Cara Valdarda, ma come ti han ridotta?

imageCara Valdarda, forse una volta eri molto bella e naturale, ma pochi di noi ti hanno conosciuta a quei tempi. Hanno iniziato circa 90 anni fa con una diga e poi hanno continuato con una bella cementeria che poi, pochi decenni fa, si è fatta più grande e più forte di “prima”. Per portare un’ industria insalubre di prima categoria in una valle così piccola,chissà come hanno potuto, chissà…
Ma non è finita qui: quando la ampliarono ci sarebbero voluti, come minimo, un serio controllo delle emissioni attraverso una fitta rete di centraline e invece…c’è lo hanno fatto credere ma non lo hanno mai fatto. E il traffico pesante che ha portato in valle che sfiora, in certi periodi, mille passaggi di mezzi pesanti al giorno? Pensate forse che abbiamo posto rimedi? Si, una piccola e anche poco efficiente circonvallazione (tipo fette di prosciutto sui nostri occhi di ingenui valdardesi) che evita l’attraversamento di Lugagnano ma non di Castell’Arquato dove il traffico pesante fa molti danni. Cara Valdarda abbiamo l’impressione che troppi amministratori locali si siano accontentati al posto di controlli e dinieghi di qualche “merce di scambio”: l’aiuto per una strada da asfaltare, per allestire uno spettacolo, per qualche metro di calce…e forse chissà cosa d’altro.
Ma la salute no, questa non importava a nessun politico o sindacalista.
Ma tu cara Valdarda che sei ancora bella, potresti essere bellissima con quel Castello splendido, con quei calanchi del Piacenziano…e quei monti come il Moria; per non parlare dei monti del crinale come il Lama e il “dolomitico” Menegosa, della vitivinicoltura collinare di alta qualità e di tanti monumenti…e cose del genere che ti danno lustro.
Pensa, cara Valdarda, potresti essere la terra ideale per residenzialitá, anche di alto profilo, e per un gran turismo, per arte e artigianato …e invece a ridosso delle tue zone più belle ti han costruito un mostro e han commesso, e sono in atto, tanti scempi ambientali. Ma perché, ma perché tanto accanimento? Resisti, cara Valdarda, resisti, hai superato anche prove ben più dure, resisti che ti amiamo in tanti.
A questo punto però non resta che dire, parafrasando amici di altre vallate piacentine, “grazie amministratori locali degli ultimi 40 anni…, grazie per questi esempi di scempi… Grazie, per averci portato i fabbriconi e qualche posto di lavoro in cambio della nostra salute, della salute delle generazioni future. Tanto alcuni di voi neppure abitano o abitavano in Valdarda; siete pure dei benefattori e vien proprio da chiederci come, senza di voi,  avremmo potuto rovinare tanto…”.
E allora, cari amministratori permetteteci un ultimo saluto: “baciamo le mani”.
(Ogni riferimento a cose, persone o fatti è puramente casuale, tutto inventato…frutto della perfida mente di un amante “geloso” della Valdarda alla quale è unicamente dedicata questa lettera).

2015-05-24-no carbonext web 1 LR-3881

Un commento

  1. La situazione esposta è “normale” in Italia e deriva dalla gestione della “Cosa Pubblica” o Amministrazione Statale, poco efficiente e inattaccabile. Purtroppo è una eredità del regno di Sardegna e, quindi, intoccabile. Il male all’origine è l’eccessivo frazionamento del territorio e la mancanza di controlli mirati delle autorità centrali.
    Le cose funzionavano meglio in epoca Romana, quando un Municipio comprendeva un territorio omogeneo per popolazione, es. Velleia per le nostre valli, o anche al tempo di Maria Luigia.
    Il nostro governo applica per i cittadini la legge del menga, basta considerare il modo di gestire l’invasione di inizio duemila, simile a da quella del primo millennio, che a scuola era detta “barbarica”.
    Saluti e mi scuso Bafurno

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