Le valli della Val d’Arda raccontano il Monterosso e i pisarei e fasö… (di sergio efosi valtolla, fotoamatore, escursionista e narratore)
Viaggiare nel comprensorio della Val d’Arda, quello più a est di Piacenza, il più emiliano, non è difficile, anzi…
I suoi punti di riferimento, Castell’Arquato e Vigoleno, sono noti in ogni parte d’Italia per le bellezze artistiche, naturali e per l’enogastonomia.
Il suo vino, il Monterosso Val’Arda (denominazione d’origine controllata…), bianco frizzantino che ora si produce tra le colline dei comuni di Alseno, Vernasca, Lugagnano, Castell’Arquato, Carpaneto e Gropparello, era già conosciuto nel medioevo.
Un vino direi unico, diverso dai restanti ottimi di Piacenza e le sue valli.
Un bianco frizzante, frutto di sapienti uvaggi, che si adatta a tutto il pasto, dai salumi ai formaggi, dai tortelli al burro e salvia ai risotti con funghi, tartufi e verdure, dalla coppa arrosto alla pizza, al dolce.
Aggiungerei che manca all’appello, ma ancora per poco, il Malvasia, quello prodotto con le uve di Malvasia di Candia aromatica che nelle valli citate, nello specifico nella valle dell’Ongina, ottenne i suoi più alti riconoscimenti storici. Nascono qui, in queste vigne, le margotte utilizzate per riproporre a Milano la vigna di Leonardo (si, di “quel” Leonardo!). Con tre vini così, con i tesori di Castell’Arquato, Vigoleno e, aggiungerei, Gropparello e Veleia, come non veicolare al meglio la proposta turistica locale a livelli internazionali?
Una risposta che tuttavia stenta ad arrivare anche se si sta lavorando, forse troppo timidamente, per riuscirvi (vale anche per l’intera provincia di Piacenza).
Di sicuro questo lavoro promozionale lo fanno i viticoltori che girano il mondo con i vini citati; lo fanno i preziosi volontari che organizzano manifestazioni eno-gastronomiche e turistiche in ogni angolo del territorio per accogliere al meglio i visitatori nazionali e internazionali. Lo fanno i ristoratori con le loro proposte legate alla miglior tradizione del gusto locale e i tanti che scrivono del territorio, della sua storia, delle bellezze naturalistiche e artistiche e della sua tradizione enogastronomia.

Lo abbiamo fatto, in più occasioni, anche il sottoscritto con l’amico Fausto Ferrari, pubblicando “Eccellenze enogastonomiche della Valdarda …” e il recente “Dal Monterosso ai pisarei e fasö…”(¹), racconti della realtà enogastronomica del territorio, dei suoi prodotti, delle sue eccellenze, della sua storia.
Se tutto questo è vero allora diventa imperdibile, anche quest’anno partecipare, oggi e domani, 27 e 28 aprile, al Monterosso festival a Castell’Arquato, una vera “food immersion” dedicata al vino e ai cibi tipici locali con le proposte dei sommelier, degli chef e dei gastronomi che opereranno fianco a fianco con i viticoltori…
(¹) Il libro è disponibile nelle edicole di Castell’Arquato, Lugagnano, Vernasca, Morfasso, Fiorenzuola (San Rocco e via Liberazione), Piacenza (edicola del C.commerciale il Gotico e libreria Romagnosi)…e presso i produttori di vino monterosso e i ristoranti inseriti nella guida.