
Dopo la visita pastorale (del 1775) si iniziarono i lavori e il 3 marzo 1783 le famiglie Negrotti, Boiardi e Croci indirizzarono una lettera di protesta al vescovo poiché il “prete” (il priore!) non riconosceva più a loro “panche” personali che possedevano da tempo immemorabile. Non successe nulla e non vi sono documenti che testimoniano, una qualche risposta vescovile.
Nell’occasione della visita citata del 1775 il parroco propose di costruire una nuova chiesa nella parrocchia a Mignano o a Monte che evidentemente, al tempo, dovevano essere parte della parrocchia di Vezzolacca.
Parrocchia di “religiosi” Vezzolacca! Qui, infatti, preso le rispettive famiglie, vivevano don Giovanni Aguda, don Giovanni Prati, don Alessandro Croci, don Antonio Lupi, il diacono Francesco Croci, il subdiacono Francesco Prati, Matteo Negrotti chierico studente e Bernardo Prati chierico studente.
La canonica era composta da due camere, una sala, un cucinino e la cantina tutto a un solo piano che viene descritta sufficiente e comoda.
L’arredamento rilevato e descritto è essenziale: una catena di ferro al camino, un rastello con i tondi, una cassa di noce, un bacile di rame, una tavola di noce, una botte di dieci brente (una brenta circa 75,8 litri) cerchiata di legno e una di nove brente cerchiate di ferro, un sassone per governare la “roba”.[2-fine]
[scritto da Pierino Prati per “paesi nostri”]