Quante volte girando per boschi, nei posti più fuori mano ci siamo imbattuti in strani sassi che ci sembrava raffigurasero volti, animali, utensili, puntali.
L’esperto, sicuramente, avrebbe capito se si trattava di fantasie o di vere scoperte, veri ritrovamenti risorti, chissà come dal bosco, dal folto di un roveto.
Quello che sappiamo è che prima di noi, prima della romanizzazione (che è stato un processo lungo, durato qualche secolo), in antichità, qui vivevano i Liguri, popolo di incerte provenienze, popolo composto da tante tribù diffuse in gran parte dell’ Italia nord occidentale costretti a ritirarsi ” in queste ed altre zone impervie ” per sfuggire alle prepotenze dei Celti del Nord e della vicina Francia (tra il VI e il V secolo a.C.).
Liguri anche molto schivi, indomiti spiriti liberi che non vollero, più di tanto, convivere con i celti Galli Boi.
Liguri descritti (dai romani vincitori!) come rozzi pastori, agricoltori e guerrieri.
Ma noi sappiamo che non era così, sappiamo che non erano più rozzi di altre “nazioni “, sappiamo che avevano fondato Veleja, che a Lugagnano si radunavano con i loro sacerdoti (i sacerdoti erano molto rispettati) in una grande radura sacra per celebrare i loro riti…pregare i loro dei …..scambiarsi doni e amuleti (reliquie).
A Veleja è stata ritrovata una statua di uno dei loro dei: il GIOVE ligure ma sappiamo anche che, in generale, condividevano con altre popolazioni celte parecchie divinità tra cui, forse, il dio LUG (ci sarà un nesso con Lug..agnano?) oltre al dio PEN.
Sappiamo che, probabilmente, in tutta la zona vi erano anche eremiti che vivevano in caverne, in prossimità di grandi querce, di faggi, delle sommità,….ma di gran fonti non ve ne sono e quindi sono solamente supposizioni…e, in questo caso, nostre fantasie (?).
Come tutti i popoli antichi anche i liguri raffiguravano le loro divinità modellando pietre con pochi segni tanto da farne l’oggetto dei loro riti religiosi…..pietre e sassi anche di poco conto che potevano avere ” sembianze ” che li suggestionassero divenivano, con pochi altri tratti scolpiti, delle “reliquie” legate anche a misteriosissime usanze propagandate da Strie e Strion (sacerdoti dissidenti?).
A noi piace pensare che nelle radure ora sepolte dalla vegetazione e dalle frane vi siano tracce del loro misterioso passato …perchè la verità, divevano i loro sacerdoti, sta scritta nelle pietre.
Non dimentichiamo che i liguri ci hanno lasciato ” tracce ” che neppure l’evangelizzazione, in queste zone iniziata vel 500 circa d.C., ha cancellato del tutto……..La stria e i strion sono sopravvissuti a tutto!
La valtolla offre anche questa possibilità di scoperta….la valtolla è cultura, mistero, tradizione! la valtolla è turismo!
Noi continueremo a batterci perchè si realizzi il progetto turistico della valtolla.
