Camminare a Morfasso, tra bellezze naturali e storia* (fotoarticolo di Sergio Efosi)
Boschi, torrenti, piccoli ruscelli, lunghi sentieri, alberi secolari, vecchi casali in pietra, pascoli d’alta quota e ripide salite rocciose sono la caratteristica principale della naturalità dell’alto territorio appenninico della Valle dell’Arda, delle terre di Morfasso; terre dove camminare, senza fretta, osservando la bellezza della sua natura incontaminata, vero paradiso per chi ama la vita all’aperto, lontana dal traffico, dal rumore e dallo smog.

Giunti al lago di Mignano, superato il vecchio orrido, lungo il tracciato che costeggia la diga, dopo poche curve avvertite la salita che conduce fino a Morfasso osservando i fianchi delle montagne, ammorbidite dalla vegetazione della boscaglia che in questa stagione è una gran tavolozza di colori impressionisti.

Questo è il primo cordiale saluto di Morfasso, un piccolo comune montano, con una popolazione residente ridotta, un vasto territorio costellato da un’infinità di piccoli borghi antichi con case in sasso; un territorio che racchiude una catena di monti appenninici tra i più belli della provincia di Piacenza: dal Carameto al Groppo di Gora, dal Castellaccio al vasto altopiano del Lama, dal favoloso Menegosa al monte Santa Franca, dal gruppo del Moria con la sua Croce dei Segni alla Morfassina e al Guttarello; con i passi del Pelizzone, di Santa Franca e dei Guselli.

Montagne, crinali appenninici e valichi interamente collegati tra di loro da una estesa e ben segnalata rete sentieristica per ogni possibile capacità escursionistica: dalla passeggiata breve alla lunga e impegnativa camminata.
Monti che a tratti rappresentano anche peculiari caratteristiche geomorfologiche e naturali che spaziano dalla Ofiolite del Menegosa al Diaspro del Lama, dove nascono i grandi torrenti Valdardesi del Lubiana e dell’Arda; e poi tutto un susseguirsi ininterrotto di affioramenti rocciosi, alte praterie e boschi, con monti sommatali quasi tutti facilmente raggiungibili e percorribili da una fitta e, come accennato, ben segnalata e lunga rete sentieristica che si può interamente percorrere anche partendo dal capoluogo comunale di Morfasso.

Lasciatevi guidare tra questo grande patrimonio di sentieri poco conosciuti che si inoltrano tra boscaglie di faggi, querce, castagni, cerri e pascoli alti che rendono questi luoghi veramente unici.
Luoghi con un sottobosco grandemente fiorito in primavera e colorato dallo spettacolo del foliage in questa stagione autunnale.
E veder volteggiar in aria il falco, la poiana e altri piccoli rapaci è lo spettacolo imperdibile della quotidianità morfassina come lo sono gli avvistamenti fugaci della restante fauna tipica del territorio appenninico.

La terra morfassina è da sempre “terra di confine”, un angolo di provincia, un tempo rifugio di briganti e di ribelli, una terra contro gli invasori di ogni epoca; e nel medioevo giurisdizione autonoma governata da frati di Tolla per oltre sette secoli.
Eccolo dunque l’Appennino meno conosciuto, ancora poco frequentato; ecco Morfasso con i suoi efficienti servizi minimali: la farmacia, la banca, la posta, i negozi alimentari, il panettiere, i ristoranti, le osterie, l’edicola, la Croce Verde, la protezione civile, ecc…
Eccolo il comune che ha dato i natali alla storicamente famosa Abbazia benedettina di Tolla, quella che sorse nel VII secolo, contemporanea alla Bobbio di San Colombiano, quando i tempi erano bui e la boscaglia dominava incontrastata.


Quell’Abbazia ritrovata, emersa dalle viscere della terra, richiamò gente e fondò paesi e villaggi tra Castell’Arquato e Morfasso, la più grande epopea civilizzatrice che la valdarda ricordi.
Ora lo sapete: camminare a Morfasso, nel suo vasto territorio appenninico, significa camminare tra la bellezza della natura incontaminata e la storia.
*gran parte delle foto sono relative all’ escursione di sabato 28 ottobre 2017.







