Bonifica e prevenzione delle frane……

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Ci scrive l’amico Marco (dal Lest) e volentieri pubblichiamo…..

Caro Sergio,

Le tue paure sono più che fondate, non c’è bilancio comunale che tenga per fronteggiare il dissesto idrogeologico di uno dei comuni medi delle nostre vallate, visto lo stato di totale abbandono in cui versa il territorio.

Detto questo vorrei affrontare un argomento che non credo sia di poco conto, cioè la “qualità degli interventi”

Spesso sentiamo gli amministratori, i giornalisti, i vari depositari del bar-pensiero, lamentarsi che mancano i fondi e soprattutto quantificare questa mancanza buttando giù cifre non supportate da alcun progetto.

Da qui deriva la superficialità con cui vengono progettati i lavori di prevenzione/ repressione del  dissesto ed ancora maggiore è la superficialità e l’approssimazione con cui vengono eseguiti gli interventi.

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Il massimo che si concepisce in provincia di Piacenza  sono ancora le gabbionate a gravità e qualche muro di contenimento, ignorando non solo le innovazioni degli ultimi decenni, ma dimenticando pure le pratiche antiche basate su interventi capillari e soprattutto con l’impiego di materiali facilmente reperibili sul posto.

Queste tecniche oggi hanno preso il nome un po’ altisonante di “ingegneria naturalistica”, ma si tratta semplicemente della rivisitazione con alcune modeste integrazioni di materiali tecnologici, delle vecchie tecniche di costruzione dei nostri antenati.

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Alcuni esempi sono le palificate (doppie o semplici) le graticciate, le viminate, le palizzate, le gradonate, i vari tipi di rinverdimento/inerbimento ed i vari tipi di drenaggi e canalizzazioni di gronda.

Noi abbiamo boschi di castagno che stanno letteralmente morendo per l’incuria, i tagli troppo radi e gli attacchi parassitari, e nell’area collinare i boschi di robinia invasi da edera, con esemplari vecchi e  deperienti.

Queste due essenze sono quelle che hanno le migliori caratteristiche meccaniche e fisiologiche per l’impiego come materiali d’opera per lavori forestali e noi invece le utilizziamo al massimo come legna da ardere.

Non solo, spesso sento agricoltori lamentarsi che la robinia è una pianta infestante e quindi da debellare, mentre in Ungheria hanno addirittura una facoltà universitaria dedicata allo studio di questa specie.

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Inoltre siamo grandi importatori di paleria di abete trattato con conservanti  chimici per consentirne una durata di almeno 10 anni (quasi mai raggiunti); E’ noto che il legno di abete ha una durata ed una resistenza agli attacchi fungini simile al pioppo …

Quanto sopra per fare capire che l’impiego di tecniche e materiali locali potrebbero alimentare una seppur modesta economia forestale e quindi posti di lavoro, mentre ora l’economia forestale (che è comunque l’unica attività agricola redditizia) piacentina e di tipo arcaico, individuale e senza prospettive ne programmazione. L’unico prodotto del bosco è la legna da ardere, il cui prezzo è fermo da 20 anni e non esiste alcuna professionalità specifica. (in Emilia R. non esiste una scuola forestale professionale a differenza di quanto accade in tutte le altre regioni a noi confinanti ….)

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La “gestione” forestale regionale è demandata al servizio Parchi e Foreste e non al Servizio Agricoltura come sarebbe più consono e questo lascia capire che la visione del bosco da parte degli amministratori regionali e di tipo paesaggistico/ambientale  piuttosto che economico/produttivo.

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Per non divagare troppo (se ti può interessare e tempo permettendo  ti manderò qualche mio pensiero sulla situazione penosa dei nostri boschi e qualche proposta in merito ) ti mando alcune foto di lavori fatti con superficialità e spacciati (e soprattutto da noi pagati..) per interventi di contenimento del dissesto ed altre foto di lavori correttamente eseguiti ed un manualetto di ingegneria naturalistica della regione Piemonte, tanto per rendere un po’ l’idea di cosa si tratta.

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COMMENTO DEL BLOG: noi apprezziamo molto e pubblicheremo foto e manualistica come opera di diffusione di buone pratiche. I recenti interventi sul Castagno, solo per fare un esempio, hanno ricevuto oltre 1000 visite ……

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