
In termini estetici il bosco è bello ma nessuno [o quasi] gli attribuisce alcun altro valore.
Una risorsa povera che, nel nostro caso è poverissima, perché composta, al 90%, da “ceduo” che in massima parte non è utilizzabile “da lavoro” bensì solo per “scaldarsi”.
Ovviamente il valore della bellezza paesistica, del bel bosco è solamente teorico, ma gli si attribuisce poco valore.
Ma questo eco-sistema e tanta presenza boschiva così uniformemente diffusa quanto potrebbe valere? Quanto vale una “fabbrica naturale” che produce Ossigeno e riduce l’anidride carbonica?

Quanto vale una “fabbrica naturale” che “mitiga” l’impatto, sull’aria e sui nostri ambienti di vita, delle “polveri fini e finissime” che in valtolla e media valdarda sono prodotte in gran quantità [e in gran parte] per una serie impressionante di concause che tutti ben conosciamo: cementiere, fornaci, traffico pesante e ingentissimo generato da tali fabbriche?
Proviamo a fare qualche considerazione:
1- nelle vallate appenniniche come la valtolla, dove non ci sono tali tipologie di industria pesante, il livello di polveri fini e finissime è molto…molto meno alto che in valdarda-valtolla;
2- nelle vallate, dove non ci sono tali tipologie di industria pesante, è maggiormente diffuso e attraente il turismo che qui soffre per tale ingombrante presenza e per il gran traffico che genera…;
Tralasciamo tutti gli aspetti che queste presenze ingombranti generano, in ribasso, sulla qualità della vita e sulla salute degli abitanti locali; tralasciamo i possibili investimenti turistico-artigianali-commerciali e agricoli che potrebbero decollare senza ……certi impedimenti.

LASCIATECI ALMENO I BOSCHI!!
I boschi fino ad oggi sono valutati solo in termini di quantità e qualità di legname da opera o frutti che producono.
In poche parole la domanda è la seguente: se abbattessimo l’intero “bosco” che comprende i comuni di Castell’Arquato, Vernasca, Morfasso e Lugagnano val d’Arda quanta “ricchezza” ne ricaveremmo? Risposta: una pipè ad tabac !
Le prove le abbiamo! Negli anni ’20, del secolo scorso, le grandi foreste dell’alta valdarda furono abbattute per produrre traversine delle ferrovie e altro legname “da opera” ma nessun proprietario di tali boschi è diventato ricco e l’emigrazione, terminato il duro lavoro di disboscamento, divenne ancor più massiccia.
Se rifacessimo lo stesso tragico errore otterremmo molto meno rispetto a quei tempi [non ci sono più i boschi infiniti di ultrasecolari maestosi Cerri e grandi Querce descritte nella “saga dei Sarè”] e, ancora una volta, non diventeremmo ricchi! Questa volta…. avremmo ridotto la valtolla a paesaggio lunare in maniera forse irreversibile.
LASCIATECI ALMENO I BOSCHI!!
Se, invece, lasciassimo intatto il nostro “bosco” quanto valore produrrebbe? Coltivando con intelligenza il bosco attuale che, pur essendo ceduo, è enorme quanto valore produrremmo?
Risposta facile.
- Tanta vita per animali utili per la conservazione della natura e per l’uomo, in primis tutti gli uccelli e le api e, di conseguenza, maggiore conservazione della biodiversità in generale.
- Maggiore protezione dalle frane e da smottamenti sempre più sconvolgenti che devastano il nostro territorio.
- Maggior conservazione delle sorgenti che alimentano quel gran serbatoio di acqua potabile per tutta la valdarda che si chiama “diga di Mignano”.
- Maggiore produzione di “ossigeno” ; maggiore riduzione di inquinanti atmosferici a costo zero ( riduzione CO2). Valtolla uguale fabbrica di Ossigeno! ….
Solo per fare esempi…..

LASCIATECI ALMENO I BOSCHI!!
Quando parliamo di economia locale i nostri amministratori sono molto “rapidi” nel considerare i benefici di una nuova urbanizzazione, di nuovi insediamenti produttivi [ a volte anche a scapito dell’ambiente medesimo…vedi Pigazzano in Valtrebbia] per rimpinguare le povere casse comunali ma nessuno ha mai provato a condurre una seria battaglia per far valorizzare l’apporto di ossigeno, acque e conservazione della biodiversità di cui si parlava. Se tutto ha un prezzo noi abbiamo solo una “fabbrica di ossigeno e acqua buona”…..
Per questo è utile che si “misuri” la ricchezza prodotta in termini di acqua buona per i valdardesi, di ossigeno per i valdardesi e di minori “alluvioni” che farebbero molto male a certi paesi della pedecollina e della “bassa”.
LASCIATECI ALMENO I BOSCHI!!
Proviamo a fare qualche conto…..
- Ogni albero adulto produce mediamente tra 25 e 30 litri di ossigeno al giorno. Solamente gli alberi producono ossigeno! Solamente gli alberi producono questo indispensabile gas nobile…per respirare!
- Ogni individuo necessita in media, per vivere normalmente, di 300 litri di ossigeno al giorno, l’equivalente della produzione di ossigeno di 12-13 alberi. La nostra “boccata” d’aria risiede in questa meravigliosa terra piena di alberi che il nostro Signore ci ha mezzo a disposizione. Ci sono anche da considerare le necessità d’ossigeno per le città, per le parti della terra senza alberi, per animali e altri organismi viventi e poi…. l’ossigeno serve anche per tante, tante, tantissime… altre cose vitali (!). Di Ossigeno ne serve una gran quantità!!!
Noi in Valtolla abbiamo boschi forse appena a sufficienza, se li conserviamo bene e li miglioriamo costantemente, per vivere dignitosamente, per preservare il nostro ecosistema di fiori, erbe selvatiche, acque limpide, frutti, uccellini, piccoli rettili, farfalle e tante api che impollinano, producono miele, si moltiplicano e …..poi i pesci, i daini e tanti Cuculi che ci fan…. cu cu, cu cu!…..
LASCIATECI ALMENO I BOSCHI!!

