La montagna concreta di Dina Bergamini e la valtolla.

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…..Lo spopolamento è avvenuto quando ancora la montagna conservava intatte le sue bellezze custodite da contadini che da quella terra, dalla stalla e dal pollaio traevano le risorse per mantenere serenamente la famiglia, se pur in una povertà dignitosa.

Allora la cultura delle pale eoliche, delle centrali a biomasse, degli impianti fotovoltaici era ancora lontana e il turismo, almeno per quanto riguardava la villeggiatura estiva, era fiorente.

Eppure i montanari hanno abbandonato con sofferenza la loro terra per garantire parità di diritti ai loro figli quando il confronto con la città non si poneva fra l’inquinamento e il sovraffollamento, ma con la necessità di avere servizi sanitari e scuole superiori facilmente accessibili.

La carta d’identità della montagna, ieri come oggi, presenta dati e attrattive diverse per chi ci arriva e poi ritorna alla sua residenza e per chi ci abita stabilmente……

Oggi sul quotidiano “libertà” la sig.a Dina Bergamini ci ha ancora una volta raccontato la sua verità sulla montagna, da persona che ci abita, che conosce, che sa cogliere le situazioni…. 

Difficile contraddire la signora Bergamini.

La nostra opinione, non da persone tanto esperte come quella citata, l’abbiamo già espressa in diverse occasioni e la riprediamo.

Le cause dell’abbandono della nostra montagna sono diverse e si intrecciano spesso tra di loro.

Il desiderio di poter offrire “migliori  possibilità” ai propri figli e sottrarli alle dure condizioni economiche in cui versavano al tempo gran parte delle famiglie montanare o alto collinari  ha favorito l’emigrazione lontana e vicina di tante famiglie, di tanti giovani nel mondo o nelle vicine città.

In vaste aree del nostro Paese, in quelle “interne”, il livello di infrastrutture e servizi era talmente carente da divenir sempre più insopportabile restar da queste parti.

Non secondari tra le cause “dell’abbandono” furono i modelli sociali e culturali che venivano propinati, modelli di vita facile, più agiata rispetto alla montagna e alla campagna: la vita in città, il lavoro in fabbrica, i negozi, le comodità, le luci…ecc…

Con speranza ma anche con  dolore, rabbia e, spesso rassegnazione, in molti se ne andarono.

Oggi i risultati di tale  “fenomeno” di migrazione di massa li vediamo bene: pascoli divenuti roveti, frane e dissesto sempre più grandi e diffuse, borghi abbandonati, case cadenti, scarsissimi servizi, pochissima popolazione giovane attiva in montagna e scarse attività imprenditoriali in genere, difficoltà nelle comunicazioni di tutti i tipi [ stradali, telefoniche, web…] …

In questi ultimi 40 anni, nonostante tutto ciò, in realtà sono state pochissime le azioni di sviluppo messe in atto da quelle Istituzioni che da sempre si sono dimostrate poco attente e spesso superficiali rispetto alle nostre problematiche.

La politica ha giocato spesso “contro la montagna” con la stessa connivenza di “pseudo” amministratori locali che hanno solo favorito la grave  situazione attuale.

Finanziamenti  scarsi e spesso spesi in maniera errata e clientelare, rimboschimenti finti, strade elettorali che son franate alla prima pioggia consistente,  abusivismo edilizio, cattedrali nel deserto o industrie insalubri  con i risultati che tutti vediamo.

Oggi arrivano altri “finti” benefattori che predicano per la posa di pale eoliche [ che favoriranno solo l’arricchimento di pochi a scapito della comunità che pagherà  in paesaggio deturpato……]; gli intubatori di ogni rigagnolo d’acqua per ulteriore speculazione privata…ecc….

Oggi l’unico modello difendibile è quello che preserva le nostre bellezze naturali, i nostri parchi, i boschi, i corsi d’acqua,  che favorisce [ che lo fa davvero!!] chi vuol intraprendere in montagna in servizi, agricoltura, turismo per una ricrescita omogenea, per una stabilizzazione ..per un recupero…

Non è Pasqua tutti i giorni ma potremmo far festa molto di più se le strade fossero riparate bene e tempestivamente, se fosse abolita la burocrazia per la montagna e si lasciassero intraprendere aziende agrituristiche, operatori turistici, falegnami, muratori e commercianti.

Noi le potenzialità le  abbiamo tutte…e anche ottime: un bel parco del monte Moria, la riserva del Piacenziano, un eccellente crinale con una bella corona di monti intorno da organizzare per la miglior fruibilità, una magnifica Veleia, il lago di Mignano, dei magnifici boschi di castagno, di faggio con tutt’intorno una serie di borghi bellissimi e poi  Castell’arquato, Vigoleno, Vernasca, la Valchiavenna e la vallongina con i vigneti, il buon vino, la natura…l’aria buona [Si l’aria buona! Quella con meno polveri sottili e sottilissime, quella che tutti cerchiamo quando ritorniamo, quando decidiamo di restare…. ].

L’alternativa? Più inceneritori e trituratori di sassi per cemento; inceneritori di legna dalle biomasse locali per produrre energia elettrica per le zone industriali; più cave per estrarre inerti e riempire di rifiuti;  maggior sfruttamento delle risorse naturali non a fini turistici, maggior sfruttamento delle acque per scopi energetici per i bisogni delle città industriali; realizzazione di parchi eolici sui crinali del Santa Franca, del Menegosa e ovunque spiri un po’ di vento….

Chi “predica” la convivenza tra questo strano modernismo industrialista da rapina, questo depauperamento delle poche risorse naturali che ancora abbiamo  con il turismo e la naturalità dei luoghi mente, sapendo di mentire!

Abbiamo tanti giovani amministratori locali che non permetteranno che tutto questo possa avvenire [ ? ]; tanti giovani amministratori che si batteranno per conservare la natura, per riparare i danni del dissesto; che….

ALLEGHIAMO L’INTERA OPINIONE ESPRESSA DA DINA BERGAMINI ( allegato in PDF).. ..    MONTAGNA di DINA BERGAMINI

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