Se percorrete la disastrata provinciale di fondovalle che da Castell’arquato vi porta fino a Morfasso incontrate due vecchi guardiani del territorio che un gruppo di giovani ha simpaticamente posto nella zona del Ranch.
Se poi andate su verso il Monte Moria, nella zona del parco provinciale, passati Monastero e Taverne ne individuerete un terzo.
Di cosa stiamo parlando? Degli artistici “totem” che tempo fa sono stati apposti sulla via principale e su quella antica che giungeva al vecchio monastero dei frati tollensi.
Sono i “guardiani” della civiltà rurale che faticosamente frati e abitanti costruirono per secoli e secoli fino alla decadenza nel tardissimo medioevo.
Questi totem sono ognuno di noi, loro guardano con i nostri occhi, osservano il territorio e scuotono la testa come facciamo noi!
Così non va….sembrano dire….diamoci da fare perché così non va! Se piove qui siamo al disastro, se nevica apriti o cielo!
Non è solamente un problema della valtolla, della valdarda, delle valli piacentine…basta vedere cosa è successo e sta succedendo in queste ore nel Veneto e in alcune regioni del sud: disastri ambientali immani dovuti, solo in parte, alle grandi piogge…solo in parte!!
La terra, il suolo o come cavolo lo volete chiamare è elemento “centrale ” della difesa del territorio; senza curarlo, abbandonandolo, deturpandolo si va incontro a sempre maggiori catastrofi ambientali…bastano solamente poche ore di pioggia e un po’ di neve per mettere inginocchio il paese…..
In questi ultimi 30 anni, dal 1980 circa ad oggi, 45.000 km² di terreni agricoli [ un tempo agricoli] sono “spariti” dalla produzione …come se le superfici agrarie e forestali di due Regioni tipo Emilia e Piemonte fossero state interamente costruite di capannoni, strade e superstrade o abbandonate alla marginalità ecc…ecc…(la capannonite! ).
I cambiamenti climatici che si presentano con frequenza incalzante fanno il resto…con i risultati che vediamo.
La gente scappa dal monte perché non c’è lavoro, quelli che restano tirano avanti….di nuove generazioni stabili sui monti sempre meno [ casi eroici, casi isolati] e intanto la marginalizzazione e con essa il dissesto avanzano; nessuna forza attiva presente uguale nessuno che mantiene pulita la rete dei canali di scolo, nessuno che ripara le frane o le “emargina”….nessuno che le controlla de visu.
Poi siamo costretti a spendere cento volte tanto per riparare i danni rispetto a ” riconoscere” il ruolo attivo del “guardiano”.
In montagna l’abbandono è tale che senza introdurre nuove figure di ” guardiani ” attivi…..si rischiano sempre maggiori catastrofi…che anche la pianura pagherà a caro prezzo in fango che invaderà paesi, strade e intaserà fognature e campi…vedi Veneto, sud, zone toscane del massese, ecc….
Le nuove figure di guardiani del territorio devono essere, questa volta, di carne e ossa e non di legno come quelli che abbiamo citato all’inizio del post…