In mancanza di dati precisi e puntuali sulla stagione turistica appena trascorsa a Castell’Arquato, la principale piazza turistica piacentina, siamo convinti che le cose non siano andate male (senza dimenticare che siamo un Paese in crisi).
Ci riferiamo a sensazioni ricavate in seguito alla partecipazione a silver flag, rivivi il medioevo e festa delle castagne. Sicuramente tanti turisti, pensiamo, avranno anche visitato i musei e partecipato ad altre manifestazioni.
Ma se, come alcuni esperti suggeriscono, il turismo consiste in qualsiasi movimento generato da coloro che entrano in un paese “forestiero” permanendovi almeno 24 ore e trasferendovi denaro altrove introitato, allora la questione potrebbe complicarsi.
Castell’Arquato “fabbrica del turismo” non ha eccellenze mercatali, manifatturiere ma è ” il salotto ” della valdarda, quello eccellente! Castell’Arquato è il luogo dove andare a fare “quattro passi” nelle giornate di festa ma, da molto tempo, non è più il luogo deputato al divertimento e al tempo libero della vallata.
Tuttavia nel borgo si accompagnano gli amici, i clienti, i famigliari per ammirare le sue bellezze, gustarne i suoi sapori e passare ore liete.
Con Bobbio, Ferriere, Grazzano Visconti e la Val Tidone resta uno dei “baricentri del turismo” provinciale.
Ci hanno provato in tanti ad attirare un po’ più di “turisti”, quelli forestieri che si fermano per almeno 24 ore, ma la situazione è quella che è: la stagione utile (aprile-luglio e settembre) è breve, le poche strutture ricettive hanno già i loro problemi a riempire in quei periodi in maniera continuativa e …
La tipologia di turismo che offre Castell’Arquato è abbastanza chiara: arte, storia e buon cibo, vino compreso.
Pochissimo verde attrezzato(non stiamo parlando del viale o della boschina!), praticamente nessun sentiero o Via escursionistica “marcata” e attrezzata, nessuna via ciclabile, nessun percorso tematico chiaro e ben identificabile.
E allora cosa può mai fare un turista a Castell’Arquato dopo un giorno? Oziare? Attendere che trascorra l’ora per pranzare o cenare e nel frattempo sfogliare un giornale? Per ora, per fortuna, può partecipare alle manifestazioni dette ma poi che potrà fare?
Si consideri poi che un anno è lungo per coloro che vivono attendendo “i consumatori di turismo”…
Ci sono poche idee? Forse.
Il turismo, nelle forme che abbiamo accennato, non interessa? Probabile.
Ci penseranno gli eroici volontari della proloco e dell’avis? Che Dio ce li conservi bene!
Ci penserà la futura unione dei comuni?
Non lo sappiamo e allora per finire vi diciamo che …
Castello e i dintorni erano la “patria d’elezione” dei Visconti, di quelli antichi, piacentini doc; quelli che ci hanno dato Papa Gregorio X, valorosi uomini d’arme e il più grande Abate che Chiaravalle della Colomba abbia mani avuto. Quel Baiamonte Visconti che ha “governato” tutte le terre tra San Lorenzo e Mercore, con propaggini al Montelana-Santa Franca dal gennaio 1186 al 1224. Una potenza, un gruppo famigliare coeso con alleanze politiche altolocate, sempre nell’orbita del Papa romano. Quel Baiamonte Visconti protettore di Santa Franca (1175-1218), della famiglia dei Vitalta, imparentata con i Visconti…ecc…
Tutto questo per dire che, in valdarda, NON esistono percorsi escursionistici dedicati a Santa Franca che colleghino la Santa con Baiamonte Visconti, Montelana o Vitalta con Castell’Arquato e Chiaravalle della Colomba. Questa è solo una pillola, se ne potrebbero astrarre altre 100…meditate, meditate…
(Le notizie storiche sono estratte da Quaderni della Valtolla e da documenti dell’Associazione Via dei Monasteri Regi)