
Siamo partiti* alle 8 del mattino per andare a ritrovare una strada, ovvero a ri-definire un sentiero escursionistico, che in altre epoche permetteva a migliaia di pellegrini (…e non è una esagerazione!) di recarsi, in stragrande maggioranza a piedi, sul monte Lana (il Lama è un altro monte locale) per rendere omaggio a Santa Franca, la più venerata in Valdarda e non solo…

Ma le strade “antiche” erano poco più di carrareccie, a tratti selciate, adatte al passaggio pedonale o di animali da lavoro che trainavano “lese” o cose del genere.
Quella vecchia strada, ora molto tratti poco più di un sentiero, da Morfasso c’è ancora.
Si tratta solo di recuperare quello che è possibile per ricavarne un percorso adatto a tutti, con le varianti del caso.
Stamani abbiamo perlustrato il tratto da Rocchetta a Santa Franca, tutto in salita, non difficile.
Il bosco che si attraversa è di quelli belli con tanto faggio e con i cerri e tante altre essenze appenniniche. Ma per ora, dell’ipotetico ritrovato “passaggio”, non si dispongono che pochi dati tecnici…
E di questi ultimi se n’è parlato ai Rabbini da Birri, al termine della mattinata trascorsa a camminar su quei monti, stanchi ma soddisfatti e anche un po’ affamati…
Per questo invece siamo andati a colpo sicuro: il ristorante è sul ritorno; è sempre ben frequentato, accogliente e soddisfacente.
Una bella, buona, e abbondante spaghettata con ragù di cinghiale, formaggi e salumi piacentini e la stanchezza se n’è andata. E senza rinunciar al vino rosso, senza rinunciare a un “litrone” di gutturnio frizzante…
Sergio Efosi
(*Ero da queste parti con Silvano, Fausto, Sergio “il falegname” e Furio)
