Valtolla: alcuni brevi cenni storici

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Quella parte di territorio che definiamo “amabilmente” valtolla, nei secoli scorsi era alquanto impervio e senza strade importanti.

In poche parole un territorio dimenticato, appartenente al ducato di Parma e Piacenza e prima alla potente famiglia dei Farnese, presso il quale non si fecero interventi veri e sostanziali dal punto di vista civile, religioso o militare per lunghi secoli.

Diventò, di conseguenza, una delle terre più “tristemente note” del contrabbando e…. del malaffare essendo  una terra i confine con altri stati della Liguria e Toscana.

Questo oblio determinò la caduta di tutto quanto nei secoli precedenti si era faticosamente sviluppato sotto l’egida dell’abbazia di tolla che con i suoi frati benedettini la fece rivivere dopo la caduta dell’impero romano.

In poche parole, le scarse attenzioni (eufemismo!!) dei Farnese e dei regnanti del ducato provocarono una grave ricaduta!

La necessità di sopravvivere fu pertanto e….. certamente la causa scatenante del diffondersi di pratiche malavitose e di disobbedienza…si doveva pur vivere!

Gli scontri con le forze dell’ordine erano, tuttavia, occasionali perché la zona era “non interessante” per le pubbliche autorità.

Il territorio era utile solo ai fini geografici e strategici ma non meritevole di investimenti per promuoverne uno sviluppo, un equilibrio con le colline e la pianura.

Per le scarse risorse naturali di cui disponeva si poteva praticare solamente agricoltura e attività silvo-pastorale per  cui ci si limitava, da parte delle autorità, a “controllare “ il territorio e a depredarlo delle sue risorse naturali a cominciare dal legname….fino al suo quasi esaurimento delle essenze legnose più nobili.

Le conseguenze furono il totale oblio ( salvo isole di relativo benessere) economico e civile che provocò, alla fine dell’ 800 una grande emigrazione verso tutti i Paesi del mondo.

Questi poveri contadini…questi poveri contadini-contrabbandieri-briganti…cercarono, in questo modo, un  reinserimento nella società ….un riscatto civile.

Di tanti si persero le “tracce” e sparirono nel calderone dell’emigrazione.

Altri (pochi) ritornarono per “metter su “ famiglia mentre gli ultimi emigranti del dopoguerra sono stati decisamente più fortunati.

In molti partirono “camerieri “ e divennero (sono) affermati imprenditori, professionisti e operai specializzati.

L’emigrazione, in ogni caso, è stata una triste storia, sono stati tristi momenti, comuni a vaste zone appenniniche dal nord al sud del Belpaese…..valtolla e valdarda comprese.

Oggi la valtolla è molto spopolata e ancora attende un vero interesse dei governanti che tarda ad arrivare!

Oggi si parla di opportunità nel turismo, nell’agricoltura naturale, nell’artigianato…..ma senza infrastrutture…..non si va lontani.

(post ispirato da alcuni siti web istituzionali e dalla lettura della rivista  quaderni della valtolla)

Un commento

  1. Per il momento sento tante parole a proposito di turismo, eno-turismo, gastro-turismo, CULTURA, agricoltura naturale, parchi, e chi più ne ha più ne metta.
    Lo sento da politici che stimo e da altri che non stimo, io aspetto. Sono un ottimista e confido che quelli bravi emergeranno e sapranno (o almeno ce la metteranno tutta per riuscirci) per creare cose nuove e importanti per la vallata.
    Un consiglio spassionato a questi amministratori bravi: cercate di USARE le associazioni, i gruppi, le persone che volontariamente già hanno operato sul territorio, non riducete tutto solamente a riunioni di enti più o meno inutili, il cui unico scopo è quello di ottenere finanziamenti, fregandosene delle realtà locali.

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