Presso la caserma dei carabinieri di Lugagnano sono state presentate sedici querele contro l’abbattimento degli alberi nel parco provinciale di Monte Moria.
A farlo sono stati i proprietari di terreni sui quali è in corso l’intervento fortemente contrariato dal sindaco lugagnanese Jonathan Papamarenghi.
Nel tentativo di fermare “questo taglio” il primo cittadino lugagnanese ha firmato un’ordinanza e poi inviato una diffida alla cooperativa agricola Parco Monastero.
Della questione è stata interessata anche la procura della Repubblica di Piacenza, alla quale si è rivolto stesso Papamarenghi che ha sollevato le sue perplessità sui lavori nel territorio di Morfasso, finanziati dall’Unione Europea per 741mila euro.
Il problema è legato ai contratti d’affitto dei terreni, stipulati pare solo in forma orale e non scritta.
«In tale terreno è stato effettuato, da persone a me ignote – dice il facsimile di querela – un intervento di taglio di piante, con asportazione del legname, senza che io abbia mai espresso alcun consenso al riguardo né stipulato alcun contratto per la concessione in uso dei terreni o la vendita del legname».
I reati ipotizzati sono invasione di terreni e furto (articoli 633 e 624 del codice penale).
Nella sua diffida Papamarenghi ha sostenuto che la cooperativa Parco Monastero avrebbe dichiarato «di avere il possesso dell’area su cui insiste l’intervento, compresi gli atti di cessione temporanea dei terreni»….per poi precisare che «di tali atti non vi sia documentazione scritta».
Da parte loro gli autori ed esecutori di tale “taglio” hanno dichiarato «Ci ha molto feriti l’attacco che è stato portato avanti nei nostri confronti in questi ultimi giorni»…….«La nostra azione non va contro il bosco, ma serve anzi a mantenerlo in vita. Il vero scempio è l’abbandono di queste zone».
[ispirato da “Libertà” del 24 luglio 2012]
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