Alta Valdarda: noi pellegrini, escursionisti e amanti della Valtolla di Sergio Efosi.
Certamente non si cammina mai davvero per primi lungo certi percorsi “si seguono sempre le orme di quanti ci hanno preceduti”, ricorda lo scrittore*.
Questo vale per tutti, in particolare per noi eredi dei “costruttori di strade” per antonomasia: i romani.
Per noi italiani è inevitabile subire il fascino di quelle Vie, di quelle antiche strade, ma il tempo a volte cancella tutto e la natura implacabile ricopre ogni traccia, e la memoria pian piano si perde.
Senza scomodare i tempi antichi è sufficiente pensare a quanti sentieri che attraversavano le nostre vallate, ancora utilizzati solo pochi decenni fa, sono ora perduti, e forse per sempre.
E ci vogliono gli appassionati, gli amanti dei territori locali per ripristinare con pazienza, e con intelligenza storica, alcune di quelle antiche tracce, di quelle Vie che han visto il passaggio di migliaia di persone.
È successo anche in Valdarda e quest’opera di rintracciamento è tuttora in corso, per merito di un folto gruppo di appassionati locali.
Pochi giorni fa in 12 amiche e amici abbiamo ripercorso uno di questi sentieri ritrovati, quello che abbiamo denominato Cammino di Santa Franca**.
Siamo partiti da Vitalta di Vernasca, il luogo della nascita della Santa, e siamo arrivati al santuario posto al passo di Santa Franca di Morfasso. Un percorso che si snoda lungo le due sponde del torrente Arda e della Valtolla, tra boschi, piccoli borghi, chiese antiche, fontane votive e panorami davvero eccellenti; tra Castelletto, l’antica chiesa di Sant’Andrea, Vezzolacca, Bardetti, i ruderi ritrovati dell’abbazia di Tolla, Monastero, Taverne, Tollara, La fonte di segni, il sacrario ai partigiani di Guselli, Colombello, Montelana…
Otto ore di cammino, 24 km di sentieri e carrarecce con poche centinaia di metri di su asfalto. Un cammino antico, devozionale, che percorrevano i devoti della Santa fin dai secoli passati per recarsi al santuario, lassù, sulla cima del monte che ora porta il suo nome.
Abbiamo (lo ha fatto Furio) ripristinato alcuni cartelli segnavia e fatto sosta intermedia alla fontana dei segni, o delle croci, e apposto piccole croci realizzate in seduta stante con piccoli legnetti come si usava fare al tempo… e ancora succede.
Un segno, la testimonianza, la tradizione che viene rispettata.
Una camminata magnifica, effettuata con grande soddisfazione da parte di tutti; un pellegrinaggio in piena regola, breve se pensiamo al Cammino di Santiago e alla Via Francigena che molti di noi hanno percorso, ma intenso e appagante con una protagonista indiscussa, sempre e ovunque, Santa Franca.
Un pellegrinaggio adatto a tutti, che si può anche suddividere in due tappe, ove non occorrono abilità escursionistiche particolari ma tanta forza di volontà…e tanta passione.
*Citazione dello scrittore E.Brizzi
**Il cammino di Santa Franca è stato ogggetto di una pubblicazione intitolata “Il Cammino di Santa Franca”, ristampata di recente poiché esaurita la prima edizione.
Le stagioni migliori per riscoprire il cammino devozionale alto valdardese (Valtolla) sono la primavera, la tarda estate e l’autunno.
Il Cammino di Santa Franca è stato ridisegnato da un gruppo di camminatori locali e ben indicato con appositi segnavia bianco rossi.
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