
Il monte Aserei è uno dei più belli della nostra provincia e, dalla zona di Santa Franca, Menegosa e dintorni, si vede in lontananza in direzione est. Si vede benissimo anche la pala eolica già installata a Nicelli.
Da tempo però giace un progetto per realizzare un “parco eolico” con 6 pale alte oltre 100 metri (cioè molto più del gigantesco grattacielo dei mille di Piacenza)
Sul quotidiano libertà oggi, 16 gennaio 2013, vengono ben riportate le due tesi a favore e contro l’impianto (vi consigliamo di leggerlo cliccando a fondo pagina).

Noi ci limitiamo ad alcune brevi considerazioni.
1- Ci sembra esagerato costruire un parco eolico in qualsiasi luogo appenninico; ci sembra indiscutibile constatare che, con la realizzazione di torri così alte (come 4 grandi castagni sovrapposti o come un condomino di 50 piani), si provocherà un danno paesaggistico e ambientale grandissimo; la montagna è un ambiente delicato e in questa fase indebolirlo ancora non va affatto bene.
2- I problemi economico-sociali della comunità locale non si risolvono con questo impianto. Tali impianti non risolvono i problemi dello spopolamento e dell’abbandono in montagna; i giovani continueranno ad abbandonare la montagna, il gerbito aumenterà e l’agricoltura non rinascerà.
3- D’altra parte qui non c’è turismo diffuso e che dia realmente reddito continuativo agli abitanti locali; non si improvvisa turismo semplicemente aprendo uno, due, dieci agriturismi e non si risolve il problema turismo in un solo comune. Un po’ di turismo domenicale o agostano e seconde case abitate per qualche week end non cambiano le cose,
4- La strada resta il sostegno alle aziende agricole vere, integrando il loro reddito con fondi per la prevenzione idrogeologica (questa forma di sostegno del reddito costa meno che buttar soldi per ripararare frane in emergenza).
5- Il turismo nella montagna piacentina è una rarità e parecchio stagionale. Per evitare l’abbandono occorre fare un patto generazionale con i relativi compromessi. Strade agevoli, servizi dignitosi, zero tasse (sic!) per chi abita, coltiva terra e bosco stabilmente in zone, premio a chi alleva bestiame sfruttando pascoli e terre alte.Bisogna dare una concreta speranza agli agricoltori di montagna…alternative credibili allo stato di abbandono attuale della montagna e della sua agricoltura .
6- Realizzazione di aziende agrarie associate (e sostenute pubblicamente) per la difesa del territorio dalle calamità naturali. Questi provvedimenti costano meno dei miliardi impiegati per la cassa integrazione o per riparare danni ambientali e mantengono “viva” e produttiva la montagna.
Diversamente da questo non ci sono ragioni che tengono al continuo e progressivo spopolamento, al dissesto del territorio, ad interventi depauperanti la montagna e il suo paesaggio (interventi dipinti come “male minore”). La situazione è drammatica e chi propone pale eoliche, centraline elettriche o altre diavolerie, sa bene come parlare alla pancia del corpo malato per farlo reagire. La Regione non parla chiaro e i Comuni sono soli. Il governo non interviene in montagna che è sempre più povera e decadente.
Monte Aserei, monte Lama o Prato Barbieri la musica non cambia!
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[…] -MONTE ASEREI, PRATO BARBIERI…LA MUSICA NON CAMBIA. […]