
di Sergio Valtolla
In epoca di gigantismo, di cose da fare di corsa, di cibo consumato nei fast food, di spesa da effettuare negli ipermercati o nei megastore…dove le città si adornano di grattacieli infiniti mi piace ancora perdermi nella nebbia delle piccole e scasse strade di montagna.
Mi piace ancora attraversare le valli di notte, lentamente, per evitare di investire un povero animale vagante e stordito dalle luci della mia macchina.
Mi piace andar piano per natura, sono lento in ogni cosa…sono demodè!
Mi piace arrampicarmi per i tornanti della valdarda; mi piace scollinare in valchiavenna o vallongina e arrivare nella Borla o dove mi porta il pensiero.
Vago senza una meta.
Tiro il fiato, vado avanti per stradine piccole, corte e curve che si disperdono in mille deviazioni …asfaltate, impolverate, sterrate, interrotte, franate, sistemate….e ancora franate.
Cerco un bar per bere un caffè e scopro che nei vecchi paesini son quasi chiusi, spariti …ma resiste il piccolo k2.
Ci son paesi che non riesco più ad intuire, sono troppo piccoli, silenziosi e spettrali.
Il cellulare è come me…ogni tanto si perde e poi ritorna.
Qui tutto mi sembra piccolo, minuscolo di fronte alle maestose vallate……. sono forse capitato nel regno di Lilliput?
All’imbrunire cerco la luce di una casa, un bar aperto ma niente da fare…..sono confuso, non sono più abituato perché sta arrivando il buio che è nero e lo scuro è vero!
Non sono abituato a Lilliput!
MI fermo per ascoltare e per ammirare e sento l’Arda che gorgoglia….. oppure è il Lubiana o forse è il Chero……..non lo so più mi son perduto.
Intravedo i prati, i boschi e il profilo dei monti a milletrecento, millequattrocento….oddio scendo verso la pianura!!!
Son salito da qualche ora e sono in un altro mondo, sono negli Appennini del dio Pen, la divinità dei ligures e mi sono smarrito; loro sono i giganti e noi siamo Lilliput.
Qui alla sera c’è il silenzio, il buio, la quiete…..
In queste vallate grandiose gli uomini [e le donne] sono pochi e anche quelli “grandi e grossi” appartengono alla razza di Lilliput…piccoli come lo sono le strade storte e rotte dell’Appennino.
Qui anche i paesi, i piccoli borghi son diventati piccoli; son restate grandi solo le montagne.
Ma qui si resiste…..
Si resiste perché amiamo Lilliput, il suo silenzio, la sua semplicità, la sua lentezza.
molto bello/a, un piccolo racconto che diventa grande poesia.
grazie per le belle parole…..
grazie mille.
Bravo, riesci sempre a trovare le parole giuste per scaldarci un pò il cuore!