
No, così non è! Facciamo tutti gli sforzi che occorrono ma per favore smettiamola di pensare che questa sia una zona altamente turistica…
Lo potrebbe diventare ma di strada da fare ne abbiamo parecchia! Ora che i problemi quotidiani sono più importanti e il lavoro pure, il turismo potrebbe rappresentare…..potrebbe ma non è ancora così!
Se escludiamo i luoghi vocati naturalmente, che sono “invasi” da visitatori in occasione di certe belle manifestazioni che vi si organizzano, la Val d’Arda si presenta ancora poco ospitale (in senso strettamente turistico) e poco attrezzata. Fa fatica a crescere un “sistema” …un sistema integrato di vallata.
Con questo non vogliamo sicuramente disconoscere gli sforzi arquatesi, quelli di Vigoleno o di Veleia…ecc..ecc..
Con questo non vogliamo lasciar intendere che occorra indirizzare i nostri sforzi altrove ma semplicemente sottolineare che c’è una bella differenza tra l’essere “zona a forte vocazione” e l’essere “zona altamente turistica”.
Intendiamo ribadire che i “modelli” si costruiscono secondo le reali potenzialità e le vocazioni e non secondo capricci politici e furbate opportunistiche (che si rivelano sempre effimere!).
Costerà caro a tutti, soprattutto ai giovani e agli imprenditori, cercar scorciatoie e ragionare opportunisticamente e solo per campanile. Sarà meglio pensarci…
Ribadiamo quello che forse piace poco, ma che è evidente: il centro storico arquatese è il “magnete” locale e i tre principali negozi specializzati sono il castello di Gropparello, il foto di Veleia e Vigoleno. I prodotti principali, di questo centro commerciale, sono il vino, il medioevo, la natura del Piacenziano e del parco provinciale del monte Moria. Fin che non saremo in grado di “vendere” questo sistema sarà meglio considerarci in “zona a vocazione”, perché prima che questa (vocazione) si trasformi in “economia importante” ci vorranno prove e conferme.
Intanto non sottovalutiamo, senza per questo dormir tra due guanciali, i lavori in corso per migliorare Veleia, il museo geologico arquatese, la Torricella del Piacenziano.
Neppure sottovalutiamo tutte le manifestazioni che puntualmente vengono riproposte dall’associazionismo e dai comuni locali: dalla grande silver flag al medioevo arquatese, dal bascherdeis vernaschino al teatro antico di Veleia…ecc…ecc… (un plauso all’idea “festival” del vino monterosso doc).
Ora siamo ad inizio di stagione e più che approfondire ci sembra opportuno lasciare che le cosa vadano nel migliore dei modi possibili inviando a tutti gli operatori e ai volontari un grande “in bocca al lupo”.
[ps: su valdarda’s blog affronteremo il tema in maniera più diffusa comprendendo anche Fiorenzuola, Chiaravalle, Carpaneto, ecc…]
Certo è tutto vero eppure quando mi allenavo in bici e mi fermavo al bar di Prato Barbieri e guardavo le foto esposte ,in bianco e nero sbiadito quasi color avorio, vedevo questo albergo pieno di gente festosa ,sulle balconate con i loro vestiti del dopo guerra e ricordandomi un pilone delle seggiovia che si può ancora scorgere facendo Santa Franca verso Groppallo mi chiedevo e mi chiedo come era bello il divertirsi a casa nostra.
Una volta il turismo delle nostre vallate eravamo noi,noi che oggi andiamo a mangiare in Baita in trentino, a dormire nei Garnì austriaci,al mare chissà dove……e se fossimo veramente noi i turisti delle nostre vallate …..noi che li andiamo a cercare in lombardia ,piemonte ecc ecc