(Sergio Efosi Valtolla, fotoamatore, escursionista e narratore).
L’ANNUNCIO COSTA POCO, MA…
L’annuncio di un simile progetto è stato avanzato nel convegno svoltosi il 23 luglio 2018 sul “muro” più famoso della Val d’Arda, nell’ambito del convegno “Ritorno al futuro”, promosso dal padrone di casa, il Consorzio di Bonifica di Piacenza.
Bell’idea, anzi bellissima, ma per ora tutto tace; e intanto sono passati quasi un anno e mezzo dall’annuncio.
Questo progetto, una volta portato a compimento, porterebbe a un collegamento ciclabile, e dunque anche pedonale, dalla già esistente Ciclovia del Po all’Appennino della Val d’Arda.
Un’idea per certi versi non nuova e sempre molto attuale; un progetto nella testa di tutti gli appassionati di queste attività legate alla fruizione del tempo libero in maniera lenta e attenta a non guastare il territorio naturale, culturale, sociale e storico che la ciclovia attraversa.
Un progetto simile, rispetto a quanto già detto sopra, era stato avanzato in altre occasioni precedenti, ma si trattò del solito “annuncio” politico e basta.
Anche allora l’idea era giusta: unire con una pista ciclabile Castell’Arquato con Fiorenzuola e con Chiaravalle della Colomba. Qualcuno ricorda? Forse ne è stato realizzato un pezzo? Ma quando mai!
Nel caso della nuova “meravigliosa” ciclovia annunciata a Mignano nel luglio 2018, quella che raggiungerebbe il nostro “muro” si trattava, si disse, di ipotesi progettuali future.
Domanda: ma quanto futura?
IL MIO PUNTO DI VISTA
Per realizzare queste infrastrutture, già lo dissi, occorrono più permessi e carte bollate che non soldi.
Proprio per tal causa, per il lieve “movimento di denari”, rispetto al gran beneficio che ne scaturirebbe per il turismo e il tempo libero di noi cittadini della Val d’Arda, temo che il progetto rimarrà tale, per molti e molti anni ancora.
Scrissi tempo fa: passato il momento dei riflettori e delle luci il “muro” sarà dimenticato dai politici e dalle Istituzioni Regionali e Nazionali? Saranno ricordate le promesse, le idee avanzate oppure cadrà tutto nel dimenticatoio?
Ancora una volta non entro nel merito di un progetto che non conosco e non pongo limiti alla bontà dell’idea che mi piacerebbe veder rapidamente realizzata in toto.
So bene quante sono le infrastrutture deboli, assenti (o devastate) in tutta la Val d’Arda; so bene che servirebbero strade più decenti e sicure ma so altrettanto bene che creare infrastrutture per la fruizione del tempo libero e del turismo è altrettanto utile e urgente perché rafforza un pezzo dell’economia locale legata alle stesse attività turistiche.
Detto questo, preciso anche che non mi appassiona il “benaltrismo” (ovvero le tesi di coloro che dicono: servirebbe ben altro “bell’idea ma prima servirebbero altre cose. Dopo si penserà anche alla pista ciclabile…alla sentieristica, ecc…”. Di fatto questi sono contrari e basta!).
Se non sull’agricoltura legata anche al presidio del territorio e sul turismo, cosa occorrerebbe per dar un po’ d’ossigeno all’Appennino? Che cosa dovremmo fare in montagna per evitare la sempre maggiore desertificazione umana e sociale?
Il discorso è certamente complesso e meriterebbe più spazio ma questa è solo un’opinione sull’ipotesi della ciclovia sulla quale, mi ripeto, “mi piacerebbe poter essere presto smentito”…