MONASTERO DI GRAVAGO E LA SUA MAGNIFICA CHIESA PERICOLANTE

(Sergio Efosi Valtolla, fotoamatore, escursionista e narratore)

DUE PAROLE SUL BORGO DI MONASTERO DI GRAVAGO

L’insediamento di Monastero di Gravago, nella Diocesi di Piacenza (Provincia di Parma), deve il suo nome alla presenza di un monastero benedettino dedicato a S.Michele Arcangelo.

Fu un caposaldo dell’organizzazione territoriale e del sistema viario della zona in epoca longobarda, a partire verosimilmente dal secolo VII. Il monastero fu soppresso probabilmente tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, venendo secolarizzato e ridotto a semplice chiesa, quella che si ammira all’ingresso del borgo. Il restante insediamento civile è oggi in stato di quasi abbandono, con poche eccezioni e con alcune abitazioni destinate a seconde case.

LA VOLTA DELLA CHIESA FORTEMENTE DANNEGGIATA

IL MONASTERO BENEDETTINO

“Le prime attestazioni del monastero benedettino di Gravago, di fondazione regia, risalgono all’anno 744, nel diploma del re longobardo Ildeprando” che concede al vescovo di Piacenza il controllo del monastero. Questo documento è il primo di una serie di privilegi di carattere economico che i sovrani medievali accordano alla chiesa di Piacenza. Il monastero fu quindi una delle più antiche fondazioni religiose longobarde della Val Ceno

Rimane ignota la data di fondazione di questo monastero regio. Verosimilmente il monastero di San Michele, insieme ad altri monasteri della chiesa piacentina come San Salvatore in Valtolla e Fiorenzuola, era sorto lungo importanti direttrici di traffico, e di successivo pellegrinaggio cristiano, punti focali della dominazione longobarda e poi franca, nei pressi di assi transappenninici che collegavano la pianura padana e il centro sud Italia attraverso passi appenninici che mettevano in comunicazione Val d’Arda, Val Ceno, Val Taro con Pontremoli, Lunigiana e l’Italia centrale.

Dopo alcune vicissitudini, con un privilegio dell’anno 820, l’imperatore Ludovico il Pio riconferma il controllo del monastero di Gravago al vescovo di Piacenza.

Le cause che hanno portato alla successiva decadenza del monastero e alla sua scomparsa sono ignote, probabilmente dovute al mutare delle condizioni economiche e sociali.

In quei luoghi fu edificata verso la metà del 1600, dedicata a San Michele Arcangelo, la grande chiesa di Monastero, poi raddoppiata a partire dal 1718.

L’alta ed ampia facciata, con richiami liguri, è in stile barocco; la stessa magnifica chiesa di Pieve di Gravago (che si raggiunge con facilità da Monastero e da Noveglia) presenta una facciata ispirata a questa.  Il monumentale campanile, costruito in massima parte in pietra locale a vista, fu ultimato nel 1870.

L’IMPORTANZA STORICA E LE VIE DI PELLEGRINAGGIO

L’importanza storica della chiesa di Monastero di Gravago viene riconosciuta ufficialmente il 12 luglio 1973, con un documento ufficiale della Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia conservato dal parroco don Luigi Brigati che ha mi ha gentilmente aperto la chiesa, pericolante e puntellata dal 2012 nella parte portante dell’abside. 

Una chiesa magnifica che si auspica possa essere rapidamente stabilizzata e riportata agli antichi splendori.

In questa zona transitano le francigene “Via degli Abati” e “Via dei Monasteri Regi” che approdano a Pontremoli per unirsi alla Via Francigena Europea, quella che parte da Canterbury per raggiungere Roma. (fonti web gravago, valcenostoria.it, Cai Parma, Gazzetta di Parma).

LA STATUA DI SAN MICHELE, SULLO SFONDO QUELLA DI SAN ROCCO

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