessa Veleia. Grazie del commento.

  2. Sono socio dell’Istituto Internazionale Studi Liguri, sez. Intemelia, e ne seguo sempre le attività. Ho notato che abbiamo le sezioni Lunense e Lucense (Luni e Lucca) ma non la Veleiate, per cui qui siamo fuori dalla “storia ligure”, mentre ne siamo parte integrante.
    Conosco anche i motivi ma, onde evitare polemiche, mi limito, nei miei limiti, a parteciparvi le nozioni apprese nell’IISL.

    • Seguo poco i vari “istituti” ma ne apprezzo gli studi che pubblicano. Sono sicuramente sempre stato interessato alla storia dei liguri, nostri progenitori piacentini. Ovviamente il mio interesse è molto amatoriale. Grazie per i tuoi contributi.

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