
di Marco del Lest
“le tracce del tuo passaggio sono il segno della tua civiltà”
….. la maleducazione di certi bipedi non ha paragoni ed il fronte abbandono rifiuti mi vede impegnato da anni. Potrei portati esempi inimmaginabili di rifiuti portati nei posti più assurdi.
Quello che però ancora mi stupisce è che ci siano ancora amministratori che collocano i cestini per i rifiuti nelle aree picnic.
Una delle prime cose che ci insegnavano a scuola ……nella progettazione di aree picnic, sentieristica ed infrastrutture semplici per l’escursionismo, era proprio quella di evitare assolutamente di collocare cestini per i rifiuti e qualsiasi altro oggetto che potesse essere trasformato in contenitore (bracieri, fioriere, posaceneri ecc).
Questo avveniva nei primi anni ’80 …del secolo scorso… quando i prof ci trasmettevano le esperienze dei parchi naz. americani maturate negli anni 60, i cui amministratori erano già arrivati alla conclusione che le strutture per la raccolta dei rifiuti erano assolutamente diseducative, in quanto generavano la convinzione che si potevano depositare i rifiuti in qualsiasi contesto ambientale perché c’era sempre qualcuno addetto alla raccolta.
Questa lezione ci veniva fatta dall’allora direttore del parco naz. dello Stelvio il quale ci informava che nel 1975/77 avevano speso ingenti somme per collocare aree picnic in vari punti panoramici della Val Gavia e val Furva , dotandole tutte di servizi igenici (come disposto da assurdi funzionari delle prime usl) e cestini per i rifiuti.
I servizi igienici non erano più utilizzabili dopo i primi 2 mesi (perché erano rimasti solo servizi, l’igiene era emigrata altrove) e dopo il primo inverno a – 20° i condotti fognari , dai quali non è possibile togliere l’acqua, erano ridotti in brandelli.
Per quanto riguarda i cestini, a metà stagione estiva il Parco aveva esaurito i finanziamenti annuali per la manutenzione dei sentieri , poiché questi fondi li ha dovuti impiegare per mandare giornalmente gli operai a svuotare i cestini .
Nel 1980 non si trovava più un cestino e ciò nonostante nessun incremento dei rifiuti abbandonati.
Inoltre ritengo che la presenza del cestino e quindi la possibilità di disfarsi immediatamente del rifiuto, ingenera anche una sorta di terrore del proprio rifiuto, trasformandolo in qualcosa di assolutamente indegno e pericoloso, del quale occorre disfarsi più rapidamente possibile e che non merita di essere trattato come ciò che è, cioè un semplice materiale che ha esaurito lo scopo per cui è stato creato e che deve quindi essere re-immesso nel ciclo produttivo.
Un discorso a parte poi merita l’attività di vigilanza e repressione dell’abbandono dei rifiuti .
Personalmente penso che in questo campo la repressione del fenomeno sia anche la forma di prevenzione più efficace, visti anche gli ultimi inasprimenti delle sanzioni amministrative che prevedono un minimo di 600 € per l’abbandono dei rifiuti non pericolosi. Nei rifiuti non pericolosi sono compresi dal mozzicone di sigaretta, alla lattina al sacchetto di plastica ecc.
Attuare una repressione efficace non è poi così difficile, basta un minimo di disposizione da parte del personale degli enti preposti (Corpo Forestale – Pol. Prov/le – Polizia Locale – Carabinieri ecc ) ad abbandonare per qualche minuto il sedile della macchina (…la traduzione e libera….) e farsi vedere nei punti frequentati dai turisti e dare un occhiata ai rifiuti che si stanno producendo… questo è già sufficiente per ”veicolare il messaggio al target di riferimento”… come direbbero i pubblicitari…, che tradotto in lingua commestibile significa “occhio… uomo avvisato… 600 € risparmiati.
UNA CONSIDERAZIONE DEL BLOG…………………………
Vedere rifiuti con plastica e mozziconi di sigarette non può vederci “indifferenti” e non possiamo far spallucce.
Un amministratore pubblico [e gli interessa farlo….posto che non è obbligato da alcun medico..] impari per primo a non tollerare certe situazioni con ogni mezzo che gli è possibile.
La gente [ meglio “gli utenti ” dei nosgtri boschi, torrenti, monumenti, parchi, ecc…] è stanca di veder spender soldi pubblici, le nostre tasse, per “buttari li ” lavori fatti con i piedi e mai verificati e allora diamoci da fare [ e non solo nella giornata annuale della raccolta dei rifiuti nell’alveo di qualche torrente…].
Complimenti a Marco per le sue analisi molto lucide!
In merito poi alla questione dei “cicchi” di sigaretta, la realtà dei fatti vedrebbe questo rifiuto non come normale bensì come speciale! Perché?
All’interno del filtro si possono trovare per esempio questi composti chimici: nicotina, benzene, gas tossici quali ammoniaca e acido cianidrico, composti radioattivi come polonio-210 e acetato di cellulosa..
Tutte sostanze che non fanno bene a chi fuma (forse è per quello mettono il filtro….??) e di conseguenza non dovrebbero entrare nel ciclo naturale..
Se naturalmente in un ambiente non ci sono… forse è proprio perché non servono!?!?!?!
Un’ultima cosa, qui si parla dei boschi e dei sentieri, ma la stessa regola vale anche in città! Dove i mozziconi spesso non vengono lasciati a terra ma NASCOSTI (come la polvere sotto al tappeto..) nei tombini per lo scolo delle acque.
Anche qui la faccenda si complica, perché l’acqua mette in soluzione molto velocemente le suddette sostanze.. E indoviniamo poi dove vanno a finire…???
Una fonte di informazione istituzionale in italiano potrebbe essere questa (http://titano.sede.enea.it/Stampa/skin2col.php?page=comunicatodetail&id=364), ma se non vi fidate ne trovate a migliaia anche in inglese.
Il video dell’ENEA:
http://webtv.sede.enea.it/index.php?page=listafilmcat2&idfilm=334&idcat=31