Amo il paesaggio della Valdarda

2017-02-24-magnano-1img_3007AMO IL PAESAGGIO DELLA MIA INFANZIA…
Quando penso al paesaggio della Valdarda, la valle-comprensorio dove sono nato e dove vivo, vedo per primi i vigneti, i vecchi alberi di ciliegio e i castagni del bosco di Santa Franca; se vado oltre vedo i campi colorati della stagione che li contiene, le lunghe file dei gelsi, i maestosi alberi isolati della quercia, del noce e infine ancora il bosco e le siepi di robinia a creare l’orizzonte, il sereno orizzonte dei ricordi.
Senza con questo dimenticare lo svettar dei campanili, parti integranti del paesaggio; quello che sembrava fatto apposta per essere tranquillizzante, rilassante, con nulla che offendesse e che turbasse la mia serenità.
Lo ricordo come il classico paesaggio consolatore e guaritore; creato dall’uomo, plasmato a volte con interventi quasi impercettibili, altre con maggiore vigore.
Immagini dell’infanzia felice, quando la mia vita era protetta dalla famiglia e dai genitori.

AMO IL PAESAGGIO DELLA VALLE…

Quando penso al paesaggio della Valdarda, la valle-comprensorio dove vivo, vedo ancora e, per primi, i vigneti e poi le grandi boscaglie che salgono fino alle cime più belle dalla Palazza al Monte Moria, le rocce ofiolitiche dei monti del crinale e Santa Franca con il suo santuario; e se vado oltre vedo i sentieri sinuosi che percorrono queste meraviglie evocate, i campi colorati, i maestosi alberi del faggio e del cerro  e ancora il bosco a creare l’orizzonte, il sereno orizzonte della mia Valdarda. Ancora immagini che ognuno di noi conserva e che, di sicuro, trasmettono un senso di serenità, anche per chi è lontano.
Ma il mondo che ci circonda non è cresciuto così e molte di queste immagini sono lontane e irripetibili.
Eppure nella mia mente queste immagini sono presenti, come lo sono mia madre, mio padre, i miei cari scomparsi, le maestre, le severe (ma giuste) professoresse della scuola media e il prete.
Di sicuro nella mia mente (e forse anche nella vostra) ci sono anche dei vuoti, delle immagini e delle situazioni involontariamente rimosse ma non rammento nulla di esagerato, nulla che assomigli al carbonext, allo schifo.
Amo il progresso e non sono affatto nostalgico dei tempi andati; amo il progresso che rispetta la natura, l’uomo e la sua storia.
Amo i mattoni antichi combusti dal genio dell’uomo, i sassi cavati dalle viscere della terra per realizzare case, a volte anche povere ma dignitose case, e cattedrali.

Ma non amo le ciminiere laddove nascondono il malaffare, l’imbroglio per la nostra salute, e spandono schifezza nel mio paesaggio, nella mia Valdarda.

Amo ancora, sono ancora un sognatore del bello…

Sergio Efosi, blogger e fotoamatore che qualche volta scrive su carta…
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RUBRICA ESTEMPORANEA*
Nel primo trimestre dell’anno in corso ho pubblicato un lungo racconto storico romanzato in dodici puntate “I Racconti del Monte Moria” ricevendo 2830 letture dirette delle complessive 12.000 visite al blog.
Le recenti vicende della Via Francigena che ho percorso all’inizio di maggio 2017 con Angelo e Giulio hanno goduto di molta visibilità attraverso Facebook e pure sul blog…forse grazie alle immagini postate.
Considerazione: gli amici sono sempre generosi e ringraziarli è il minimo.

*piccolo post, nel post, che sarà inserito nel blog dal 2 giugno 2017

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