Pale eoliche sul Monte Aserei e dintorni: siamo sicuri che sia bene?

LA TRUFFA DELLEOLICO def-1SAGGEZZA MONTANARA

Oggi sul quotidiano Libertà viene riportato un passaggio di un anziano locale,il sig. Cesare Paganelli nato a Farini il 16 giugno 1918,  che ci sembra emblematico della questione “pale eoliche sul Monte Aserei”.

«Mi ricordo quando avevo sei anni, andavo sui pascoli dell’Aserei con i miei coetanei. Questa montagna era chiamata “Mammellone” perché ci dava da bere, e anche da mangiare. Le mucche per cinque mesi mangiavano e bevevano senza il bisogno di nessuno, alla fine dell’estate si vendevano quelle che erano cresciute di più. Tutto intorno a questo “Mammellone” sono nati molti paesi. Con i lavori di scavo per le pale, dove verrà messo il terreno prelevato? Chi garantisce che non si creeranno frane? Per riformare la “cotica” ci vorranno più di cinquant’anni: si tratta di un filtro per l’acqua piovana, che ne rallenta la velocità. Se non c’è la “cotica”, il terreno farà la fine del novanta per cento dei suoi padroni, che sono andati a valle. La terra andrà a riempire i canali. Cinquant’anni fa, sull’Aserei si alimentavano più di duemila capi di bestiame: questo la dice lunga sulla presenza di tanta acqua sul territorio. Ci sono anche laghi sotterranei. Le frane saranno inevitabili: i danni saranno incalcolabili».  Per il sig. Cesare  il Monte Aserei è bello così come è stato creato!  Saggezza…tanta saggezza.

AUTOREVOLI PARERI

Lo scorso 19 febbraio si è svolto un gremitissimo incontro a Piacenza sul tema in questione organizzato dal comitato “No pale eoliche di Nicelli” con il comitato “Tutela Paesaggio” e la “Rete di resistenza dei crinali”. Era presente l’assessore regionale, la piacentina Sabrina Freda. Nel corso del convegno è stato detto «Dobbiamo sorvegliare perché la cosiddetta green economy non diventi il cavallo di Troia di un’economia vecchia e malavitosa, la stessa che, purtroppo, in questo Paese conosciamo fin troppo bene». L’ing. Massimo Bolognesi, del WWF, ha poi detto «La delibera regionale numero 51 del 26 luglio 2011 stabilisce che si possono costruire impianti eolici nelle aree del sistema collinare solo sulla base di una produttività specifica pari a 1.800 ore annue di “massima potenza nominale”, quindi se un impianto non può garantire questo numero di ore, non accede nemmeno alla valutazione di impatto ambientale…».

Un commento

  1. Vogliamo davvero vivere in un mondo che passa su tutto e su tutti in nome del denaro?
    … come direbbe Gordon Gekko nel film del 1987 Wall Street “…l’avidità è quello che fa andare avanti il Mondo!”

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