Provincia: siamo proprio sicuri che…

In questi giorni il dibattito sulla provincia invece che spostarsi su cose che sono veramente utili è arenato sul dilemma: nella nuova denominazione deve apparire prima Parma o prima Piacenza? Qualcuno propone addirittura si chiami provincia “verdiana”… assurdo.

Si sente poco parlare di competenze, di progetti, di risparmi, di sviluppo, della montagna, di iniziative per la ripresa, per dar lavoro ai giovani, per migliorare lo stato sociale locale, ecc…sembra che importi solo chi comanda, chi comanderà, la denominazione, il referendum per passare in Lombardia e altre amenità simili.

La domanda vien spontanea: siamo veramente sicuri che tutto questo interessi realmente alle persone comuni? A quelli che non hanno il lavoro e assistono agli scandali quotidiani della politica, a quelli che hanno i figli adulti che sono “costretti” a farsi assistere in casa e non possono formare una nuova famiglia, ai giovani che studiano pur sapendo che non c’è alcuna prospettiva di essere impiegati in un lavoro…ecc… ecc…? Veramente i politici piacentini che siedono in  consiglio provinciale o regionale  pensano che questo della provincia lombarda o emiliana o verdiana sia al primo posto dei pensieri e dei problemi dei piacentini, degli abitanti delle montagne e alte colline?

La nostra sensazione è una sola: si vogliono garantire le proprie seggiole e basta!

Ovviamente affermare tutto questo è, per i signori della politica, qualunquismo antipolitico. Questo secondo loro ma, noi,  pensiamo che l’antipolitica siano loro. I consiglieri regionali, i segretari dei partiti, i parlamentari che hanno permesso che troppi rubassero, che troppi soldi fossero destinati a mantenere “la casta” dei politici e dei loro amici intimi mentre a noi si chiedevano (si chiedono) sacrifici immani per salvare il Paese e… le strade sono dei colabrodo, i servizi sociali sono all’osso,  i bambini per andare a scuola si portano anche la carta igienica, aumentano i balzelli sanitari, impediscono alla gente che ha lavorato veramente di andare in pensione, i giovani sono a spasso mentre intanto che “qualcuno” partecipa al consiglio regionale con dei super rimborsi, dei super stipendi e altri privilegi semplicemente scandalosi.

La nostra indignazione la chiamano antipolitica ma, lo ribadiamo, l’antipolitica sono loro che  non affrontano e risolvono i problemi che interessano a noi!

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