Sergio Efosi
La corriera un tempo, neppure tanto lontano, trasportava tante persone; ora quasi esclusivamente studenti, pochissimi lavoratori e pensionati.
I mezzi capita che siano sporchi, con danni agli arredi interni causati da “imbecilli” e in certi orari (la stagione studentesca) stracolmi al punto da dover percorrrere lunghi tragitti in piedi ovvero in condizioni, a mio parere, di scarsa sicurezza.
Poi ci sono i “furbetti” che non pagano il biglietto e anche alcuni autisti perennemente al cellulare…
La corriera è un servizio valido e utile ma anche gestito non sempre bene…e che subisce troppe ingerenze della politica.
Ci avevano detto i nostri politici provinciali e regionali che unendo diverse società locali, creandone una interprovinciale tutto sarebbe migliorato nettamente. Ma le cose non sono andate così: nuova società, vecchi errori, stessi problemi irrisolti…per ora
Giustifico parecchio gli autisti che, in massima parte, fanno bene e con impegno il servizio ma i controlli sui passeggeri sono pochi e pochissima mi pare la severità con coloro danneggiano (dovrebbero essere interdetti dal servizio, obbligati a rifondere il danno e obbligati a svolgere giornate di servizi sociali di pubblica utilità…veri).
Il trasporto pubblico delle persone è argomento da specialisti ma chiedo se abbia senso che un grande mezzo di 50 posti debba andare fino all’ultimo paesino montano per portare solo 1 o 2 passeggeri. Non sarebbe forse meglio poter disporre, in tali casi, di piccoli mezzi, economici, agili e meno ingombranti che possano portare “a casa” questi due o tre passeggeri? E queste sono solamente alcune delle domande per dire che occorre cambiare se si vuol far sopravvivere il trasporto pubblico delle persone.
E allora sarebbe forse il caso di privatizzare come dice qualche “interessato” politico o associazione professionale?
Così facendo succederà quanto già visto per la telefonia mobile: dopo la privatizzazione queste società hanno abbandonato le zone perché “zone a fallimento di mercato”, escludendo dal segnale vaste aree della Valdarda.
E ora che la telefonia è privata, e macina redditi, ci deve pensare lo Stato (o la Regione) a far di nuovo investimenti per “illuminare le zone spente” dai colossi telefonici, ex pubblici.
Son sicuro che se dovessimo giungere alla privatizzazione del trasporto pubblico, o delle poste, ovvero dell’acqua, alla fine il “film” sarebbe il medesimo della telefonia: in breve tempo anche i nuovi padroni delle corriere dichiarerebbero la montagna”zona a fallimento di mercato”.
Attenti cari amici della collina e della montagna che il vero “lupo cattivo” dal quale difenderci non è affatto quello che si aggira affamato nei nostri boschi…
Il vero lupo ha sembianze umane, è travestito da politico buonista o da buona nonna ma …attenti al lupo!
Ma dopo tanti anni in Italia se la politica avesse giocato bene le opportunità che si presentavano ora avremmo corriere moderne e in grado di fare percorsi quasi “personalizzati”. Se invece di riempire i consigli di amministrazione di consiglieri “politici”, per accontentare questo e quello, avessero condotto le società con criteri seri (e sociali veri) forse non saremmo in mezzo a questo disastro.
Il futuro del trasporto pubblico delle persone non lo vedo affatto roseo (e tanti sono anche i problemi per i pendolari della pianura che per andare a lavorare a Milano o a Parma usano il treno…).
Non vedo cambi di marcia significativi ma solo l’alimentarsi di inefficienze che fanno gridare a “interessati” politici e a certi sindacalisti: privatizziamo, privatizziamo subito…dimenticando di aggiungere che costoro sono per privatizzare i benefici ma non i debiti.
Articolo che andrebbe fatto studiare a scuola…sia per i vandalismi sulla cosa pubblica che, soprattutto, per il discorso privatizzazioni
Grazie Barbara, servirebbe sicuramente maggiore attenzione per tutta la “questione” trasporto pubblico delle persone.
Sergio.