Ancora frane in valtolla, a Vernasca…è ora di tappare i buchi!

clicca per ingrandire (comic photo)

Riporta Il quotidiano libertà  ….. (di elma) Uno studio idrogeologico per Vernasca. È questa la richiesta che il sindaco Gianluigi Molinari ha inviato in Regione martedì scorso. La domanda era arrivata al primo cittadino anche da Giuseppe Conti, pensionato della frazione di Mocomero, dove la situazione di un movimento franoso è peggiorata negli ultimi mesi fino a crepare le colonne di alcune abitazioni, tra cui quella di Conti. La strada comunale è interessata da un dislivello causato dal continuo lavorare dello smottamento, ancora attivo…..”.

Di sicuro i cittadini del comune di Vernasca non possono star tranquilli: Vigoleno ( circondata dalle frane …e che frane!), Monte Davide ( capoluogo …molto abitato), Alessandroni e ora Mocomero…..ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo se riportassimo le frane che “sconvolgono le strade  provinciali, alcune strade interne…ecc….

HA SICURAMENTE RAGIONE L’AMMINISTRAZIONE A RICHIEDERE AIUTO IN TUTTE LE DIREZIONI.

Ma occorre agire rapidamente, sono già passati mesi e la situazione è ancora troppo precaria! Siamo ancora in pieno Inverno, poi verrà la primavera [stagioni che fanno paura per quanto riguarda questi gravi fenomeni] ma non potremo vivere con questo grave handicap territoriale in eterno!

La frane si aggiustano con i soldi [ non con promesse e miserie…con “moneta sonante”!] e i cittadini di Vernasca ne pagano tanti di soldi allo Stato [ leggi tasse e imposte di tutti i tipi]….

E’ ora che ritornino a casa, questi nostri soldi,  per tappare i “buchi”….

Un commento

  1. Ciao Sergio
    Ho visto le foto della “piovra” che attanaglia Vigoleno e noto che non è cambiato molto rispetto alla situazione che avevo visto lo scorso anno. Non è cambiato nulla per quanto riguarda l’intervento dell’uomo, intendo dire….
    Mentre per quanto riguarda l’azione della natura, questa procede inesorabilmente. mai uno sciopero…., un ponte festivo…. , un giorno di riposo …, niente da fare, la forza di gravità lavora sempre….
    Invece gli uomini…
    Ma è mai possibile che in attesa di interventi pubblici nessuno dei proprietari delle case di quel costone abbia pensato di intubare gli scarichi delle grondaie allontanandoli dal corpo di frana? Se guardi attentamente la foto vedrai che proprio alla destra del muro di sostegno del terrazzo nella foto superiore c’è una grondaia che scarica tranquillamente sul corpo di frana. E tutte le altre dove pensi che scarichino?
    Non occorre una spesa folle per acquistare 200 m ti tubo corrugato da stendere sulla superficie e convogliarvi lo scarico della grondaia. Sembra poca cosa, ma quella frana non mi sembra molto profonda, e credo che il dissesto derivi in gran parte dalla mancata regimazione delle acque superficiali (non mi sembra che vi siano grandi sorgenti sulla collina di Vigoleno).
    Anche lo stato del bosco la dice lunga sull’incuria in cui versa tutta l’area.
    Possibile che nessuno ha mai pensato di tagliare tutte quelle robinie ormai vecchie ed ipersviluppate?
    Non parliamo poi della vitalba che sembra ormai la specie dominante ….
    Anche se sembra un controsenso, la presenza di grandi alberi su versanti instabili non ne assicura la saldezza, ma anzi incrementa gli smottamenti.
    La robinia ha un notevole apparato radicale (ceppaia) che garantisce un’ottima azione di consolidamento del terreno, imprigionandolo come una rete. Ma se si lasciano diventare troppo alti i polloni di queste ceppaie, si crea una leva che con pochissimo carico sulla chioma della pianta, la sradica creando un effetto a cascata sulle altre piante.
    La ceppaia sradicandosi rimuove gli strati profondi del terreno, creando un buco dove si andrà ad infilare l’acqua piovana che inoltrandosi tra gli strati ne provocherà il distacco dalla roccia sottostante.
    Inoltre la presenza di edera e vitalba sulla chioma, crea una barriera su cui si ferma la neve, aumentando il peso sulla leva di cui sopra. Le latifoglie perdono le foglie d’inverno anche per ovviare a questo problema, mentre le conifere hanno adattato la loro struttura alla forma piramidale per meglio resistere al carico della neve.
    Tornando a Vigoleno penso che il primo e più economico intervento sia quello di realizzare un canale di gronda sull’area di distacco superiore della frana. Non sono un geologo, ma credo che un banalissimo canaletto impermeabilizzato che convogli l’acqua lontano dalla frana dia già dei buoni risultati.
    Occorre anche realizzare una modesta rete di sentieri sull’area boscata per consentire il taglio agevole di tutte le piante (taglio raso … quando ci vuole ci vuole …)
    Non occorre fare una strada che sarebbe costosa ed inutile, bastano dei sentieri che consentano di accedere in sicurezza al versante, dato che il materiale tagliato basta lasciarlo cadere a valle e raccoglierlo al piede della scarpata.
    Questi sentieri consentirebbero un monitoraggio costante della zona ed il taglio del bosco ad intervalli di 10/15 anni, così da evitare la crescita eccessiva dei polloni.
    Sappiamo tutti quanto sia vitale la robinia ed in poco tempo i ricacci daranno origine ad una selva impenetrabile che però ridurrebbe la forza battente ed il ruscellamento delle acque meteoriche e consentirebbe il ricambio delle vecchie ceppaie.
    Al piede della frana basterebbe realizzare una palificata doppia in castagno/robinia o qualche terra armata giusto per contenere le colate di fango che ostruiscono la viabilità esistente ed il parcheggio.
    Se guardiamo bene le nostre montagne notiamo ancora le tracce degli interventi economici realizzati dai nostri vecchi: canali, drenaggi poco profondi, muri a secco, palificate e palizzate, boschi curati e tanto sudore.
    Non si concepivano interventi faraonici (non c’erano i mezzi) e soprattutto niente cemento (ed a Vigoleno se ne vede anche troppo) per contenere le frane, ma tanti modesti e capillari lavori che si adattavano alla situazione orografica senza stravolgerla.
    I vecchi dicevano che le montagne non le ferma nessuno, se mai con le frane ci si può convivere, convincendole a starsene addormentate con le buone maniere ….
    ciao

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