
Il 20 luglio 1775 il vescovo Pisani giunge in visita pastorale Vezzolacca e trova una chiesa “angusta e umile” che aveva bisogno di essere modificata in special modo nel presbiterio che era talmente basso da opprimere l’altare.
Il parroco del tempo, don Raimondo Borella (la famiglia Borella di Vezzolacca?), ricevette l’ordine di alzarlo in maniera “conveniente” e di sistemare anche la stessa sagrestia per poter far posto ad un capiente armadio per i paramenti.
Le stesse sedie, malandate e diseguali, andavano sostituite con più recenti e uniformi.
Ma anche lo stesso cimitero venne ritenuto piccolo e angusto e si ordinò (ai capifamiglia) di ampliarlo e cingerlo di mura. [1-continua il 5 dicembre]
[scritto da Pierino Prati per “paesi nostri”]