LA FAME

Chissà perché nella nostra (nostra di curatori del blog) mente ” bacata ” accostiamo ancora l’inverno alla carestia, alla fame…Noi che neanche abbiamo conosciuto simili situazioni!

Il massimo dei nostri ricordi è legato al San Martino delle povere famiglie dei “bergamini” e dei ” famei”…ma la fame proprio……boh!

Sono forse lineamenti di un linguaggio comune…di un paradigma che è penetrato nelle povere teste di Noi ” villani”?

Villani: abitanti dei villaggi costruiti intorno alle ville dei signori? Abitanti che la fame l’hanno sempre frequentata?….abituati alle carestie secolari?

Per essere così radicato in noi questo paradigma della fame deve essere frutto di una ” storia ” durata molto…anzi moltissimo.

Deve essere frutto del tempo della fame!..Ma quanto è durato questo tempo?

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Senza scomodare la preistoria e la storia antica potremmo dire che è durata dalla caduta dell’impero romano alla fine degli anni 50……si del 1950!

Il dissolvimento dell’ impero romano e i secoli che occorsero per far emergere un altro potere lasciarono un segno….e nel frattempo le guerre continue, le conseguenti carestie…le malattie, le gravi epidemie…

Ma anche chi sostituì gli ” imperatori “, nel corso dei secoli,  non ci ha saputo creare le condizioni per poter progredire verso un mondo migliore permanente o almeno duraturo ……e questo fino alle sconvolgenti guerre del 1900, passando attraverso ” tutto ” il brutto possibile…fino a costringere 30 milioni di italiani ad emigrare in soli 80 anni di storia per FAME ( emigrarono tanti italiani quanti erano gli abitanti del regno tra il 1870 e il 1900 circa) .

Solamente dopo 10 anni dalla fine della seconda guerra mondiale  iniziammo a ” vedere ” la fine del tunnel…la fine della Fame!

Nel bel mezzo, di questi lunghi secoli di fame e miseria, un turbinio di mescolamenti di popoli che ci invadevano, la decadenza delle istituzioni, le devastazioni (i soldati, gli invasori che bruciavano le messi, tagliavano le viti, le piante da frutto, uccidevano o razziavano il bestiame…..), le epidemie sempre più frequenti ( altro che influenza A), la peste nera……disgrazie che si susseguivano l’una dopo l’altra in un unicum che ha accompagnato l’uomo per secoli e secoli (con pochissimi momenti di grande splendore: il rinascimento).

Anche dove non poterono i soldati distruttori la desolazione, per le cause dette, regnava talmente nelle campagne che “..Le messi aspettavano intatte il mietitore, le vigne restavano senza vendemmia …” scrisse Paolo Diacono storico dei longobardi.

Il digiuno era più frequente che non l’abbuffata….per la stragrande maggioranza della popolazione dove i più sacrificati erano ” gli improduttivi ” …i vecchi, i bambini e le donne.

Una prima grande svolta a questo grave stato di continue carestie che si susseguivano dalla caduta dell’impero, ma intanto erano passati oltre 5 secoli, la impressero i monaci nel 900 circa…in pieno medioevo.

Dissodare….ridurre il bosco e l’incolto ( per necessità), risanare le terre paludose….per sfamare la gente!..Tutto partì da Bobbio…dal monastero del Santo Colombano …che tante tracce ha lasciato anche nella nostra valtolla.

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