
Spiace constatare quanto i pensieri espressi nel 2012 sul turismo, a distanza di 5 anni, siano ancora attuali, quanto non siano stati fatti passo avanti significativi.
Restringendo il solo pensiero alla mia Valdarda rilevo quanto ancora si scontrino due visioni pubbliche di sviluppo socio-economico; visioni molto discordanti e lontane tra di loro.
Da una parte quella che predilige l’insediamento industriale, comprese le grandi fabbriche ad alto impatto ambientale, giustificandola con una demagogica pretesa “riparatrice” favorendo un minimo di iniziative turistiche e culturali (del tipo “farsi sponsorizzare eventi culturali da industrie ad alto impatto ambientale”).
Dall’altra quella (parecchio minoritaria) che intende favorire lo sviluppo compatibilmente con l’ambiente naturale del territorio, favorendo il recupero edilizio, lo sviluppo dell’agricoltura di qualità, l’insediamento di artigianato e di sola industria leggera o non impattante sull’ambiente.
Il risultato è evidente, e sotto gli occhi di tutti: in Valdarda non c’è gran lavoro, non c’è quasi più agricoltura (eccetto alcune aree di vitivinicoltura collinare) ma c’è un gran livello di inquinamento; c’è poco turismo e sempre meno giovani famiglie presenti stabilmente sul territorio.
Ma si potrebbe ancora rimediare, solo se ci si rendesse conto che vi sono zone che non hanno nulla da invidiare alla bella Valtidone, alle decantate meraviglie di Valtrebbia e Valdaveto e alla lussureggiante e vasta Valnure (e questo lo ripeto da diversi anni …ma ora siamo quasi al limite di non ritorno).
La Valdarda e le vallate “minori” sono belle dal Po al Monte Lama, dal Chiavenna al Menegosa, dall’Ongina al Pelizzone!
Castelli e borghi medievali da Monticelli d’Ongina a Vigoleno, da San Pietro in Cerro a Castell’Arquato, da Cortemaggiore a Gropparello…e poi antichi manieri, musei, insediamenti archeologici e tanta natura con aree calanchive e “paleontologiche” di importanza mondiale; e con una superba eno-gastronomia legata al territorio.
In poche parole…terre dell’eccellenza che hanno dato origine al formaggio grana, alla Coppa piacentina dop, al fantastico Monterosso val d’Arda, al prezioso Vinsanto, agli Anolini, alle antiche varietà di castagne di Vezzolacca e Gusano…
Poi c’è l’aggravante che (anche) da queste parti ognuno fa per se, si coltivano tutte le contraddizioni, c’è un’ idea di sviluppo strabica …un male che ci accomuna con tanti piacentini.
Ma sulla carta e in qualche sito internet, ci sono anche i “contentini politici” che la Regione ci ha riservato: i club “spezzatino” per la promozione del territorio, tutti poco efficaci e senza un cinque per operare! Club di prodotto che hanno prodotto (per ora) qualche cartello, qualche dépliant e poco più….poco di veramente efficace che possa essere ricordato e menzionato.
Con una grande eccezione: Castelli del Ducato, eccellente raggruppamento dei castelli di Parma e Piacenza e vero artefice dell’incoming locale.
Rimpiango il vecchio Ente Provinciale del Turismo…sciolto (da tanti anni), Piacenza Turismi lasciata “andare” senza mai creare nessuna alternativa veramente efficace; ancora una volta la politica e l’associazionismo piacentino hanno buttato l’acqua sporca con il bambino.
Ora non serve riverberare –l’ho fatto tante volte – l’elogio dei singoli eventi di buon livello ricreativo e culturale che costellano le stagioni valdardesi perché preferisco rimarcare nuovamente che quell’ognuno per sé, ognuno pensi per casa sua è la regola…forse (anzi senza forse) senza vere alternative.
Poco importa se il passaggio di centinaia di camion al giorno sotto la Rocca Viscontea arquatese provoca seri disagi, e non solamente a Castello …
Centinaia di camion diretti alla cementiera forse creano una manciata di posti di lavoro ma … a che prezzo! In ogni caso questo tipo di attività non creano “futuro” per le nuove generazioni!
Poco importa se non decollerà il turismo e tutto ciò che vi ruota attorno!
Medioevo, musica, teatro, natura e ambiente, natura e sport, natura e vini DOC, enogastronomia e intrattenimento potrebbero dominare il panorama del turismo locale.
Piccoli e medi, raffinati produttori locali, custodi del gusto potrebbero attirare un crescente movimento turistico che ricerca le piccole etichette, il gusto particolare, la genuinità in un contesto di bei luoghi da visitare e da vivere nel corso di un anno intero…
E poi…
C’è tutto il tema del turismo lento fatto di sentieristica tra boschi e golene, di “pellegrinaggi” tra meraviglie storico -religiose (sulle Vie Francigene)…
C’è tutto il comparto del Po, assolutamente da riscoprire…da Piacenza a Soarza passando per luoghi incantevoli segnati da decine di monumenti, percorsi lenti e ciclovie rivierasche da invidia tra pioppeti, aree naturalistiche, i ciliegi di Villanova e la casa dove ha vissuto il Maestro Verdi…
C’è tutto il comparto dei “mercatini” storici, da quello famoso di Cortemaggiore, la magnifica antica capitale dello stato pallavicino a quelli di Caorso, Ponenure, Cadeo e Fiorenzuola che ormai attirano, ogni domenica, centinaia di visitatori…e non solo locali.
Ma per valorizzare e promuovere questo occorrono idee chiare, meno convegni e più azioni concrete, maggiore aiuto agli operatori di valore… collaborazioni intercomunali.
COMUNQUE LA PENSIATE, BUONA STAGIONE TURISTICA 2017 A TUTTI GLI OPERATORI, UN CORDIALE BENVENUTO A TUTTI I VISITATORI DI PIACENZA E LE SUE VALLI…
Sergio Efosi (alias Sergio Valtolla)