Tempo di badili, sorrisi e idiozie…
Tra pochi giorni si vota e ancora una volta nel mese che precede il voto sono saltati fuori i soldi per riparare buche, ripristinare canali, posare nuovi lampioni, asfaltare il tratto di strada dove abitano elettori fedeli, sfalciare l’erba di un campo giochi, ecc… Per 5 anni si era detto alle varie richieste dei cittadini “ non ci sono soldi, non possiamo spendere , ci bloccano…” e altre simili risposte.
Ma in questo ultimo mese, è stato un via e vai di fasce tricolore, di visite presidenziali, di calate di assessori regionali con processione di vari consiglieri regionali piacentini e onorevoli che si sono sperticati in sorrisi, strette di mano, ascolto delle persone; è stato il tempo di molte parole, delle promesse sfavillanti (avrete un ospedale più forte e bello di pria…) e soprattutto di badili che rischiavano di arrugginire causa il non utilizzo prolungato.
In un mese ho visto risorgere lampioni, colmare buche, finire rapidamente lavori che non terminavano mai, spargere un po’ di camion di asfalto e ghiaia da una parte all’altra…
Tutta quella manutenzione che dovrebbe essere ordinaria, regolare nel corso degli anni è divenuta di colpo straordinaria, i soldi che non ci sono mai stati sono improvvisamente saltati fuori. E poi… quante promesse da parte di tutti. Evviva, evviva!!!
Tra il serio e il goliardico…
Ma nonostante questo non ho potuto evitare di pensare goliardico (qualche idiozia dovevo parla dirla anch’io!), come quando ero giovane studente e rispolverare il detto che recita: “fare confusione e agitarsi a vuoto per attrarre la benevola attenzione di chi sta intorno”….perché ancora una volta ho avuto questa sensazione.
E con lo stesso spirito “goliardico”, scherzoso, avanzo una proposta: i consigli comunali durino solo due anni e non cinque, così avremo strade riparate, giardini pubblici ben tenuti, migliori servizi più spesso, ecc…ecc…
Più seriamente, invece, ricordo che oggi è la festa della Repubblica, quella dei padri fondatori, di coloro che hanno veramente lottato per ottenerla, dei nostri nonni e genitori che con le pezze al “cu…” hanno ricostruito l’Italia dopo una guerra devastante, che ci han permesso di studiare, parlare in libertà, di progredire…
Andrò a votare, sicuramente per rispettare quelle donne e quegli uomini…ma devo riflettere sul chi votare. Ma andrò a votare, è un mio diritto-dovere.
Editoriale di Sergio E.Valtolla
Ps: ogni riferimento a fatti e persone coinvolte nella campagna elettorale locale è puramente casuale e involontario. Frutto della mia fantasia.
ciao Sergio
probabilmente la masnada di politici nostrani considerano il popolo elettore per quello che è….. se così non fosse il popolo elettore avrebbe già impugnato a dovere i cari ed utili badili….Quanto mi piacerebbe udire uno di questi giorni un bel “tintinnio di badili”…..
LE ELEZIONI COMUNALI DI FIORENZUOLA DI 2000 ANNI FA.
Nell’anno 16 d.C., i Fiorenzuolani, cittadini della Res Pubblica Veleiatium, avrebbero votato solo per i Duumviri Iure Dicundo (i due responsabili della politica) e gli Aediles (i due amministratori) del Municipium di Velleia. L’incarico durava un anno solare e ci si poteva ricandidare, per lo stesso incarico, solo dopo cinque anni. Gli eletti dovevano provvedere in proprio alle spese di gestione del proprio incarico (segretari, messo comunale, ecc.).
Il Consiglio Comunale” Comitium” comprendeva il populus, tutti i cittadini maschi e liberi, tutti gli aventi diritto al voto. La base del governo era il consiglio municipale, (La Giunta odierna) formato da personaggi abbienti o importanti o avesse coperto cariche politiche sia statali (Cursus honoris) sia locali (Duumviri i.d., Aediles, ecc.).
La campagna elettorale durava circa un anno, a spese dei candidati (detti così perché dovevano indossare una tunica bianca, con comizi e scritte elettorali esposte sui muri nelle ore notturne.
Votazioni –
Per votare il Civis Romanus Florentianus, nel giorno stabilito, si recava a Velleia, Sede del Municipium. Gli elettori erano suddivisi in “sezioni”, dette tribus o curiae, ossia distretti territoriali probabilmente corrispondenti ad un pagus o un quartiere (vicus).
Da vicus deriva “vicini” nome che compare negli appelli (“manifesti elettorali”, rivolti ai vicini da parte dei candidati) e usato per i votanti che dichiaravano il loro candidato.
Nel giorno stabilito, era convocato nel foro il comitium, diviso in “sezioni elettorali”.
Il voto si esprimeva su una tavoletta cerata (per tabellam) su cui l’elettore incideva il nome dei candidati prescelti (Duonviro e Edile). La tabella era deposta dall’elettore nell’arca (urna) o (canestro) della “sezione” cui l’elettore apparteneva.
La presidenza dell’assemblea spettava al duumvir senior (duumviro anziano) che prendeva posto sul suggestum (una tribuna) con i suoi collaboratori. Il singolo elettore consegnava una tesserula all’incaricato per la verifica dell’identità e riceveva la tabella per la votazione. La Tesserula elettorale era restituita alla riconsegna della tabella.
Lo scrutinio era immediato, i diribitores, scrutatori, provvedevano al conteggio. Il vincitore era proclamato in base al maggior numero di “sezioni” e non al maggior numero di voti raccolti, sistema migliore e più efficace del nostro, in cui vale il numero, in assoluto, delle preferenze.
In archivio ho lo studio completo sul Municipium. Per le scritte elettorali, ricavate dai muri di Pompei, elezioni del 79 d.C., se interessa, seguirà un altro articolo.
Bafurno Salvatore
Io ho altre info relativamente ai confini del municipio di Veleia che non comprendeva Fiorenzuola. Ma sarei curioso di leggere altre notizie. Grazie
Florentia era un pagus, con annessa Mansio della Via Aemilia, del Municipium Velleiatium, la cui area è stata esaminata con i dati della Tabula Alimentaria, del 100/110 d.C., sulle mappe del ‘800 o anche odierne, un errore storiografico in una area fortemente modificata da eventi geologici e metereologici.
Florentia appare sui Bicchieri di Vicarello (ante 13 a.C.) e non nel libro III della Geografia di Plinio. Infatti “il bicchiere” riporta le Mansio, Plinio riporta i Municipii intorno al ’79 a.C., anno della morte.
Allego un File in cui riporto i “Bicchieri di Vicarello” e.. alla prossima. Saluti, Bafurno,
Il motivo per cui sulla Tabula Alimentaria manca il nome Florentia potrebbe essere perchè il Pagus era un Ager Pubblicus, cioè in consegna al Municipium e non proprietà di privati cittadini. Infatti era una “zona umida tipo bordiga” formata dall’Arda a seguito di rotte o alluvioni. Nel territorio di Libarna, oltre il crinale, fu trovato un cippo che delimitava una proprietà privata dall’Ager Pubblicus, costituito da bosco ceduo e pascoli di malga.
Saluti, Bafurno