
Solo un anno fa dalle nostre parti l’alluvione ha travolto paesi dall’Appennino al fondovalle. Farini, Ferriere, Bettola, la Valtrebbia e la Valdaveto e poi Roncaglia, e ancora tanti luoghi, case isolate, piccole frazioni della provincia di Piacenza.
Ora, in questo momento, la terra trema ancora sull’Appennino, poco distante da noi, tra L’Umbria e le Marche. Questa volta la terra trema nel sottosuolo e in superficie tutto crolla…e sembra non finire mai.
Se parliamo di eventi sismici non possiamo dimenticare i tragici precedenti dal Belice al Friuli, dall’Irpinia all’Umbria, all’Aquila, all’Emilia…
Se parliamo invece di fango e alluvioni la lista è anche più lunga: dall’alluvione di Firenze di 50anni fa ad Alessandria, da Genova alle 5terre, con centinaia di altre località duramente colpite compresa la provincia di Piacenza nello scorso 2015 ma altre volte colpita brutalmente con grandi frane e cose del genere.
Ma poi, e da sempre, scopriamo che dopo il clamore mediatico, dopo la commozione collettiva entrano in campo i burocrati e gli “sciacalli”, figli della stessa logica: rallentare i lavori o speculare…sul dolore della gente.
E gli “sciacalli”, per intenderci, non sono solo quelli che rubano nelle povere case abbandonate. Sono più pericolosi gli “sciacalli grossi”, quelli vicini al potere, gli amici dei politici, di certi politici che ad ogni disgrazia ricompaiono per fare la loro “ricostruzione criminale”.

Stiamo parlando di quelli che ri-costruiscono le scuole e gli ospedali con molta sabbia e zero criteri antisismici, ovvero senza alcuna sicurezza…che alla prima scossa crollano nuovamente …come un castello di sabbia; oppure di quelli che costruiscono e ri-costruiscono le strade e i ponti che dovrebbero costare 100 e li fan costare 1000…e che al primo acquazzone cedono o franano nuovamente. E cose del genere…
Ma non possiamo dimenticare quelli, e sono sempre uomini locali, spesso sindaci, che rilasciano licenze edilizie per costruire (o ri-costruire) case e impianti industriali negli alvei dei fiumi e nei torrenti…
Le “sfighe” si possono evitare solo se si costruiscono o si ri-costruiscono, scuole, ospedali, case di riposo e case con materiali idonei e con moderni criteri antisismici ovunque a cominciare dalle zone classificate con rischio sismico e rischio idrogeologico, e dunque anche nel piacentino.
Non si evitano i guai con l’italico fatalismo del “…tanto prima o poi doveva succedere o succederà ancora perché siamo un paese sismico“. Con questa logica in 50 anni si sono spesi oltre 100 miliardi di Euro per riparare i danni (e pure male o in maniera incompleta) ma non si è fatto nulla per prevenire.
Con 100 miliardi spesi in prevenzione avremmo avuto uno dei Paesi meno rischiosi in caso di calamità naturali e invece…
E invece?
Noi aspettiamo la prossima “sfiga” per piangere e poi metter tutto nel dimenticatoio.
Ora ci hanno nuovamente promesso che tutto sarà ricostruito …e con criteri antisismici, ma sarà vero?
Ps: Renzo Piano, uno dei grandi architetti del mondo, parla di un progetto generazionale per rendere “meno fragile la bellezza dell’Italia” senza rassegnarsi alla “fatalità” dei terremoti. Che abbia ragione lui? L’idea dell’architetto è che dopo i terremoti non si debbano allontanare le popolazioni colpite ma anzi farle restare vicine ai cantieri della ricostruzione, essere coinvolti. Clicca qui per leggere l’idea di Piano.
