
Brigante della valtolla
Risalivano la montagna da Piligrèn (Pellegrino Parmense) o arrivavano da dà la Bétla (Bettola) e poi era tutta discesa fino a quella fontana, ancora lontana, che avrebbe salvato molte situazioni. Perché allora di dottori per i cristiani non ce n’erano e ancor meno per le bestie; e poi non c’erano i soldi per pagarli e allora si ricorreva alla natura, a quello che il buon Dio ci ha messo a disposizione.
Proprio nel luogo dove si cavava la “preda delle molle”, dove si possono ammirare le balze del Rio Finale, costruite a regola d’arte dagli abitanti di Castelletto attorno alla metà del secolo scorso e ancora perfettamente funzionanti (…altro che certe schifezze moderne) c’era la fonte dell’ “acqua pùssa”, una fonte di acque sulfuree, sicuramente esistente, come attestano i documenti, nel 1700.
Buona da bere, molto salutare, ma soprattutto bel po’ puzzolente di uovo marcio.
A questa fonte, non si veniva solo per dissetarsi ma anche per far bere le bestie malate. Questa è una fonte “ricca”, puzza ma è ricca.
Perché l’acqua pùssa aveva delle indubbie qualità terapeutiche sul “mal dal grùp”¹ e la “rugna”², malattie gravi delle quali erano spesso vittime i nostri animali domestici, portandoli anche alla morte. Ancora pochi decessi or sono, qualche contadino della zona ha portato a curare, con successo, i propri maiali dalla “rugna”.
Poi, com’è successo in tante altre occasioni, quella fonte della salute, causa l’incuria e l’ignoranza degli uomini che hanno voluto allargare il piccolo vecchio sentiero, protetto da antichi muretti di protezione, con le ruspe che con il loro calpestio di cingoli hanno violentato il delicato equilibrio della vena acquifera, questa è quasi del tutto sparita nelle viscere della terra. Ora ci dovremmo sforzare parecchio per rimettere quelle cose a posto anche se temo che…
Questa acqua ricca e miracolosa (sulfurea-bicarbonato-calcica) è molto rara e ancora presente in pochi luoghi d’Italia tra i quali Rapolano Terme nel senese e viene usata proprio per combattere naturalmente malattie respiratorie e cutanee gravi come lo sono da sempre al “mal dal grùp” e la “rugna”. Un’acqua puzza un po’ speciale, non uguale alle altre che si trovano in Valdarda… avete capito perché?
Qualche informazioni in più:
¹)grave forma di difterite che può portare all’asfissia, trasmissibile tra animali e all’uomo. Si localizza soprattutto nelle mucose del naso e della gola ma anche nei genitali.
²)grave infezione della cute causata da piccolo acari (ragnetti) che possono attaccare tutti i mammiferi, uomo compreso. Infezione molto fastidiosa, pruriginosa che se non curata debilita tremendamente il soggetto colpito. Un tempo contrarre queste malattie poteva portare alla morte.

©coordinamento editoriale F.F.& S.E.
gira, pirla e mesda ma sat’vo truà quaicos d’bel atghe dan’da al castlett!
[…] E si sa che questi due luoghi, da queste parti, evocano storie e leggende che abbiamo già raccontato, ampiamente, proprio sul blog. Clicca qui per vedere quel post…! […]