FUSIONI TRA I COMUNI: L’UOMO DEL MONTE HA DETTO NO!
Forse nessuno si aspettava un risultato così, forse la “macchina da guerra del SI” per la fusione tra Pontedell’Olio con Vigolzone e tra Bettola con Farini e Bettola non era ben sintonizzata con i suoi cittadini e con il loro umore che, in Valnure, deve essere parecchio nero.
Risultato: pochi partecipanti alla consultazione ma una valanga di NO alla fusione.
Eppure per il SI si erano schierati i sindaci con le loro giunte dei comuni nominati; donne uomini appartenenti a diverse tendenze politiche.
Ma allora, arrivati a questo punto, è la gente che non capisce nulla o sono i politici che ancora una volta sono lontani anni luce dai loro concittadini?
Eppure c’era la promessa di un decennio di finanziamenti da parte della Regione per servizi, scuole, strade, ecc…
Evidentemente i cittadini, in maggioranza, non si son fidati delle ennesime promesse della politica, e non solo nel piacentino ma anche nel parmense.
Perché tutto questo? Perché in questi anni le popolazioni locali, e quelle montanare in primis, hanno solo e sempre ricevuto promesse, puntuali come un ‘orologio svizzero…e poi quasi mai mantenute.
Hanno visto eseguire opere pubbliche con approssimazione e spesso insufficienza; han visto strade devastate e solo raffazzonate alla meglio; frane gravissime lasciate tali o solo minimamente riparate; connessioni internet e telefoniche sempre peggiori con ampie zone “buie”; sempre maggiore degrado e abbandono del territorio e assottigliamento dei già pochi, pochi e scarsi, servizi…e fuga della popolazione giovane e attiva.
Tutto questo, associato alla perdurante crisi del Paese, ha determinato un calvario continuo per le aree collinari e montane …una situazione al limite della sopportazione senza che da anni si registrino interventi veri e duraturi per invertire tale tendenza in atto da decenni.
Ai cittadini era richiesto di “firmare”l’ennesima cambiale in bianco alla politica, a quella che ha promesso e non mantenuto, a quella che si ricorda di loro solo quando ci sono tornate elettorali, a quella del bla…bla…bla.
I valnuresi hanno detto NO!
Il risultato di questi referendum locali è la prova della lontananza tra i cittadini e la politica medesima.
La gente non si è fidata delle ennesime promesse! Promesse puntuali ad ogni camapagna elettorale, poi altrettanto puntualmente disattese.
Poi ci sono anche ragioni storico-culturali che hanno il loro peso…
Qualcuno pensa al campanilismo? Forse, ma non dimentichiamo, che la più vecchia delle istituzioni pubbliche nazionali sono i comuni e non, come qualche politico pensa, i principati…con relativi principi.
E IN VALDARDA CI PROVERANNO?
Qui per ora, nel chiuso delle stanze della politica, si parla solo di “unioni dei comuni” e di progetti pubblici da realizzare. Ma queste “unioni” chi le ha viste? Contano davvero qualcosa o sono l’ennesimo luogo di mediazione tra politici “eccitati” dal potere…in attesa delle fusioni dei comuni?
In ogni caso le “unioni valdardesi- chi le ha viste” non sono troppo piccole per poter funzionare veramente? Non sono troppo piccole per incidere veramente sulla riduzione dei costi e aumentare significativamente il livello dei servizi e dei benefici alla cittadinanza valdardese? Attendiamo risposte.
COSA CI ASPETTA, COSA FARÀ LA POLITICA REGIONALE?
Adesso, verosimilmente, si inizierà a lavorare affinché lo Stato promulghi una legge che “obblighi” (con le “buone” ben s’intende…) i comuni con meno di 5000 abitanti a fondersi tra loro. Lo giustificheranno, i fautori di questo, con il fatto che i costi dei servizi comunali sono alti, che l’Europa lo vuole, che bla…bla…bla. Eppure i primi esempi di “fusione” tra realtà municipali o provinciali non è che brillano per efficenza.
PENSAR MALE?
Non voglio entrare nel merito di cose che non conosco ma l’impressione che alla politica non interessi risolvere tanto i problemi quanto “comandare” è forte. Vorrei esser smentito dai fatti, sarei molto felice se ciò accadesse. E penso che sarei pure in buona compagnia.
Sergio Valtolla© (bozza non corretta)
Ps: se la fusione dovesse aiutare a dire NO al carbonext e SI alla realizzazione di un nuovo ospedale valdardese …vero e non farlocco, allora direi SI!
