Il cantamaggio in valtolla ” viva la ciossa…”

cantamaggio 2011 ( per ingrandire le foto clicca sulle stesse...)

Ci sono tradizioni e tradizioni! Il cantamaggio è ancora una di quelle che non sono scomparse.

Dopo il periodo della Quaresima, quando era “sacrilego” cantare e ballare  giungeva, finalmente, il periodo della Pasqua.

Da questa giornata di festa [ la resurrezione di nostro Signore ] all’inizio di Maggio si “scatenavano ” le feste……era una vera primavera!

Nella sera che precedeva il 1° Maggio, nei nostri paesi, in quasi tutti i paesi della media e alta valdarda e assolutamente nelle zone collinari e montane delle 4 province [Piacenza, Pavia, Genova e Alessandria]   i ” canterini” partivano con ceste vuote e voce squillante per andar a far incetta di uova e vino in ogni casa.

valtolla iPhoto
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Era il cantamaggio…quello ancora famoso a Marsaglia, Vernasca, Ferriere, Cicogni di Pecorara, Pianello v.t. e……Vezzolacca di Vernasca.

Cantori e musicisti eseguono un canto rituale visitando le case che incontrano sul loro percorso e se hanno ricevuto uova e vino [cibo…] augurano gioia…….”Viva la chioccia e i suoi pulcini, muoia la volpe e i suoi volpini …”  ma,  se hanno subito indifferenza della casa visitata cambiano il finale del canto tradizionale……” viva la volpe con i suoi volpini, muoia la chioccia con i suoi pulcini..” 

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La canzone era rivolta alla padrona, tradizionale curatrice della dispensa famigliare e …..delle figlie femmine.

L’augurio, per la generosità dimostrata con l’offerta di uova e vino,  era anche per  la “fecondità” e la felicità delle figlie.

Ieri sera a Vezzolacca il lungo e festoso corteo che accompagnava ” i cantastorie della valtolla ” non ha ascoltato presso nessuna “stazione” di sosta ” viva la vurpa…..” ma sempre ” viva la ciossa….” . Segno dei tempi!

Il festoso corteo, composto dalla totalità dei ragazzi, ragazze,  giovani del paese e amici  della valtolla, è partito alle 6 del pomeriggio seguendo un carro allegorico addobbato con maggiociondolo e fiori della primavera e ha terminato il suo pellegrinaggio a mezzanotte.

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Alla fine  del percorso sul carro c’erano ancora un centinaio di bottiglie di vino e centinaia di uova che “l’oste Renato” ha trasformato in una gigantesca e ottima frittata….

Spaghettata finale, Gutturnio, frittata con asparagi, con chiodini, con cipolle….e tanti canti popolari fino a notte fonda….le canzoni degli alpini, quelle d’amore per i nostri monti, quelle degli emigranti.

Siamo diventati “grandi”,  non abbiamo più le strade polverose,  non abbiamo più il coltellino nella  tasca dei pantaloncini corti, le chiese non hanno più un prete fisso, non abbiamo più il vestito della festa e il mondo lo giriamo per divertimento e non più per necessità.

Il tramonto è rimasto lo stesso, il vino è sempre buono e le ragazze festeggiano con noi, ma la nostra terra ……

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