A Nagoya in Giappone , a quasi un anno dal disastro della conferenza di Copenaghen , la conferenza per la Diversità Biologica ha raggiunto uno storico accordo stilando un «Piano d’azione» in venti punti per proteggere ambienti ed ecosistemi.
Tradotto…..: anche i governanti dei Paesi più industrializzati iniziano a sentir puzza di bruciato e si sono uniti ad altri Paesi in via di sviluppo! Italia compresa.
La comunità delle Nazioni possono affrontare la crisi derivata dalla perdita continua della biodiversità, aggravata dai cambiamenti climatici.
I 193 rappresentanti dei Paesi firmatari (compreso il Ministro Stefania Prestigiacomo) hanno stabilito che entro il 2020 il 17% delle terre emerse e il 10% degli oceani diventeranno riserve naturali di biodiversità, contro gli attuali 13 e 1% [ se si rimangiano la parola…..]
Gli obiettivi iniziali erano più ambiziosi [ 25% delle terre emerse e 15 % degli oceani] ma è un buon compromesso che dovrà essere ben definito in Dicembre a Cancun.
Vi sono compresi specifici protocolli per la protezione delle foreste e delle barriere coralline, nonché per la pesca sostenibile.
Ma uno dei cardini è la difesa della vita e dei suoi ecosistemi includendo per la prima volta le risorse genetiche.
Purtroppo c’è un ma!
I negoziati devono ancora stabilire: quanto e come …quanti soldi daranno i paesi ricchi per tutto ciò!
Intanto si vada aventi perché il mondo è sfinito da disastri naturali gran parte causati da incuria e speculazione….dal surriscaldamento del pianeta…sempre opera dell’uomo ecc..ecc…
Quello delle biodiversità è una ricchezza che il buon Dio ci ha dato “gratis” ma la stiamo dilapidando…era ora di correre ai ripari!
