
L’Unione dell’Alta Val d’Arda, tra poco, e per i prossimi 10 anni circa, andrà ad identificare l’unione dei Comuni di Castell’Arquato, Lugagnano, Morfasso e Vernasca. L’UnioneBassa Val d’ arda identificherà i comuni di Alseno, Cadeo, Fiorenzuola e Pontenure. L’Unione dei Comuni comporterà la gestione associata di alcune delle funzioni e servizi fino ad oggi gestiti autonomamente dai singoli Comuni. Definito l’ambito e approvati lo Statuto e l’atto Costitutivo dell’Unione, saranno da definire e rendere pubblici (a meno che i politici locali non si siano bevuti il cervello!) i dettagli più importanti per tutti noi: i costi, i vantaggi, il dettaglio dei servizi associati, le rappresentanze.
Una piccola precisazione: il prossimo turno delle amministrative (quello che segnerà le rappresentanze delle unioni citate) vedrà entrare in vigore una nuova legge che rende i consigli comunali (con la sola esclusione di Fiorenzuola) più snelli con soli 7 componenti tra maggioranza e opposizione. L’obiettivo dichiarato della legge Regionale sulle Unioni comunali è quello di ridurre i costi di gestione della pubblica amministrazione, ma non ne siamo affatto certi.
I dubbi e le perplessità che qui manifestiamo vorrebbero essere uno stimolo per gli amministratori che ci leggono (sappiamo per certo che sono in tanti).
-Le Unioni dei Comuni, almeno per il territorio della Valdarda, rischiano di essere troppo piccole per produrre effettive economie di scala e conseguenti risparmi da destinare a nuovi servizi necessari sia per le aziende sia per i cittadini. Perché questo dubbio? La Provincia di Piacenza è stata suddivisa in otto (8)ambiti o Unioni comunali, mentre province vicine, molto più popolate della nostra, ne vantano meno: Parma ne conta 5 e Modena 6. C’è il pericolo concreto che queste piccole Unioni possano essere deboli nei confronti della Regione rispetto a Unioni molto più grandi e che, di conseguenza, possano ricevere meno finanziamenti (se per ricevere finanziamenti valessero le regole “dei titoli e delle refernze”, come si usa nei pubblici appalti, vincerebbero le unioni con più “numeri”…). Ricevere meno finanziamenti perchè non avremmo la forza per sostenerne l’impatto amministrativo e finanziario.
-Sarà importante conoscere l’aumento dei costi della gestione legati alla necessaria (??) assunzione di figure dirigenziali e le modalità di ripartizione dei costi per il corretto funzionamento dell’Unione. La modalità con le quali sarà regolata la gestione degli uffici comunali, e gli eventuali cambiamenti che si adotteranno, che potranno incidere sulla quotidianità dei nostri cittadini.
-Quali saranno le conseguenze per i dipendenti dei Comuni? Migliorerà la loro “produttività”?
Detto questo vogliamo sottolineare che i nostri dubbi non sono da leggere come un giudizio negativo sull’Unione dei Comuni. Ci preme sottolineare, per ora, l’aspetto “politico” della Mission che si apprestano a percorre l’unione dell’Alta val d’Arda e quella della Bassa Valdarda.
I cittadini e il mondo associativo locale, molto variegato e importante, dovranno conoscere meglio le ricadute delle scelte fatte sul nostro territorio dai nostri amministratori.
Qualcuno potrebbe anche obiettare che queste “questioni” si dovrebbero conoscere ben prima di fare qualsiasi Unione. La domanda viene spontanea: com’è possibile pensare di fare Unioni senza avere per le mani un vero “business plan”?
Ora le responsabilità che si assumeranno gli amministratori comunali prossimi venturi e/o quelli attuali e i riconfermati sono ancor più importanti e confidiamo nel loro impegno serio e costante per non creare dei “mostri” a spese della cittadinanza. Sono i C O M U N I…le Istituzioni primarie per il cittadino, da sempre! Il resto? …