Il basolone, le minigonne e il resto…

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Foto di L.Pastorini

IL BASOLONE, LE MINIGONNE E IL RESTO…*

“…le ragazzotte di campagna della mia infanzia aspettavano ” il Basolone “.

Era un mitico negoziante che portava a domicilio, nelle frazioni più sperdute di Groppo, stoffe, vestiti, chincaglieria , bigiotteria, merceria , scarpe ,  biancheria intima con un camioncino da cui uscivano tesori di seta e nailon…

Arrivava il venerdì , verso le cinque.

Era l’appuntamento con le sorprese , vagheggiato già dal martedì immaginando l’apertura di quello scrigno di tesori sconosciuti e nuovi.

Nelle sere estive l’aia si popolava di donne massicce dagli occhi ridenti che le facevano maliziosamente giovani , nonostante la fatica e i fazzoletti ancora annodati in testa

Il vento sapeva di fieno ,i cani avevano orecchie basse , le madri richiamavano i bambini…Persino l’aria era sospesa nell’attesa.

Lo spiazzo al centro delle case era proiettato verso l’infinito e dalla sommità della collinetta si poteva scorgere il camioncino rosso risalire la strada.

La nostra frazione , l’ultima,su di un cucuzzolo da cui il tramonto precipitava nell’infinito ,era case Colombani. Per via delle colombaie e degli stormi di tortore che vi sostavano o vi erano allevate.

Le ragazze , quelle che si cambiavano le scarpe per andare in chiesa calzando tacchi a spillo , ridevano con mistero e si tuffavano sulle portiere spalancate rovistando tra reggiseni voluttuosi inseguite dai lazzi di ragazzotti appostati ironicamente su di una massicciata di pietre.

Le madri tastavano la consistenza delle stoffe e inorridivano alla vista delle minigonne che gia’ venivano esibite come pezzo di pregio…e anteprima della civiltà urbana.

Noi bambine , prossime adolescenti, avremmo dato la vita per essere ammesse a toccare impalpabili sottovesti di voile, e ci affannavamo curiose spingendo per ottenere l’acquisto di un cerchietto rivestito di gros grain con orride rose applicate , contrabbandato come ultima tendenza…

Il venditore si chiamava Ugo e combatteva la sua guerra contrattando estenuatamente il prezzo di parure da corredo.

Le nonne inistevano sulla pelle d’uovo, insostituibile , lui piazzava con fascino da canottiera e motteggio da istrione , lenzuola chiassose dagli improbabili colori, forse fondi di magazzino ma ogni ragazza seguiva la chiusura vigorosa degli sportelloni e la sgommata nell’accelerazione di partenza con un sorriso soddisfatto e sguardo sognante.

 Dondolando i fianchi , ad una ad una si avviavano lentamente verso casa nella molle quiete serale lacerata dai trattori in lontananza, certe dell’unicità del loro tesoro…”

Bellissimo racconto di Lidia Pastorini (ripreso dalla pagina facebook …sei di Piacenza e valli se…).

Nota del blog

la vita  raccontata da Lidia potrebbe essere benissimo ambientata a Bacedasco, a Chiavenna Rocchetta come in Valnure, Valtrebbia o…

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