Conserviamo meglio il nostro parco provinciale, evitiamo di lasciar il nostro “rudo” ovunque [basta con i cretinismi da pic nic incivile visti il 15 agosto nel meraviglioso monte Moria]; evitiamo di transitare con i nostri rombanti motocross nei pochi sentieri rimasti sui nostri bei monti trasformandoli in orridi e sconnessi rigagnoli; basta con certe opere pubbliche inutili e “magna soldi”; meglio aiutare i parchi e le riserve naturali affinchè possano essere resi fruibili con intelligenza, conservando bene l’ambiente e gli alberi produttori di ossigeno e gioia di vivere.
Evitiamo campeggi selvaggi che fan gravi danni; evitiamo di infrastrutturare parchi e riserve come fossero piazza della “gerassa” o piazza del mercato di Lugagnano…..
Aiutiamo i parchi e le riserve affinché siano conservate le bellezze della natura che produce merce rara: Ossigeno!
Ossigeno che crea “dipendenza” e produce tanti effetti collaterali: serenità, benessere e bellezza senza bisogno di farmaci e cure estetiche.
Teniamoci le “schifezze” che abbiamo voluto o accettato ma…..lasciateci almeno i boschi!

[…] vita! per la nostra salute! qui da noi in val d’arda …per saperne di più leggete QUI! 44.853665 9.870782 Share this:FacebookTwitterEmailStampaStumbleUponRedditDiggLike this:LikeBe the […]
Perchè “Teniamoci le “schifezze” che abbiamo voluto o accettato?
Perchè mai dovremmo anche convincerci di tenerle?
Orsù, siamo radicalmente coerenti e pensiamo di smantellarle……..
Per inciso, una volta, un sindaco della Val d’Arda disse soavemente che, lì dove si trova, la cementeria ci stava bene, perchè questa zona, in quanto a bellezza paesistica, non era certo la Costa Azzurra, che quella sì che è bella………..
Un cordiale saluto,
Anna
“Teniamoci le schifezze” è un modo provocatorio per far pensare che…
1-al tempo in troppi hanno accettato, in primis i nostri rappresentanti politici e sono ancora tutti al loro posto….o quasi.
2-poco importa se per qualcuno la valdarda non è la costa azzurra….ma è nostra! Ci dobbiamo vivere e vogliamo respirare ossigeno e non “merda” sottoforma di polveri fini e finissime…..
Smantellarle? ….le utopie son belle e aiutano a cercar di vivere meglio ma….in ogni caso non abbiasiamo la guardia e difendiamo il nostro ossigeno.
grazie per la visita e il commento.
Non mi importa quale sia il valore del bosco ne tanto meno quali vantaggi possa portare alla comunità ma voglio solo poterne godere;
per sentire il fresco del mattino anche quando il caldo afoso opprime tutto intorno;
per sentire il rumore degli animali nella notte e provare quella sensazione di insensata paura derivata dalla consapevolezza che non vi è nulla di cui aver paura;
per provare stupore nello scorgere un minuscolo colorato fiore spiccare dove un attimo prima l’occhio aveva visto solo foglie secche;
per sentire l’odore di fungo dove non ne vedo l’ombra ed avere la irrazionale certezza che sono lì intorno che aspettano di farsi trovare o che come per burla si nascondano;
per ritrovare quella primordiale sensazione di essere un animale-uomo in grado di utilizzare i sensi senza essere infastidita dai rumori, dagli odori, dalle brutture che si incontrano uscendo dal bosco e ritornando nella cosiddetta “società civile”;
per lavarmi di dosso i concetti di confine e di orario ritrovandomi in un luogo dove spazio e tempo sembrano dilatarsi;
per sentirmi me stessa e non chi gli altri vogliono che io sia.
Tutto ciò non ha sicuramente alcun valore economico ne sociale, non ha un valore quantificabile ne monetizzabile ma riempie il mio spirito con qualcosa di intangibile e incorporeo come un grande respiro dell’anima.
Per questo mi sento di gridare con quanto fiato mi ritrovo “LASCIATEMI I MIEI BOSCHI”
Innanzitutto, grazie a Lei, gentile Sergio per l’ospitalità nel Suo blog e per l’attenzione che ha voluto darmi.
Certo, bisognava che non fosse installata; adesso che c’è, è come un parassita, un corpo alieno che si è inserito nel corpo della nostra valle.
Si può cercare di conviverci, ma sempre corpo “estraneo” è.
In ogni caso, a noi rimane il dovere morale di una consapevolezza vigile e salda. Credo che il peggio siano l’assuefazione ed il consenso della coscienza.
Mi piace il Suo atteggiamento critico ma costruttivo.
Cordialità,
Anna