
Anche nei tempi passati si potevano fare “affari ” e guadagnare bene.
Vezzolacca già dai tempi della fine del dominio dei frati dell’abbazia di tolla era rinomatissima come località dove si producevano ottime castagne e noci. I suoi boschi (di Vezzolacca), molto produttivi, erano “oggetto del desiderio” delle famiglie dell’intera vallata… «Nell’economia contadina della Valle il castagno era senza dubbio l’albero più generoso, prezioso e stimato; i suoi frutti, freschi, essiccati o ridotti in farina costituivano parte vitale dell’alimentazione nei lunghi inverni, e chi ne aveva in abbondanza poteva rimpinguare le magre finanze familiari con la vendita….»
Probabilmente erano stati gli stessi frati a diffondere e a fare direttamente alcuni impianti nell’intera zona ( famoso era l’impianto, fatto direttamente dai primi frati in epoca longobarda, in località “Castagneto”…oggi Castagnino di Morfasso).
Frequentissima la compravendita tra privati di terre e boschi con piante di castagno e/o noce.
In Quaderni della Valtolla, Angelo Carzaniga, riproduce l’essenza di alcuni significativi atti, stipulati dai notai locali nella sede abbaziale di tolla, nel castello di Sperongia, presso le varie parrocchie locali, a Vernasca, a Lugagnano e a Castell’Arquato in un periodo compreso tra il 1100 e la fine del 1500 circa.
Tra questi ci è piaciuto quanto accadde il…«16 Marzo 1569, Pasquino Solari, figlio del fu mastro Ambrogio Solari di Vezzolacca, vende ad Antonio Pelazzi figlio del fu Cristoforo Pelazzi detto Chistòn tre piante di castagno poste nella località Felegaria di Vezzolacca, per il prezzo di lire imperiali 6, soldi 12 e denari 8, con patto di poterle riscattare in futuro per lo stesso prezzo. Lo stesso giorno l’intraprendente Antonio Pelazzi rivende le tre piante a Bernardo Buratti fu Manfredino pure di Vezzolacca per il prezzo di lire imperiali 6, soldi 18 e denari 12. (Rogito Anton Francesco Gualandra)». In pratica un buon guadagno… in un solo giorno ma…ora la millenaria castagna di Vezzolacca, la più antica, rinomata e buona castagna di Piacenza (con quelle di Gusano) rischia di scomparire! Un terribile insetto proveneiente dalla Cina sta devastando queste antiche piante che ancora producono ottime castagne. Questi piccoli insetti “vampiri” depositano le loro uova sui giovani germogli annuali impedendo la normale attività vegetativa annula e provocando il collasso della pianta…
PS: a Vezzolacca esiste e fruttifica una pianta di ben 500 (500!!) anni, nel bosco della burona, che la Regione ha classificato quale più antico albero di Castagno della provincia. Un capolavoro della natura, di nostra madre terra.