
E’ stato scritto che la Valtolla anticamente era uno stato; l’affermazione suona piuttosto audace, e va intesa nel senso che la Valle fu un territorio del distretto piacentino dotato per largizione dell’Autorità superiore di una sua ampia autonomia amministrativa. Questa autonomia nacque in embrione con la nascita dell’Abbazia, e maturò attraverso un lento processo di acquisti, donazioni e legittimazioni imperiali e regie durato alcuni secoli. Tenendo presente che nella visione medievale Dio Creatore e Signore unico dell’universo aveva delegato all’Impero i suoi poteri con la missione di guidare l’umanità in concordia e giustizia, e che nessun altro potere al mondo poteva dirsi legittimo se non delegato a sua volta dalla suprema autorità dell’Impero, meglio poi se benedetto anche dal Pontefice, nella sequenza degli undici diplomi concessi da imperatori, re e Papi agli Abati di Tolla si può leggere chiaramente il progressivo dilatarsi dei possedimenti del Monastero e dei poteri che con quelli andavano di pari passo. All’atto della fondazione, nell’anno 616 secondo alcuni, 680 secondo altri, il Monastero a quanto pare ricevette in dotazione dal Re longobardo nient’altro che il pezzo di terra nella località chiamata Tolla necessario e sufficiente per la nuova costruzione e per il mantenimento dei monaci che in essa sarebbero venuti a vivere e servire Dio.
Da quel pezzo di terra, secondo la regola di San Benedetto, i monaci nei primi tempi trassero il loro sostentamento e vestito con il proprio lavoro alternato alla preghiera.
Infatti il diploma di Carlo il Grosso dell’anno 880 si limita ad ordinare a Conti, Gastaldi, Giudici ed altri funzionari imperiali di non mettere naso nelle proprietà del Monastero, cioè “in tutte le sue parti, nel viridario, e negli altri luoghi ad esso Monastero adiacenti”. Questa, a due secoli di distanza dalla fondazione, era l’entità dei possessi del Monastero, ai quali si erano aggiunti per acquisto da parte del fu Abate Deusdedit alcuni beni in quattro località vicine. In particolare, sappiamo dal Diploma di Carlo Magno ricordato sopra che già nell’anno 808 la proprietà del Monastero si era allungata fino alla sommità del Monte Moria …..[estratto da un saggio di A.Carzaniga pubblicato dal blog ” quaderni della valtolla”].