Purtroppo è la conseguenza della cultura italica. Malgrado l’Unione “forzata” della Penisola, esistono ancora il campanilismo da difendere ad ogni costo. Il perché e nella ripartizione amministrativa che prevede il Comune (o comunello) come base territoriale, mentre Province e Regioni sono solo utili quando occorre.
Lo Stato Romano (Repubblica, Impero, Ducati longobardi) funzionava perché li Municipium, unità base dello Stato, insisteva su un territorio AUTONOMO per cultura, lingua locale ed economicamente indipendente. Le Province e Regioni erano ripartizioni amministrative di controllo sul rispetto delle normative centrali.
Il campanilismo è un peccato originale dell’Italia del 1861, unitario e frazionato, contro l’idea federalista su 3 Stati, proposta da Garibaldi, Brofferio e la cosiddetta Sinistra Storica, appoggiata da Cavour prima che Vittorio Emanuele lo richiamasse all’ordine. Il resto lo conosciamo dai libri scolastici.
Bafurno Salvatore
Nel commento precedente vi sono alcuni “lapsus calami”. Chiedo venia.
Aggiungo solo che l’Italia è (o era?) divisa in Circondari, corrispondenti alle sedi dei tribunali non capoluoghi di provincia. Forse sono i cari, vecchi, efficienti Municipia dei Romani, comunque funzionavano. Chi vuole riformare dovrebbe conoscere bene il soggetto da riformare. Comandare è facile, il difficile è “Saper Comandare”. Bafurno
Buonasera,
egregio Direttore, anche se non sono Valnurese, un ringraziamento per il Suo eccellentissimo articolo!
Piccolo è bello, anche se si potrebbe usare il superlativo assoluto di questo aggettivo. Il gigantismo, personalmente, lo trovo idoneo per chi si trova al di là dell’ Atlantico.
Mi sovviene la storia-leggenda di Gugliemo Tell. Nella fattispecie mi permetta di paragonare gli elettori, compaesani del nostro ottimo Pierluigi, del referendum che Lei analizza, a dei piccoli Gugliemo Tell.
Per ultimo il Professor Bafurno bene ha fatto a riprendere il primo suo testo, citando i Municipia. Probabilmente gli antichi Abitanti di Veleia Romana lo hanno “ricattato”.
Si ringrazia.
Edgardo Berticelli
Grazie del Professore, ma sono solo un Ferroviere in pensione e Socio dell’Istituto Internazionali Studi Liguri di Bordighera.
Grazie comunque, Salvatore Bafurno
Questa è l’ennesima dimostrazione che il sapere non va per forza braccetto con i diplomi. Grazie per il suo sapere caro Salvatore.
Il referendum ha dato la possibilità al popolo di esprimersi, qualunque sia stato l’esito va accettato punto e basta. Ora i nostri amministratori che tanto impegno hanno profuso per questo progetto “unificatore” hanno tutto il tempo di dedicarsi anima e corpo all’effettivo funzionamento dell’ Unione Montana Alta Val Nure , che per persone aperte a progetti di fusione dovrebbe essere una …passeggiata… Visto che l’Unione di Comuni è un Ente Locale costituito da due o più comuni di norma contermini, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni delegate dai Comuni aderenti, penso che essendo la nostra Unione formata da 4 comuni, la possibilità di fare grandi progetti non sia preclusa da nessuno.
Il vertice politico dell’Unione è composto dal Presidente e della Giunta, composta dai Sindaci dei Comuni aderenti e dal Consiglio, composto da Consiglieri nominati in modo proporzionale tra i Consiglieri dei Comuni. Nessuno di costoro è estraneo al territorio, calato dall’alto o sbarcato da marte.
Tutti hanno dimostrato di avere grandi visioni comuni e obiettivi strategici ecc ecc ; Adesso dimostrino di sapere amministrare senza campanilismi (visto che lo giudicavano il retaggio culturale medioevale della valle), senza divisioni partitiche, visto che appartenendo a partiti diversi hanno condiviso un obiettivo comune.
Non avete più scuse, l’eventuale fallimento dell’unione sarà la dimostrazione chiara ed univoca che il vostro progetto non era sincero e la vostra credibilità avrà il valore di una “plaia d’balitt” per rimanere in stagione…
Io rimango pessimista, visti i 40 anni di Comunità Montana sprecati proprio per la mancanza di visione unitaria di gestione di una vallata e considerato solo l’ente “bancomat” dei sindaci … comunque spero che tra qualche tempo mi si dica che non avevo capito un bel niente e che il mio pessimismo era infondato. Saluti marco dal lest
Proprio così. Dimostrino di essere “uniti” senza la fusione. Lo strumento lo hanno a disposizione e si chiama Unione. Ma vorranno? Oppure era la solita rincorsa ai soldi facili della regione? Anch’io spero di sbagliarmi.